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Tristi storie |
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E' accaduto a qualche giorno fa. Alcuni doganieri hanno trovato 20 cuccioli destinati alla vivisezione per testare cosmetici e creme. Inteneriti dallo sguardo dei cuccioli, pare che abbiano cercato ogni cavillo burocratico per sottrarre gli animali dalla loro sorte, ma nulla ha potuto impedire che la triste destinazione dei cagnolini fosse raggiunta. Così, intorno alle piccole vittime si è scatenata la solita bagarre che inevitabilmente nasce in tutti i casi simili. Articoli di giornale, lettori che fanno saltare i centralini, politici che “dichiarano”, animalisti che si mobilitano. Sembra che si verifichi il famoso paradosso della meccanica quantistica: un fenomeno esiste soltanto se lo guardo. Esiste un adagio popolare che lo riprende in forma semplificata: “occhio non vede, cuore non duole”. Di fronte a questo atteggiamento preferiamo la visione alternativa einsteiniana: sappiamo che la Luna esiste anche nei momenti in cui non la guardiamo. Insomma possiamo accettare che dei doganieri possano trovarsi spiazzati e sentire un trasporto umano verso degli esseri che dovrebbero essere rispettati anziché essere fatti a pezzi. E' anche confortante sapere che i centralini saltano per l'atto compassionevole di cittadini che si sentono tirati in campo personalmente per poter dare un contributo a una soluzione (in questo caso impossibile). Ma ciò che invece infastidisce, e non poco, sono gli atteggiamenti insinceri. Siano essi politici o “certi” animalisti. Tra i politici, quelli più insopportabili sono quelli che si trovano spiazzati di fronte all'evento. Quelli che accettano la sperimentazione sui farmaci, ma, perbacco, non quella sui cosmetici. Quelli che non sapevano che sul loro territorio esistesse un laboratorio. Beh, ora lo sanno! Cosa credete che faccia un politico di questo genere? Semplice, cercherà di occuparsi del caso e forse prenderà provvedimenti. Certo, non condivide, ci mancherebbe. Forse, si potrebbe ipotizzare, che personaggi siffatti, per esprimere un punto di vista, si sintonizzino su quello che si può chiamare il “sentire comune”, ma non avendo la possibilità si sondare l'intimo delle persone, soprassediamo. Poi ci sono gli “animalisti”, quelli che mandano appelli al Presidente del Consiglio e a altri monumenti istituzionali affinché comprino i beagle pur sapendo due cose: che i loro interlocutori sconfesserebbero sé stessi, il Parlamento, le loro sacre leggi, le credenze ridicole su cui tali pratiche si basano (un po' troppo per essere ascoltati); che, se quei cagnetti venissero risparmiati, un altro carico li sostituirebbe. Evidentemente certi animalisti, con le loro fisime legalitarie non hanno ancora compreso una cosa: che la vivisezione è un crimine legalizzato e dunque, prima ancora di porgere umili richieste a chi, per il ruolo istituzionale che riveste, è responsabile di ciò che accade nel territorio nazionale, dovrebbe disporre di un proprio disegno generale e ben determinato per combattere una battaglia pur difficile. Cavalcare semplici umori momentanei non paga. Qualche giorno fa, in una lista di discussione animalista, un attivista si chiedeva: “Tante parole, persone che pensano che scrivere al berlusca possa salvare la vita ai beagles... tante domande che mi pongo: come mai proprio adesso e non 2 anni fa? Come mai proprio i *bigols* e non i vari topini, le scimmie, i maiali, i cavalli? Come mai la Morini e non la Green Hill 2001, la RBM e non la Glaxo? (sia chiaro, con tutto rispetto per chiuderemorini e norbm!) [Andrea Tuccia] La risposta è semplice: se un animalismo che fa fatica a affermarsi (ma ben orientato nei suoi propositi) sfrutta, come è suo impegno morale, eventi particolari (come Morini o RBM) per tentare costruirvi sopra una prospettiva, altri sono invece protesi unicamente verso scopi inconfessabili che prima o poi dovranno pur essere messi in luce
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Data: 24/12/02 |
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