Comunicati

Un passo avanti, due indietro...

A cura del
Collettivo




La II Commissione Giustizia del Senato ha approvato in sede deliberante il testo di revisione della legge 727, relativa al maltrattamento degli animali.

Esso, a nostro parere, rappresenta un atto di gravità eccezionale perché:

a)      pur introducendo nuove fattispecie di reato, restringe la pur debole protezione che prima era riservata a tutti gli animali indistintamente;

b)      pur essendo il testo originario approvato alla Camera (gennaio 2003) già criticabile sotto un buon numero di aspetti sostanziali, le scritture successive sono state ulteriormente svilite con una serie di emendamenti palesemente peggiorativi;

c)      pur essendo migliorata a livello di percezione sociale la sensibilità per la "questione animale", il Parlamento, lungi dal tentare di sviluppare ulteriormente tale percezione e adempiere al suo ruolo di stimolatore di civiltà, ha rinunciato a farlo xxx xxxxxx xxxxxxxxxx xxxxxxxxxxxxx.

Tutto ciò dimostra che:

a)      l'attenzione legislativa alla "questione animale" non va oltre a una semplice manifestazione di zoofilia (amore per gli animali di affezione) e, considerando lo sterminio di centinaia di migliaia di animali di affezione ogni anno sotto forma di maltrattamenti e abbandoni, non ottiene risultati nemmeno su questo piano;

b)      il Potere specista è ormai talmente caratterizzato che non si accontenta più del tradizionale livello di ambiguità che si annida tra le pieghe del linguaggio, ma pretende la massima chiarezza nella scrittura delle leggi per coprire con l'ombrello dell'impunità le violenze compiute sulle "persone senza rappresentanza";

c)      l'ostilità moderata, ma inequivocabilmente crescente, della maggioranza del popolo italiano contro la caccia, gli allevamenti intensivi, la sperimentazione dei cosmetici e, in genere, i maltrattamenti su esseri sensibili non riesce a trovare i canali di formazione della volontà con grave pregiudizio di efficacia del modello della rappresentanza democratica.

In particolare, quest'ultimo  punto ci conduce a riflessioni nuove. Cercheremo, dunque, vie inesplorate perché si possano conseguire quei risultati per i nostri fratelli e le nostre sorelle a cui noi, per loro amore, non potremmo mai rinunciare.

Nel contempo ci poniamo una domanda cruciale. Fino a quando il nuovo animalismo, quello veramente consapevole e intimamente guidato da motivazioni etiche potrà continuare a accettare supinamente le regole di un gioco eternamente perdente? Fino a quando?




Data: 22/07/04

torna a: comunicati

index