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Benessere animale |
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cura del |
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Il Manifesto del 23 gennaio, in un resoconto sul congresso della FLAI-CGIL, riporta alcuni frammenti di relazione dell'assise congressuale. Ebbene, siamo rimasti colpiti da una affermazione: «... ma non e' affatto l'ennesimo rifugiarsi dietro i movimenti 'no global'. Anzi la critica di merito severa tocca anche loro che si ritrovano a parlare, nei documenti, ... perfino di benessere animale. Un po' di tutto, lamenta la FLAI, tranne che dei 700.000 lavoratori dipendenti... e soprattutto dei lavoratori extracomunitari, totalmente in nero, senza diritti, puri mezzi di produzione, non-uomini.» Questa frase è falsa, a meno che parlare perfino di benessere animale non significhi semplicemente produzione biologica di carne di qualità. Sarà bene che anche da un punto di vista semantico si torni a usare le parole con il loro autentico significato. E allora si scoprirebbe che i no global sono, da questo punto di vista, dislocati sulle posizioni della stragrande maggioranza di bertinottiani, forzisti, fascisti, cristiani, islamici, e di tutta la bella compagnia che comprende anche macellai, pellicciai, cacciatori, idraulici, casalinghe, saltimbanchi e parlamentari. Nei giorni del G8 a Genova abbiamo fatto circolare un comunicato a firma di Mucca103, AnimaLex, Rinascita Animalista sulla questione animale. Il successo di quella distribuzione e' stato zero considerando la disponibilità a riflettere sul problema da parte di quella fiumana di persone tutta protesa a interessi diversi. Un giovanotto con il volto perfettamente uguale a quello del Che, ricevendo il volantino ha esclamato con lo stesso stile preformato che anima tutti gli antropocentristi del mondo: Prima gli uomini, poi gli animali. A nulla è valso rispondergli che mentre si occupava di uomini poteva evitare quel panino al prosciutto che stava smozzicando. Ci ha guardati come se fossimo marziani. E invece sarà ora di svegliarsi, cari compagni, e comprendere che disporre di un basso salario e niente diritti, fatti intollerabili sui quali bisogna certo trovare rimedi, per quanto possa essere grave, è sempre meglio che ricevere un anodo in bocca e un catodo nell'ano, o mazzate sul collo o in fronte, e tutto questo dopo una vita di torture insopportabili. Torture che fanno impallidire la sofferenza di Cristo. Per voi che provate fastidio per l'espressione benessere animale, quel dolore non esiste mentre gli animalisti, quelli veri, sono consapevoli che il benessere delle creature viventi non può prescindere da una soluzione globale che rispetti tutte le forme di vita. Chi ha disprezzo per la vita degli animali deve sperare soltanto una cosa: che la compassione non generi un odio inestinguibile negli animalisti di prossima generazione. In alternativa può incominciare a dissipare le nebbie che occultano un infinito dolore colpevolmente ignorato. Potrebbe essere la Svolta
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Data: 25/01/02 |
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