Officina della THEORÎA |
Comunicati
a confronto |
|
|||
---|---|---|---|---|---|
|
1° comunicato |
2° comunicato |
|
||
Legge
contro i maltrattamenti degli animali: appello delle associazioni
animaliste ed ambientaliste, Nonostante alcuni emendamenti peggiorativi approvati, rimane un testo innovativo ed utile per contrastare violenze, abbandoni e combattimenti Era stato già approvato dall'Aula della Camera (positivamente) nel gennaio 2003 e dal Senato (con alcuni peggioramenti ma anche con alcuni miglioramenti) nel luglio seguente. Poi in ottobre scorso, in terza lettura, il testo C432/B "Disposizioni a tutela degli animali" è stato approvato in sede referente con nuovi emendamenti dai deputati della Commissione Giustizia, dove hanno purtroppo vinto in parte gli interessi di chi evidentemente vuol continuare a maltrattare impunemente alcune specie animali Pur rimanendo in piedi altre fattispecie di reato, si limita infatti il raggio d'azione della normativa, escludendo dalla sanzione chi detiene animali esplicitamente "in condizioni incompatibili con la loro natura" o chi li sottopone a spettacoli o manifestazioni "insostenibili per le caratteristiche etologiche degli stessi", oltre a circoscrivere il campo d'attività delle guardie particolari giurate delle associazioni protezioniste e zoofile riconosciute alla sola "vigilanza degli animali d'affezione", ovvero cani e gatti. Inoltre le Regioni potranno autorizzare "manifestazioni storiche e culturali" con uso di animali, alle quali non si applicheranno gran parte delle previsioni della legge mentre per altri settori di impiego degli animali (allevamento, caccia, pesca, sperimentazione, ecc.) non si potranno sommare le sanzioni già previste in leggi speciali con quanto previsto da questa riforma del Codice penale. Ma ciò non potrà impedire, come adesso, peraltro, che i reati previsti siano applicabili anche a quelle condotte quando vanno aldilà di ciò che è previsto dalla normativa di settore. D'altronde, l'attuale articolo 727 del Codice penale contro il maltrattamento degli animali non solo è stato applicato a questi settori molto raramente ma anche senza sanzioni davvero efficaci. A differenza, queste ultime, dall'attuale testo all'esame del Parlamento. Chiediamo, quindi, che venga ripristinato il primo testo approvato dalla Camera dei Deputati e, comunque, che questo attuale testo, in ogni caso concretamente innovativo contro combattimenti, abbandoni, uccisioni, molte modalità di maltrattamenti, pellicce di cane e gatto, venga licenziato nel più breve tempo possibile e dia modo al Senato, in quarta lettura, di vararlo definitivamente Il rischio infatti è che man mano il provvedimento venga spolpato e poi venga sepolto condannando gli animali a non veder approvata questa riforma di civiltà nemmeno in questa legislatura Questo Disegno di Legge, pur con alcuni limiti, rappresenta ancora infatti un grande cambiamento per la considerazione giuridica degli animali prevedendo nella attuale formulazione: >-Maltrattamento e doping: reclusione da tre mesi ad un anno o multa da 3mila a 15mila euro per chi cagiona una lesione ad un animale, un danno alla salute, o sevizie o comportamenti, fatiche, lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche. Aumento della metà se deriva la morte dell'animale. -Elevazione da contravvenzione a delitto: non permette l'estinzione del reato con una semplice oblazione ed allunga la prescrizione a 5 anni (7 e mezzo se prorogata) a fronte degli attuali 2 (3 se prorogata) che non permetteva finora, di fatto, la celebrazione dei processi -Abbandono di animali: arresto fino ad un anno o ammenda da 1.000 a 10mila euro -Detenzione incompatibile con natura degli animali e produttiva di grandi sofferenze: arresto fino ad un anno o ammenda da 1.000 a 10mila euro. Si applica anche ai casi previsti dalle leggi speciali -Spettacoli o manifestazioni: con sevizie o strazio, reclusione da quattro mesi a due anni e multa da 3mila a 15mila euro. Aumento di un terzo se vi sono scommesse o se ne deriva la morte dell'animale impiegato -Uccisione per crudeltà: reclusione da tre a diciotto mesi. Si supera la distinzione fra uccisione di animale altrui, considerato "patrimonio", ed uccisione di animale proprio senza maltrattamento (finora non sanzionata, esempio, in eutanasia da un veterinario) o di animale "di nessuno" (previsione finora limitata a cani e gatti ma senza specifica sanzione) -Combattimenti fra animali e competizioni non autorizzate: reclusione da uno a tre anni e multa da 5mila a 160mila euro per chi promuove, organizza o li dirige. Aumento di un terzo se presenti minorenni o persone armate o con promozione attraverso video -Allevamento, addestramento, fornitura di animali per combattimenti: reclusione da tre mesi a due anni e multa da 5mila a 30mila euro -Effettuazione di scommesse, anche se non presente ai combattimenti o competizioni: reclusione da tre mesi a due anni e multa da 5mila a 30mila euro -In caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti: sono sempre disposti la confisca degli animali impiegati sia per i combattimenti che per i maltrattamenti ed affidamento ad associazioni con spese anticipate dallo Stato che potrà rivalersi sul condannato. E' anche disposta la sospensione da tre mesi a tre anni dell'eventuale attività di trasporto, commercio o allevamento di animali; in caso di recidiva è disposta l'interdizione -Produzione, commercializzazione e importazione pelli di cani o gatti: arresto da tre mesi ad un anno o ammenda da 5mila a 100mila euro, confisca e distruzione del materiale -Sperimentazione senza anestesia se non autorizzata: reclusione da tre mesi ad un anno o multa da 3000 a 15mila euro -Per l'applicazione della legge: creazione di un coordinamento interforze fra Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato e Polizie municipali e provinciali La vigilanza viene ristretta agli animali d'affezione per le guardie particolari giurate delle associazioni. Le entrate derivanti dalle sanzioni saranno destinate dallo Stato alle associazioni affidatarie degli animali sequestrati o confiscati -Interessi lesi: le associazioni animaliste riconosciute perseguono finalità di tutela degli interessi lesi dai reati previsti dalla presente legge -Attività formative: possibilità di promozione d'intesa fra Stato e Regioni dell'integrazione dei programmi didattici delle scuole di ogni ordine e grado in materia di etologia e rispetto degli animali. L'attuale testo all'esame della Camera non è il grande cambiamento che volevamo fare (fin dalla prima stesura, per esempio, non si è voluto inserire la previsione di divieto di detenzione di animali per chi è stato condannato per maltrattamento di animali) ma, certo, per quanto sopra descritto, un considerevole passo in avanti sì La penalizzazione complessiva dei reati contro gli animali sarebbe peraltro così in controtendenza con le generali depenalizzazioni operate negli ultimi anni per reati comunemente considerati anche più gravi E' per questo che chiediamo al Parlamento di ripristinare il primo testo approvato dalla Camera dei Deputati e, comunque, di approvare subito questo testo di legge! I
presidenti delle Associazioni |
Comunicato stampa
La nuova
legge sui maltrattamenti? Le associazioni *
ADAA reputano quanto resta della nuova proposta di legge sui maltrattamenti, dopo le modifiche delle camere, un inaccettabile arretramento culturale e legislativo del nostro paese, un vero e proprio favore reso agli interessi economici legati allo sfruttamento degli animali. Il testo attuale, infatti, che conserva ormai solo una piccola parte degli elementi positivi e innovativi del testo iniziale, se approvato porterebbe ad un sostanziale peggioramento della normativa per la maggior parte degli animali, con la conseguente riduzione della loro tutela, e ad una drastica riduzione delle possibilità di intervento da parte della vigilanza volontaria operata dalle associazioni. Infatti tale legge: - MANTIENE in sostanza l'impostazione approvata al Senato che considera oggetto di tutela non l'animale come portatore di diritti ma "il sentimento per gli animali" provato dall'uomo. - DISTINGUE i reati a danno degli animali in reati più gravi (uccisioni, combattimenti, maltrattamenti o sevizie), puniti pesantemente in qualità di delitti, e reati meno gravi (abbandono di animali e detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura e che provochino gravi sofferenze), che vengono in tal modo assurdamente separati dal concetto di maltrattamento e puniti come semplici contravvenzioni; - LIMITA l'applicazione delle norme per i reati più gravi nella pratica ai soli animali da affezione, escludendo esplicitamente ogni loro applicazione in materia di caccia, pesca, allevamento, trasporto, macellazione, sperimentazione scientifica (leggasi vivisezione), attività circense, giardini zoologici e in tutti i casi previsti da leggi speciali sugli animali, - MANTIENE solo un'UNICA NORMA ancora applicabile a tutti gli animali, punita per di più come semplice contravvenzione: la detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura, che però dev'essere ANCHE produttiva di gravi sofferenze, cosa difficilmente dimostrabile (in questo caso, inoltre, non sono più previste né aggravanti né la confisca degli animali come nel vecchio articolo 727 del codice penale); - PERMETTE di autorizzare feste e manifestazioni che utilizzano animali vivi anche se queste comportano strazio o sevizie agli animali, poiché su richiesta delle regioni tali manifestazioni potranno essere escluse dalla nuova normativa per la loro importanza "storico-culturale" (in questo modo potrebbero essere legalizzate feste come la crudele corsa dei buoi di Chieuti, palii ecc.); - PUNISCE l'organizzazione e la promozione di feste e spettacoli che comportano strazio o sevizie per gli animali, ma NON LA SEMPLICE PARTECIPAZIONE (che andrebbe quantomeno punita come favoreggiamento di tali reati); - LIMITA nella pratica le possibilità di intervento delle guardie zoofile delle associazioni ai soli maltrattamenti di cani e gatti;
L'esclusione dai
reati più gravi della gran parte degli animali snatura
completamente il significato di rispetto del diritto alla vita
per ogni essere vivente, che dovrebbe essere connaturato a una
moderna e responsabile normativa in difesa degli animali. Pur considerando gli elementi positivi rimasti nella proposta di legge, come l'elevazione del reato di maltrattamento da contravvenzione a delitto, le norme specifiche per i combattimenti di animali ed il divieto relativo alle pellicce di cani e gatti, le pesanti limitazioni che essa presenta ci fanno pensare alla volontà di dare un repentino colpo di spugna ai risultati fin qui ottenuti dalla giurisprudenza in materia, grazie anche alle lunghe lotte ideali sostenute dal movimento animalista negli ultimi 15-20 anni!
Non possiamo
condividere che la maggiore tutela per i maltrattamenti
"privati", cioè quelli in massima parte rivolti
verso gli animali da affezione, a scapito di un peggioramento per
tutti gli altri animali, possa essere accettata da alcune grandi
associazioni animaliste come ragione sufficiente per sostenere
l'approvazione di un simile sgorbio giuridico.
(* Nota - Lista delle adesioni non completa perché in via di aggiornamento al momento della stesura dell'articolo)
|
||||
|
************************************************** Il 13 Gennaio c.a. è apparso nelle liste animaliste il sorprendente comunicato – riportato sopra a sinistra – firmato da una lista di sette associazioni tra cui LAV e ENPA. Perché sorprendente? Perché esso giunge alla fine di una serie di oscillazioni che lasciano l'analista in uno stato di stupefazione. In un messaggio del 12 ottobre 2003 la LAV scriveva: “...il Disegno di Legge per la tutela degli animali e la modifica del Codice penale contro maltrattamenti abbandoni e combattimenti di animali, che allineerebbe l’Italia agli altri Paesi europei promuovendo nella serie “A” dei reati quelli contro gli animali, rischia un peggioramento che ne restringerebbe notevolmente i campi d’applicazione”. Quel rischio, da mesi, si è trasformato in realtà. Dunque perché dare il proprio appoggio a una legge che ha avuto tali involuzioni? A ciò si aggiunga il curioso atteggiamento degli Animalisti Italiani e alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane i quali, insieme all'UNA, avrebbero promosso una manifestazione nazionale il 25 settembre 2003 a Roma, in piazza Montecitorio “a sostegno di una nuova legge contro abbandoni e maltrattamenti di animali”. Come se questo non bastasse, l'UNA mette a nudo una singolare manifestazione di ipocrisia senza entrare nei dettagli: “Nel Marzo 2003 al convegno di Genova, c'è stato chi, dopo essersi assicurato dell'assenza di giornalisti e telecamere, ha definito la legge antimaltrattamenti (quando ancora a molti pareva una bella legge), una schifezza che non tutela gli animali. Ora invece, pur dopo tanti peggioramenti, insiste per chiederne l'approvazione...”. Affermazione che alimenta il fondato sospetto di un riferimento indiretto a uno dei firmatari del primo comunicato.
A tutto questo deve essere aggiunta
una nota che peggiora ancora, se possibile, il quadro
interpretativo. LAV, ENPA, Lega del Cane e, con minori
responsabilità, gli Animalisti Italiani avevano, a tempo
debito inserito nelle loro proposte di legge gli elementi che poi
sarebbero stati individuati come il punto critico e fortemente
regressivo della nuova norma. In una nota indirizzata a suo tempo
alle liste animaliste avevamo sottolineato alcuni di questi
aspetti (le parti in maiuscolo sono evidenziate da
noi):
Da notare che il comunicato si conclude con una sorprendente
oscillazione che chiede al Parlamento di ripristinare il primo
testo – quello che nell'essenziale era già stato
fortemente criticato da altri – o, in mancanza di questa
volontà, di approvare SUBITO il testo modificato con le
successive trasformazioni e ritenuto peggiore anche da loro (“E'
per questo che chiediamo al Parlamento di ripristinare il primo
testo approvato dalla Camera dei Deputati e, comunque, di
approvare subito questo testo di legge!”)
Qualcuno ha avanzato l'ipotesi che: “...la
parte sui combattimenti è certo gratificante per la LAV
che si è parecchio impegnata in questo campo, mentre ENPA
e Lega Difesa del Cane, i cui bacini d'utenza sono soprattuto gli
"animalidaffezionisti", possono in effetti presentare
ai loro referenti una norma che punirà gravemente casi
come quelli di Aronne. Potrebbe stupire il plauso di WWF e LIPU,
dato che saranno proprio gli animali selvatici a perdere quel
poco che avevano, ma a ben pensarci questi enti non tutelano i
singoli animali, come ripetono spesso e volentieri, ma le specie,
in particolare se rare, che quindi godono già di specifica
protezione.”
[Animalitalia] In attesa che il tempo chiarisca, occorre salutare con grande soddisfazione un comunicato al quale abbiamo portato un piccolo contributo, ma che, in sostanza, è frutto delle riflessioni comuni di LIDA, LAC, UNA e Movimento Antispecista. Esso trascura completamente le ragioni per le quali LAV e compagne possono essere state indotte nelle loro scelte; quindi ricolloca diplomaticamente l'attenzione sulla nascente legge, accenna appena alle considerazioni degli altri con molto garbo suggerendo un tardivo riconoscimento dell'errore che sicuramente non vi sarà, e, a futura memoria, prende le distanze da tutte le conseguenze negative che tale “sgorbio giuridico” comporterà per gli animali. Notevole è anche l'adesione di tante altre associazioni e gruppi minori che, incoraggiati dall'iniziativa delle associazioni promotrici hanno deciso di scendere in campo a favore di una presa di posizione netta e precisa. E' presto per dire se questa mossa possa determinare ulteriori scelte unitarie e rafforzare la determinazione del movimento verso politiche attive dei diritti degli animali. Conoscendo i difetti degli animalisti, la loro propensione a porsi dentro monadi chiuse pare difficile pensare a ulteriori evoluzioni. Ma la dialettica del reale apre sempre scenari non previsti. Non è forse vero che il secondo comunicato poteva apparire una chimera soltanto due mesi or sono?
|
|
|||
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
||
|
|
|
|
|
29/02/04 |