Bloc Notes

Non una, ma dieci...

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Collettivo





Chi volge la sua attenzione al sito UNA (Associazione: “Uomo, Natura, Animali” www.unaecoanimali.it/) trova una importante pagina (“Feste Sadiche”) dedicata alla miriade di iniziative che si svolgono ogni anno nel Bel Paese; iniziative che ripropongono feste, sagre, fiere, normalmente a sfondo religioso, per riperpetuare (spesso, ma non sempre) tradizioni secolari.

Niente da eccepire sulle feste. Anzi, riteniamo che la Tradizione si porti dietro autentici vaccini contro l’anomia della Modernità e tutti i suoi danni. Nello stesso tempo siamo consapevoli del valore della Modernità quando ripulisce la Tradizione delle pratiche barbare che le appartengono. In questi casi bisogna essere grati alla Modernità per la sua azione vivificante perché nei contesti culturali ristretti c’è qualcosa che impedisce agli umani di considerare dal di fuori le loro azioni, di sottoporle a critica e, quindi, di migliorarsi.

Ebbene, nella pagina “Feste Sadiche” si può prendere visione dell’onorevole lavoro portato avanti dal Coordinamento Nazionale Associazioni Animaliste e il Movimento UNA per porre un argine a quelle pratiche che impiegano animali in condizioni di sofferenza in nome di una Tradizione che potrebbe benissimo essere conservata con minime, ma importanti modifiche. Nel sito dell’UNA si può prendere visione del lavoro fatto e di quello ancora da fare. Sicuramente, come ammesso  dalle associazioni del Coordinamento, ci sono ancora infiniti ambiti che richiedono interventi, ma non vanno sottovalutati risultati che possono avere grande impatto culturale come la trasformazione della festa del Grillo a Firenze.

Purtroppo, insieme ai progressi, si manifestano regressioni che, lo ammettiamo, ci spaventano non poco.

Oggi si tiene a Orvieto la festa della Palombella. Come molti sanno, in nome di simbologie pagane, si impiega una colomba che deve compiere un percorso tra lo scoppiettare di petardi. Si può immaginare con quale godimento della povera bestiola.

Tuttavia c’è un motivo che aggrava il già triste giudizio sugli organizzatori e sul loro pertinace rifiuto di sostituire la palombella con uno zimbello artificiale. Infatti quest’anno la “festa” è stata anticipata da un inquietante messaggio messo in circolazione da un comitato orvietano costituito allo scopo.

"Il giorno della Palombella conteremo il numero degli animalisti che verranno a protestare in Piazza Duomo e la settimana successiva organizzeremo una grande cena a base di palombe. Una per ogni animalista". (www.orvietonews.it)

Questo messaggio è davvero riprovevole. Se si considera il fatto che (purtroppo) nessuno può vietare a qualcun altro di mangiarsi tutte le palombelle che vuole, la comunicazione si presenta come una pesante provocazione che ricorda un linguaggio usato tanti anni fa in altre occasioni. Hanno valutato, quelli del comitato, la possibilità di concludere il comunicato con: “...Dieci per ogni animalista”?

Questo nuovo stile comunicativo ha forse a che fare con le nuove tendenze revisioniste tendenti a rivalutare la più bestiale espressione dell’umano mai apparsa sulla faccia della terra? Possibile che anche gli orvietani più affezionati alla loro scellerata  manifestazione non sentano l’esigenza di mandare in esilio tali campioni di buon gusto?




Data: 03/06/01

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