Bloc Notes

La compagnia degli orrori

A cura del
Collettivo





Sono passate parecchie settimane da quando la Camera ha approvato il decreto che contiene le disposizioni per affrontare la 'crisi del settore zootecnico'. Il ddl in causa contiene le disposizioni per fronteggiare l'epidemia di BSE. I termini per lo smaltimento dei materiali a rischio vengono portati al 31 ottobre. La spesa stanziata è prevista in 152 milioni di euro di contributi statali. Per raggiungere la quota, è stato tagliato il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali per la ragguardevole cifra di 50 milioni di euro.


  • Il Ministro Alamanno, che aveva inizialmente ideato una tassa "sulla fettina" è stato costretto a fare marcia indietro. Si accede a contributi statali anziché a un'autotassazione dei necrofagi.

  • L'ex ministro per le politiche agricole, attuale presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio quisquilia sull'occasione persa per rilanciare il discorso sulla qualità. Solo dopo giustifica l'opposizione dell'Oliva con "ulteriori ragioni nei tagli assurdi all'assistenza sociale".

  • Le associazioni dei macellai si lamentano per la scomparsa "di promesse, bonus fiscali, mutui agevolati".

  • Il Coordinamento dell'Area Servizi Sociali delle Regioni, reagisce mediante il responsabile, l'Assessore del Veneto Antonio De Poli che non condivide un taglio alle risorse di un Fondo già esiguo destinate a fornire servizi e sostegno alla parte più debole della popolazione (come è noto, la parte più povera della popolazione è tenuta in gran conto da centro-destra e centro-sinistra).


A nessuno di quei signori viene in mente che si è perpetrato un fatto sociale di una gravità inaudita. Una cospicua parte di popolazione italiana che ha fatto la scelta ETICA del vegetarismo e veganismo è costretta a violentare la propria coscienza, e non per la prima volta. Ciò avviene con la sua partecipazione a quella spesa pubblica che serve per sostenere azioni che non esita a considerare delitti contro esseri senzienti.


I lestofanti potrebbero assumersi la responsabilità dei loro atti consumandoli all'interno del ciclo di quello che giudichiamo un autentico crimine. Basterebbe poco: distribuire quei miserabili euro nella trafila della produzione e del consumo. Le loro tasche non ne soffrirebbero più di tanto. No! Essi devono trascinare vegetariani e vegani nella loro sozzura consumando l'ennesimo atto simbolico di violenza sottile. Del resto ben si comprende: se esercitano o ammettono o proteggono una violenza bestiale nei macelli non avranno alcuna difficoltà a esercitare una violenza più fine e psicologica su chi spesso è deriso come diverso.


Ma ciò che non riusciamo a concepire è come mai associazioni di vegetariani, animalisti, liberazionisti non trovino un motivo buono, una volta per tutte per fare sentire la propria voce attraverso l'unico strumento che "Lor Signori" riescono a sentire: l'obiezione fiscale.


L'obiezione fiscale sarebbe l'atto simbolico che riuscirebbe a rendere visibile, presso l'opinione pubblica, la violenza riservata a esseri assassinati a milioni nei campi di sterminio del nostro Paese. L'obiezione fiscale obbligherebbe i media a prendere atto dell'esistenza di coloro che sembrano non esistere, afflitti come sembrano da sindrome catacombale. L'obiezione fiscale sarebbe un'azione di guerra, ancorché pacifica per urlare la nostra insofferenza contro atti di violenza scagliati contro esseri martoriati e contro la coscienza di chi non vuole aver niente a che fare con atti di sangue.


E dunque, di fronte a queste oscenità, i portatori di una visione diversa del mondo trovino il coraggio di usare l'estrema risorsa, quella di costringere l'Arroganza e la Violenza a mostrare i muscoli polizieschi, politici, giurisdizionali e mediatici. Non è detto che siano sufficienti contro la nostra battaglia di civiltà.


Allora il collettivo chiede, prega, scongiura le associazioni vegetariane, vegane, animaliste e tutti coloro che hanno a cuore una società più umana e senza violenza di costituire nei prossimi tempi un coordinamento che abbia la capacita di farsi sentire in mezzo al clamore selvaggio di macellai, politici, demagoghi.


Perché non si debba aspettare la prossima generazione per sperare di incominciare a dare un segno.





Data: 27/04/02

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