Officina della THEORÎA

Non toccate la nostra liberta!
- Elaborazione del Collettivo su un volantino delle donne milanesi di -
- “Usciamo dal silenzio” -



Sabato 24 novembre a Roma vi sarà la manifestazione contro la violenza sulle donne. Il testo riportato sotto, sulla colonna di sinistra, è il volantino di adesione delle donne milanesi di «Usciamo dal silenzio» (www.usciamodalsilenzio.org). Su quella base abbiamo pensato di costruire una specie di parafrasi – colonna di destra – che qualcuno/a potrà ritenere provocatoria.

Invece non abbiamo nessun intento provocatorio verso le donne le quali costituiscono una risorsa umana fondamentale per perfezionare la società. Solo un'occasione per ricordare che per un perfezionamento vero e duraturo è necessario vincere ogni forma di violenza; anche quella infinita, così nascosta, ma così vicina che tutti i giorni esercitiamo sugli animali in modo diretto o indiretto.

Vogliamo sperare che le donne, le quali sopportano il peso inaccettabile di un retaggio culturale che arriva da lontano, trovino le ragioni per voltarsi indietro, guardare chi sta infinitamente peggio di loro e solidarizzare con una condizione per molti ancora inimmaginabile. Una società senza violenza deve essere una società senza violenza per tutti.



14 milioni di donne tra i 15 e i 60 anni hanno subito, nel corso della loro vita, una qualche forma di violenza: sessuale, fisica, psicologica.

800 milioni di animali (solo nel 2007) hanno subito nel corso della loro vita in Italia profonde violenze sessuali, fisiche e psicologiche.

Soltanto il 18,2 per cento di loro ha saputo vedere quella violenza e riconoscerla come un reato.

Nessuno di loro, pur subendola, ha saputo riconoscere quella violenza come reato.

Il 95 per cento delle violenze non è mai stato denunciato.

Il 99,99999 per cento delle violenze non è mai stato denunciato. Tutte le violenze si sono concluse con la morte.

La maggior parte delle violenze avviene in casa o per mano di un uomo conosciuto.

La maggior parte delle violenze avviene negli stabulari, negli allevamenti, nei macelli, nei boschi per mano di addetti conosciuti e autorizzati.

Il 69,7 per cento degli stupri è ad opera del partner. Partner ed ex sono responsabili della maggior parte delle violenze fisiche.

I responsabili delle violenze sono i “padroni”, ma lo siamo anche noi con le nostre abitudini alimentari, con i nostri consumi “innocenti”.

57 donne sono state uccise in Italia nei primi sei mesi del 2007.

Tutti gli animali, tranne una piccola percentuale di 'schiavi da compagnia' sono stati uccisi dopo tortura

La violenza contro le donne ci riguarda tutte, ci minaccia, non ci riconosce libere.La violenza contro le donne non è un destino per nessuna. Né in casa, né fuori.

La violenza contro gli altri animali ci riguarda tutti, e rendendoci ignobili, non ci permette di riconoscerci liberi. La violenza contro gli animali non è un destino per nessuno di essi. Né in casa, né negli allevamenti né in nessun altro luogo.

La violenza contro le donne non è cronaca nera, ma è figlia del rapporto di potere tra gli uomini e le donne, sia nella loro relazione intima che sulla scena pubblica.

La violenza contro gli altri animali non è cronaca nera, ma è figlia del rapporto di potere tra gli umani e gli altri animali, sia nella società che nella natura.

La violenza contro le donne non è un fatto privato, ma una misura dell’assenza di democrazia. La violenza contro le donne esige parola pubblica e parola di donne e uomini.

La violenza contro gli altri animali non è un fatto privato, ma una misura dell’assenza della giustizia. La violenza contro gli altri animali esige la parola dei giusti nell’arena pubblica.

La violenza contro le donne non ha passaporto, non può essere strumentalizzata addebitandola alla presenza degli stranieri in Italia, dando così vita a un clima da allarmante xenofobia.

La violenza contro gli altri animali non ha passaporto, non può essere strumentalizzata attribuendola alla presenza degli stranieri in Italia (macellazione rituale, ristoranti cinesi) dando così vita a un clima di allarmante xenofobia.

Andiamo in piazza il 24 novembre a Roma alla manifestazione organizzata da controviolenzadonne per:

Il 24 novembre esprimiamo solidarietà alle donne che pongono le loro ineludibili questioni, e, contemporaneamente, approfittiamo dell'occasione per:*Nota

  • ribadire che la violabilità storica del corpo delle donne è l’origine della violenza e riaffermare che la libertà delle donne è alla base della convivenza tra le persone;

  • rifiutare ogni scorciatoia che iscrive ad una questione di sicurezza urbana il tema della violenza e che la lega al fenomeno migratorio;

  • spezzare il silenzio che, in particolare, copre la violenza che avviene tra le mura domestiche;

  • rompere la solitudine delle donne che subiscono violenza - fisica, psicologica, economica - e che devono trovare sostegno e condivisione nell’uscirne.

  • ricordare che la violabilità storica del corpo degli animali è l’origine della violenza, e che la libertà degli animali è anche un potente mezzo per perfezionare la convivenza tra gli esseri;

  • rifiutare ogni scorciatoia che inscrive il tema della violenza sugli animali al fenomeno migratorio e xenofobo;

  • disprezzare il silenzio che copre la violenza tra mura impenetrabili e nasconde agli ignari il destino degli animali;

  • tentare di rompere la solitudine degli animali che subiscono tortura - fisica, psicologica, economica – e morte violenta e che devono trovare sostegno e condivisione per ristabilire i loro diritti.

Il 24 novembre chiederemo ancora una volta: parola pubblica in tema di violenza e assunzione di responsabilità da parte di chi governa.

In ogni occasione gli umani che rivendicano diritti per gli animali chiederanno parola pubblica in tema di violenza e pretenderanno assunzione di responsabilità da parte di chi governa.

La questione della violenza deve trovare nell’agenda politica, come in altri paesi è successo, la stessa centralità che ha nella vita delle donne.

La questione della violenza verso gli animali deve trovare nell’agenda politica la stessa centralità che ha in altri contesti sociali.

Vogliamo l’approvazione rapida delle misure che i centri antiviolenza sollecitano quali quelle contro lo stalking (persecuzione continuativa), perché va a colpire il prologo di violenza dei troppi omicidi di donne nel nostro Paese, e l’estensione della legge Mancino contro l’omofobia sollecitata dal movimento glbt.

Non vogliamo nessuna approvazione di alcuna misura parziale, ma il recupero totale della loro libertà e la liberazione dalla persecuzione continuativa che li attanaglia da tempi immemorabili; conviene anche a noi perché tale situazione va a alimentare la violenza nelle sue molteplici forme.

Vogliamo una legge che sia per le donne e non per la famiglia.

Non vorremmo nessuna legge che li riguardi, perché essi non ci appartengono. Però, se ciò può servire a recuperare la nostra umanità, potremmo accettare una legge per gli animali che ci aiuti ad avere una regola di giustizia nei loro confronti. Potrebbe essere:

  • Una legge che sostenga la loro libertà di scelta e il loro bisogno di riprendere in autonomia il filo della propria vita.

  • Una legge che affronti la radice culturale della violenza come sintomo dell’ineguaglianza, che investa i poteri pubblici della responsabilità di prevenirla, individuarla e combatterla in sinergia tra loro e usando delle competenze della rete dei centri antiviolenza e del movimento delle donne.

  • Una legge che, attraverso campagne di educazione al rispetto e la sensibilizzazione di media e pubblicità contro gli stereotipi sul corpo femminile e sui ruoli, si dia intera l’ambizione di contribuire a un nuovo disegno di convivenza civile tra tutte le donne e tutti gli uomini che abitano il nostro Paese.

  • Una legge che sostenga la loro libertà e il loro bisogno di riprendere in autonomia il filo della propria vita.

  • Una legge che affronti la radice culturale della violenza come sintomo dell’ineguaglianza, che investa i poteri pubblici della responsabilità di prevenirla, individuarla e combatterla in sinergia tra loro e usando le competenze del movimento antispecista.

  • Una legge che, attraverso campagne di educazione al rispetto e la sensibilizzazione di media e pubblicità contro gli stereotipi sul corpo animale, si dia intera l’ambizione di contribuire a un nuovo disegno di convivenza civile tra tutti gli esseri che abitano il nostro Paese.

Usciamodalsilenzio

Usciamo dal silenzio anche noi! Purtroppo i nostri interlocutori sono più sordi dei vostri.


*Nota: La stesura precedente (Il 24 novembre non andiamo da nessuna parte perche’ nessuno organizza per gli altri animali manifestazioni veramente importanti contro la violenza che subiscono, ma approfittiamo dell'occasione per...), ritenuta giustamente fonte di equivoci, è stata sostituita con la presente che rappresenta con esattezza il senso che si voleva dare in origine. . Si ringraziano coloro che hanno segnalato l'incertezza nella comunicazione.




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13/11/07