Officina della THEORÎA

Memoria sulla genesi della legge 189/04
prima della formazione del “Cartello dei 50”-
- a cura del Collettivo -








Può essere utile una memoria sugli atti che hanno accompagnato l'approvazione della recente legge “sui maltrattamenti”?
Con una certa costanza, occorre ammetterlo, abbiamo scartabellato l'archivio di RA per ripercorrere le fasi di accompagnamento animalista all'indecoroso approdo. Lo sforzo è stato probabilmente inutile, ma tenevamo in modo particolare alla conservazione dei momenti emblematici di questa vicenda.
La memoria costituisce sempre una piccola face nella notte della storia umana.



1)      Nel 2000 l’associazione UNA promuove una petizione popolare di modifica dell’allora attuale art.727CP relativo ai maltrattamenti sugli animali. La petizione si risolve in una considerazione di inadeguatezza dell’articolo e chiede un adeguamento delle sanzioni: “I sottoscritti cittadini chiedono di modificare l’articolo 727CP, configurando il fatto di maltrattare, torturare, e uccidere animali come delitto, pertanto punito con la reclusione”

2)      Successivamente si presenta un periodo di latenza finchè, nel 2002, altre associazioni animaliste e protezioniste ritengono di scendere in lizza chi, sfruttando relazioni privilegiate in Parlamento, chi, semplicemente, presentando ipotesi di ddl alle istituzioni. Nascono così:

a.      la proposta di legge della LAV

b.      il disegno di legge Buccero ENPA

c.      la proposta di ddl della Lega Nazionale del Cane

d.      la proposta di legge di modifica dell’art.727 cp degli Animalisti Italiani

3)      Queste richieste si distinguono per articolati precisi tendenti a fornire al Legislatore un’indicazione ritenuta pertinente sulla base di esigenze valutate emergenti e inderogabili. A questo punto emergono quattro osservazioni. Punto primo. Le associazioni si sono presentate in ordine sparso quando avrebbero potuto concordare con l’UNA un’azione comune. Naturalmente non si sa se l’UNA si sia mossa con un formale invito alle altre associazioni e queste abbiano lasciato cadere la proposta preferendo un’azione “personalizzata”, o se questo non sia accaduto. Sarebbe importante saperlo ai fini di un giudizio di merito. Occorre valutare comunque che il naturale atteggiamento solipsistico tipico degli animalisti che li spinge a muoversi in modo autonomo e slegato, se talvolta può avere una giustificazione legata alle specializzazioni degli interventi, è semplicemente aberrante nella proposta di definizione di una legge “generalista” sui maltrattamenti. Punto secondo (...il naturale portato del punto primo) Sono state proposte disorganiche e fortemente differenziate offrendo un esempio eclatante della dispersività del movimento animalista italiano. Punto terzo. Si assiste a un fenomeno incredibile. Tre delle proposte animaliste contengono in modo esplicito un elemento che verrà recepito da Legislatore in termini formali e inequivocabili e che costituirà l’elemento di fatto “regressivo” che spingerà all’indietro il potenziale evolutivo del vecchio articolo del CP. Si salvano parzialmente gli Animalisti Italiani i quali non pongono eccezioni all’estensione della copertura della legge, ma si “dimenticano” di selvatici e sinantropici. Punto quarto. Nei mesi successivi, mentre la Commissione Parlamentare Giustizia incomincia a muoversi, si assite a un osceno balletto in cui i vari promotori delle varie iniziative incominciano a arrogarsi il merito di aver promosso l’iniziativa parlamentare. C’è persino chi chiama la futura legge, “legge XXX” dove al posto delle X bisogna intendere un singolo promotore. Ognuno tira la coperta per sé in un goffo atteggiamento propagandistico.

4)      L’UNA perde le staffe con un certo grado di ragione. Una lettera aperta a firma del presidente dell’UNA, Ebe Dalle Fabbriche, reagisce con durezza: “Mi viene spontaneo per essere chiara, puntare il dito sulla proposta della riformulazione dell’articolo 727, che è stata presentata più di due anni fa dal Movimento UNA e da tutto il Coordinamento delle Associazioni Animaliste (del quale fanno parte oltre 60 associazioni). Ora di tale proposta si sono appropriate, singole associazioni, e modificandola e frastagliandola,  hanno creato unicamente dispersione di lavoro e di tempo prezioso.” Tuttavia la definizione del grado di ragione (assoluto o soltanto parziale) del presidente dell’UNA dipende dall’eventuale tentativo fatto in precedenza per coinvolgere gli altri. Perché è chiaro che se, di fronte a un progetto così importante ci fosse stato un’opzione individualistica di tale associazione, anch’essa dovrebbe essere stigmatizzata per le stesse ragioni degli altri con la sola attenuante di essersi mossa per prima e nel deserto.

5)      Il 15 Gennaio 03 la Camera approva con sorprendente unanimità il ddl 1930, "Disposizioni a tutela degli animali", un testo regressivo che  fa piazza pulita di alcuni pilastri che la letteratura giuridica aveva individuato nella l.n. 473/93. Ma la nuova legge introduce delle fattispecie che specificamente mancavano (combattimenti tra gli animali) e porta a un aggravio delle pene per comportamenti valutati “delitti” e non più “contravvenzioni”.

6)      Queste novità sono sufficienti per mandare in estasi le associazioni che avevano prodotto proprie proposte. Naturalmente si scatena la bagarre propagandistica tendente a bar passare direttamente o indirettamente l’idea che il Parlamento abbia recepito le proprie ipotesi. Nessuno si accorge che la presenza di una dizione particolare (“Chiunque, senza necessità. ovvero fuori dei casi previsti della legge… incrudelisce ecc….”) impedisce alla nuova norma di essere caratterizzata in modo evolutivo, come era possibile per il vecchio articolo. Inoltre vi sono ulteriori aspetti gravemente negativi che verranno posti in evidenza con molta chiarezza al Convegno di Genova nel mese successivo (febbraio).

7)      Al convegno di Genova organizzato dalla LIDA all’inizio di marzo, Rinascita Animalista propone la prima parte di un documento (consultabile in “Officina della theoria”) in cui molti aspetti negativi del ddl 1930 vengono mesi in evidenza. Ma altri due documenti presentati da parte del Movimento Antispecista e dalla LIDA stessa, grazie alla disponibilità di una migliore cultura giuridica, evidenziano con ulteriore rigore l’assurdità di certi passaggi. Mentre LIDA e Movimento Antispecista fanno pervenire al Parlamento le loro considerazioni con richiesta di emendamenti alla legge (chissà perché lo stesso documento è firmato e spedito separatamente...), l’On. Sergio Berlato emette un comunicato stampa in cui solleva obiezioni contro la pericolosità della legge che permetterebbe “…il transito di pericolose incursioni animaliste dalle conseguenze imprevedibili” e invita i colleghi senatori a ripensare la stesura della legge.

8)      Alcuni giorni dopo, gli Animalisti Italiani riprendono il loro battage pubblicitario e bombardano le liste con l’invito a mandare al Senato messaggi di sollecitazione per una rapida votazione del ddl. Per loro, evidentemente va tutto bene così com’è. “L'incontro con il presidente della commissione giustizia e' stato positivo e la nostra sensazione e' che molto presto chi maltratta o abbandona un animale si trovera' a passare molti piu' problemi di oggi!!!”

9)      Il 1 luglio 2003 nel silenzio totale che avvolge gli eventi che stanno maturando, emettiamo il comunicato: “Animalismo italiano… sei ammalato” con il quale si deplorano i silenzi dell’ambiente animalista. Il comunicato sarà seguito, due settimane più tardi, da una e-mail con stesso oggetto indirizzato alle liste animaliste per dimostrare quanto le associazioni presentatrici delle proprie proposte abbiano contribuito a far passare la filosofia che il Parlamento ha fatto propria.

10)  Intorno a metà luglio le agenzie di informazione si scatenano nel riportare le considerazioni entusiaste di personaggi in vista di associazioni. In questo caos apologetico, il 17 luglio compare un messaggio assai dimesso degli Animalisti Italiani che invitano alla consueta petizione, questa volta al presidente della Commissione Giustizia del Senato, affinchè una ulteriore modifica del testo del ddl sia eliminato. "Le disposizioni del titolo IX-bis del Libro II del codice penale non si applicano ai casi previsti dalle leggi speciali in materia di caccia, di pesca, di allevamento, di trasporto, di macellazione degli animali, di sperimentazione scientifica sugli stessi, di attività circense, di giardini zoologici, nonché delle altre leggi speciali in materia di animali". Vale osservare che l’eventuale ritorno alla prima stesura non modificherebbe la sostanza delle cose, dato che la modifica imposta dal Senato costituisce soltanto una sottolineatura di quanto, nel ddl della Camera, era detto in posizione più defilata, ma altrettanto inequivocabile. Inoltre agli AI sfugge un altrettanto colpo da maestro dei Senatori: il cambiamento della collocazione delle norme all'interno del codice penale; non più sotto il titolo XII ("Dei delitti contro le persone"), bensì sotto il titolo IX ("Dei delitti contro la moralità pubblica e il buon costume") riportando scandalosamente la questione alla situazione precedente alla legge del 93’. Un bel passo indietro che si aggiunge a tutti gli aspetti negativi rilevati già nel testo approvato alla Camera.

11)  Evidentemente gli AI si dimenticano alla sera quello che è passato per la mente al mattino. Così, con il bombardamento mediatico cui sono adusi, invitano nei giorni successivi a spingere il Parlamento a una approvazione rapida prima dell’estate dimenticandosi delle loro stesse osservazioni. La ragione? L’incombere dell’estate (notare che ci siamo profondamente dentro essendo la fine di luglio) e la necessità di contrastare gli abbandoni con quella legge!

12)  Con la fine di luglio del 2003 la Lega Nord affossa definitivamente ciò che ormai attraverso regressioni, riscritture, attenuazioni e paure parlamentari è assolutamente irriconoscibile come una legge a favore degli animali. Eppure qualche parlamentare (la Verde Zanella) rileva che "il testo non aveva certo contenuti radicali e questo rende ancora più grave l'atteggiamento di Lega e AN che hanno impedito l'approvazione di una legge a salvaguardia degli animali di affezione" [lapsus micidiale n.d.r.]. Interessante tesi: siamo arrivati al punto che qualunque schifezza deve essere approvata perché meglio di niente, anche se questa schifezza cancella impostazioni precedenti capaci di possedere potenzialità evolutive. E poi insistono: "A settembre - annunciano - continueremo la nostra battaglia per fare una buona legge per tutelare gli animali e siamo pronti a organizzare un bel girotondo di cani e gatti sotto Montecitorio". Con questi amici gli animali sono perduti.

13)  A metà luglio (17) Sì della 2a Commissione in sede deliberante. La Commissione Giustizia ha approvato, in sede deliberante, il ddl 1930 ("Disposizioni a tutela degli animali") già approvato dalla Camera. Essendo stato modificato dalla Commissione, il testo torna alla Camera per la terza lettura. Così si scatenano gli apologeti: ''Pur con tutte le modifiche apportate rispetto al testo che fu approvato alla Camera che vedono l'esclusione della validita' delle norme in tema di circhi, giardini zoologici, vivisezione, allevamenti e altro, il nuovo testo e' sicuramente un grande passo in avanti verso l'Europa e la civilta' in tema di riconoscimento, rispetto e tutela dei diritti di tutti gli animali''. Lo dichiara Paolo Manzi, presidente dell'Ente nazionale protezione animali (Enpa). ''Questo testo - dichiara Felicetti - dopo il voto finale che la Camera potra' dare entro qualche giorno, portera' l'Italia allo stesso livello degli altri Paesi proprio nel periodo di presidenza dell'Unione Europea. Una vera e propria promozione degli animali nella serie A della considerazione giuridica''. ''Riteniamo di aver fatto un buon lavoro, modificando solo l' essenziale rispetto al testo della Camera, salvaguardando, inoltre, i principi generali del diritto''. Cosi' Ettore Bucciero, senatore di An e primo firmatario del provvedimento sui maltrattamenti agli animali. ''Resta fermo, infatti, che l' animale - spiega - non assurge a soggetto titolare di diritti ma viene tutelato il generale e sempre piu' diffuso sentimento dell' uomo nei confronti di esseri viventi capaci di sentire e soffrire''. (ANSA).

14)  Con la fine di luglio si registra infine un lodevole tentativo dell’UNA di portare all’attenzione dell’animalismo una situazione ormai diventata insostenibile: “Considerazioni sul nuovo testo maltrattamento animali”. La situazione è però ormai deteriorata e non è più possibile dare corso ad altro che una manifestazione di dissenso. Ma anche questa è iniziativa complessa perché dentro il movimento animalista si estraggono considerazioni fuorvianti come: “Incominciamo a prendere questo e poi vedremo in futuro”. Ragionamento fallace anche in una logica riformista, considerando che la prossima legge spazzerà via un potenziale che già era disponibile e non è stato mai utilizzato, durante il suo corso decennale, dall’associazionismo animalista.

15)  L’estate è passata. Gli abbandoni estivi ci sono stati. Ma gli Animalisti Italiani auspicano una “rapida approvazione della legge”

16)  All’inizio di settembre l’UNA chiede la “disponibilità per una manifestazione di dissenso a Roma intorno al 10  di settembre per esprimere il dissenso degli animalisti in merito al nuovo  testo approvato al Senato in materia di maltrattamento.   Sono graditi proposte e suggerimenti”

17)  Il 12 settembre Walter Caporale dichiara che nessuna associazione animalista, tra gennaio e luglio ha presentato in Parlamento degli emendamenti migliorativi alla legge in senso più animalista: sono stati soltanto fatti proclami via internet che non si sono concretizzati in emendamenti o proposte migliorative.

18)  Il 20 settembre viene fatta circolare dagli AI una informazione relativa a una manifestazione da tenersi 5 giorni dopo contro l'attuale testo della legge antimaltrattamenti e i contenuti dell'ordinanza Sirchia. La manifestazione è indetta da Animalisti Italiani, Lega Nazionale per la Difesa del Cane - Movimento UNA.

19)  Il giorno successivo il Movimento UNA dà segni di preoccupazione: “...In particolar modo il punto due [la legge contro i maltrattamenti (n.d.r.)] presuppone che tutti gli "aderenti"  all'iniziativa non chiedano contemporaneamnete la rapida approvazione del testo vecchio perche' cio' sarebbe evidentemente contraddittorio. Sotto questo profilo, la presenza di due "promotori" strani su tre (sottolineatura nostra), solleva dubbi, incertezze e confusioni che si spera possano essere risolti nella necessaria chiarezza. Il timore è che l’attenzione venga dirottata sull’Ordinanza Sirchia!

20)  Il 12 ottobre la LAV segnala i rischi di un ulteriore peggioramento del pdl che si verificherà puntualmente: “Questo l’allarme lanciato dalla LAV, che chiede ad animalisti e cittadini di inviare un appello al Presidente del Consiglio, on. Berlusconi, agli onn. Fini, Bossi, Buttiglione ed ai deputati della Commissione Giustizia della Camera. In questa sede infatti il relatore, on. Perlini di Forza Italia, ha dato parere favorevole a tre emendamenti della Lega Nord che limiterebbero il raggio d’azione della normativa, escludendo dalla sanzione chi detiene animali “in condizioni incompatibili con la loro natura” o chi li sottopone a spettacoli o manifestazioni “insostenibili per le caratteristiche etologiche degli stessi”, oltre a circoscrivere il campo d’azione delle guardie particolari giurate delle associazioni protezioniste e zoofile riconosciute alla sola “vigilanza degli animali d’affezione”, ovvero cani e gatti.” Questo avverrà puntualmente, ma la LAV, a quel punto sbandiererà un grande successo. I misteri della mente...

21)  Il 13 ottobre gli Animalisti Italiani chiedono al popolo animalista di inviare una lettera a tutti i membri della Commissione Giustizia della Camera, al Presidente del Consiglio e ai Capigruppo della Camera dei Deputati  per chiedere di NON votare il testo caratterizzato secondo i criteri riportati al punto recedente. 

22)  Il 18 dicembre l’UNA manda un segno trasversale e in un messaggio pubblico afferma: “Nel Marzo 2003 al convegno di Genova,   c'è stato chi, dopo essersi assicurato dell'assenza di giornalisti e telecamere, ha definito la legge antimaltrattamenti (quando ancora a molti  pareva una bella legge), una schifezza che non tutela gli animali.  Ora invece, pur dopo tanti peggioramenti,  insiste per chiederne  l'approvazione...” Che sia una critica al personaggio più influente della più antica associazione protezionista italiana? Mah...

23)  Il 9 gennaio 2004 la LAC dà segni di vita con un comunicato ufficiale: Il Consiglio direttivo della LAC Lega Per l'Abolizione della Caccia,  riunito a Bologna recentemente, ha approvato all'unanimità una mozione che  rileva che la modifica dell'articolo 727 del codice penale, relativo al  reato di maltrattamento di animali, così come approvata in seconda lettura  dal Senato a fine anno 2003, determinerebbe, qualora fosse approvata  definitivamente, un peggioramento dell'attuale normativa sul maltrattamento  degli animali. Seguono interessanti casistiche

24)  Spaventati dal risveglio della LAC (?), i “magnifici sette” provvedono a spiegare la loro posizione con il comunicato lunare del 13 gennaio che provvediamo a riportare nelle parti essenziali perché troppo bello. Due obblighi per il lettore: 1) importante che non sfugga la parte della dichiarazione in grassetto; 2) importante che non sfugga la firma del presidente degli AI dopo le ultime dichiarazioni di fine anno (vedi punti 21 e 22). Dite se l’UNA non faceva bene a non fidarsi... “Enpa Legge contro i maltrattamenti degli animali: appello delle associazioni Roma - Appello delle associazioni animaliste ed ambientaliste, Animalisti  Italiani ­ Enpa - Forza Piccoli Amici ­ Lav - Lega nazionale per la difesa  del cane-Lipu-Wwf, per il terzo voto del Parlamento. Nonostante alcuni  emendamenti peggiorativi approvati, rimane un testo innovativo ed utile per  contrastare violenze, abbandoni e combattimenti. Era stato già approvato dall'Aula della Camera (positivamente) nel gennaio  2003 e dal Senato (con alcuni peggioramenti ma anche con alcuni  miglioramenti) nel luglio seguente. Poi in ottobre scorso, in terza  lettura, il testo C432/B "Disposizioni a tutela degli animali" è stato  approvato in sede referente con nuovi emendamenti dai deputati della  Commissione Giustizia, dove hanno purtroppo vinto in parte gli interessi di  chi evidentemente vuol continuare a maltrattare impunemente alcune specie  animali. Pur rimanendo in piedi altre fattispecie di reato, si limita infatti il  raggio d'azione della normativa, escludendo dalla sanzione chi detiene  animali esplicitamente "in condizioni incompatibili con la loro natura" o  chi li sottopone a spettacoli o manifestazioni "insostenibili per le  caratteristiche etologiche degli stessi", oltre a circoscrivere il campo  d'attività delle guardie particolari giurate delle associazioni  protezioniste e zoofile riconosciute alla sola "vigilanza degli animali  d'affezione", ovvero cani e gatti. Inoltre le Regioni potranno autorizzare  "manifestazioni storiche e culturali" con uso di animali, alle quali non si  applicheranno gran parte delle previsioni della legge mentre per altri  settori di impiego degli animali (allevamento, caccia, pesca,  sperimentazione, ecc.) non si potranno sommare le sanzioni già previste in  leggi speciali con quanto previsto da questa riforma del Codice penale. Ma  ciò non potrà impedire, come adesso, peraltro, che i reati previsti siano  applicabili anche a quelle condotte quando vanno aldilà di ciò che è  previsto dalla normativa di settore. D'altronde, l'attuale articolo 727 del  Codice penale contro il maltrattamento degli animali non solo è stato  applicato a questi settori molto raramente ma anche senza sanzioni davvero  efficaci. A differenza, queste ultime, dall'attuale testo all'esame del  Parlamento. Chiediamo, quindi, che venga ripristinato il primo testo  approvato dalla Camera dei Deputati e, comunque, che questo attuale testo,  in ogni caso concretamente innovativo contro combattimenti, abbandoni,  uccisioni, molte modalità di maltrattamenti, pellicce di cane e gatto,  venga licenziato nel più breve tempo possibile e dia modo al Senato, in  quarta lettura, di vararlo definitivamente. Il rischio infatti è che man mano il provvedimento venga spolpato e poi  venga sepolto condannando gli animali a non veder approvata questa riforma  di civiltà nemmeno in questa legislatura. Questo Disegno di Legge, pur con alcuni limiti, rappresenta ancora infatti  un grande cambiamento per la considerazione giuridica degli animali... I presidenti delle Associazioni Animalisti Italiani – Walter Caporale; Enpa - Paolo Manzi; Forza - Piccoli Amici - Paolo Baraschi; Lav - Adolfo Sansolini; Lega Nazionale per la Difesa del Cane - Laura Rossi; Lipu - Giuliano Tallone; Wwf - Fulco Pratesi.

25)  Nei giorni successivi la LAC prende una interessante iniziativa: “La LAC è assolutamente contraria al testo della proposta di legge sul maltrattamento nella sua ultima versione approvata dalla Commissione Giustizia. Nel caso che non fosse possibile ripristinare il testo originario, la LAC chiede piuttosto che la proposta di legge venga abbandonata.”. Alla lodevole iniziativa LAC, che tuttavia ricade nella trappola del testo originario, rispondono nei giorni successivi “Animalitalia”, UNA (che conia il fortunato slogan “sgorbio giuridico”) finché la LIDA prende l’iniziativa di unire le forze che si raccoglieranno in breve tempo intorno al “Cartello delle 50 Associazioni”.

 

A questo punto la storia diventa recente e riteniamo di non dover proseguire la memoria. Tutto quanto segue diventa registrato negli archivi di alcuni siti e il nostro faticoso sforzo di ricerca può dirsi esaurito.



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06/09/04