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I Maiali di Agliè |
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Stimolato dalla virulenza del recente racconto inserito nel sito dal titolo "Fantasie presso il Castello di Aglio" e incuriosito da una strana assonanza, sono andato nell'archivio di RA e ho cercato a lungo. Finché ho trovato un articolo apparso sulla Stampa e riportato in una delle liste animaliste. L'articolo a firma di Giampiero Maggio, catalogato 391309.htm, porta il titolo "Xenotrapianti: Ad Agliè la fabbrica dei maiali transgenici. Serviranno a produrre valvole cardiache da impiantare sull'uomo". Eviterò di riportarlo tutto. Mi limiterò a sottolineare alcuni passaggi. Alla fine porrò una domanda che ritengo topica e esporrò due rapide impressioni.
"Il progetto è portato avanti dalla Biogest, consorzio che fa capo all'assessorato alla Sanità della Regione, alla Fin Piemonte, all'Ordine Mauriziano e all'Università di Torino." Si prega di leggere attentamente: di nuovo scatta un imprinting, almeno senz'altro in me: mi sembra che persino le parole siano disinfettate, figuriamoci gli ambienti, le istituzioni scientifiche e amministrative e tutto il resto. Un ambito così culturalmente asettico deve per forza produrre qualcosa di buono. "I responsabili dell'operazione sono convinti di trasformare Agliè in un vero e proprio centro di ricerca e sperimentazione scientifica, con studiosi che arriveranno da tutta Italia." Una immagine sicuramente avvincente vedere Agliè al centro di una raggiera che raggiunge i luoghi più lontani del Paese e sulla quale si muovono tanti professoroni che oscillano tra il loro istituto e questa Mecca della scienza medica. Infatti "Un via vai di scienziati e medici che, stando a quanto sostengono da palazzo comunale, porteranno benefici in termini occupazionali e di immagine al paese ducale." Effettivamente pare che qualche abitante del paese canavesano abbia già chiesto la licenza per aprire chiosco di bibite nei paraggi frequentati dagli illustri. "Non solo:" Ohibò cos'altro, ancora? " i suini, circa 200, assicurano dalla Biogest, verranno alimentati in modo naturale, senza l'utilizzo di sostanze chimiche e allevati in modo sano. E da questo principio è nata anche l'idea di lanciare sul mercato un prosciutto doc per fare la concorrenza a nomi più rinomati." Incredibile! Io non ci sarei mai arrivato Questo significa avere una sana mentalità imprenditoriale. Un trionfo del buon gusto che conosce la sua apoteosi con la frase che segue "Il detto: Del maiale non si spreca nulla, sembra dunque azzeccato in questo caso." "Ma già c'è chi è pronto a sollevare forti perplessità.". Son frasi come queste che permettono di riaversi e riacquistare fiducia nel mondo. Ma quali saranno queste "perplessità"? Vediamole col grado di dettaglio concesso dalla precisione dell'articolo. "la puzza..." Mio dio " e il rispetto di un'area di alto pregio storico e culturale." Non male come accostamento. Del resto la sensibilità per l'arte e l'architettura deve per forza accompagnarsi con la raffinatezza dei cinque sensi perciò anche dell'odorato. "la tutela delle caratteristiche degli edifici di pregio." Di nuovo una bella attenzione per il retaggio storico-architettonico. Le ripetizioni giovano soprattutto quando si tratta di difendere il "Bello" dalle insidie di salumieri e salumifici Secondo Vanda Bonardo, presidente dell'associazione Legambiente c'è un problema etico: "Non siamo d'accordo sull'utilizzo di organi o pezzi di animali sull'essere umano." Qui il discorso si fa complesso e forse è impossibile comprendere il tipo di questione etica sollevata. Io l'interpreto così: non bisogna correre il rischio che durante una lite, l'interlocutore abbia modo di dirti, a te che hai subito l'inserimento di una valvola cardiaca, "brutto pezzo di maiale!" battuta che si trasformerebbe in una orrenda verità. Non mi sento di ipotizzare un minimo senso di solidarietà con il maiale considerando il fatto che la Sig.ra Vanda, dopo essersi sbagliata nell'uso della parola "organi", recupera immediatamente lo scivolone adottando un più appropriato "pezzi di animali" in contrapposizione alla dignità dichiarativa che trasuda da quell' "essere umano" che si contrappone al "pezzo". Quanto dico sembrerebbe suffragato da ciò che segue " e, oltretutto, viene messo in discussione il principio di precauzione. Chi ci assicura, infatti, che l'impianto di valvole cardiache ottenute dai maiali sull'essere umano non possano provocare malattie fino ad oggi sconosciute?" Vedete che la preoccupazione era per l'"essere umano"? Del resto è anche logico: il maiale, dopo l'espianto che cosa può rischiare? Ma per fortuna "Rifondazione comunista preannuncia che il caso verrà sollevato quanto prima in Regione". Che finalmente i maiali possano contare su una sponda tradizionalmente perdente, ma almeno sicura? "Vogliamo sapere - spiega Mario Contu, capogruppo regionale di Rc - quali sono le reali intenzioni della Biogest." Evidentemente nella vasta famiglia delle "intenzioni" ve ne sono alcune che possono essere accettate anche dai "rivoluzionari". Niente da fare, maiali miei, per voi non c'è speranza, giacché tra tutti gli "esseri umani" capaci di elaborare trovate o obiezioni sulla vostra pelle, non c'è alcuno che, dopo aver pur fatto le sue miserabili scelte, rivolga un pensiero al vostro sacrificio. La domanda topica è questa: quanto tempo dovrà passare prima che i liberazionisti comprendano che è assurdo sperare che si faccia strada in modo naturale, con gli strumenti delle petizioni e dei banchetti, la consapevolezza dei diritti intrinseci degli altri esseri viventi? Anche perché - e questa è la prima delle due impressioni - l'atteggiamento occidentale verso gli animali è regressivo in confronto alla considerazione e al rispetto che altri popoli, pur cacciatori, hanno sempre avuto verso il vivente. Dunque, ecco la prova che lungi dal progredire, l'uomo sta gradualmente allontanandosi dalla consapevolezza della sua autentica condizione animale e naturalistica a causa di un virulento delirio di onnipotenza. Alla faccia delle campagne, delle petizioni e dei banchetti. La seconda impressione. Ormai è chiaro. L'uomo costituisce il fallimento della natura. Lo specchio di questo fallimento, prima ancora della devastante prassi, è il linguaggio sempre più gergale che oscilla tra quello gelido e tecnico delle scienze naturali, quello astratto e insignificante delle scienze sociali, quello vuoto e sussiegoso del giornalismo, quello prepotente e arrogante della politica. Un linguaggio immensamente inferiore al grugnito dei maiali al quale non si può raffrontare se non con indicibile vergogna. Dunque, se mai dovrà manifestarsi una rinascita della dignità umana, questa dovrà esprimersi sul piano del linguaggio prima ancora che della prassi. E' sicuro!
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Data: 15/06/02 |
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