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Relativismi culturali |
A
cura del |
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L'umanità ogni tanto passa davanti allo specchio e inorridisce. Così si spiega l'ansia che prova di mostrarsi diversa da quanto sia realmente. Allora, se può mitigare la sua crudeltà rispettando il totale soddisfacimento dei suoi egoistici bisogni, si concede - talvolta, non certo sempre - una deroga ai comportamenti più violenti. A questo proposito, in Italia era previsto lo stordimento preliminare dell'animale condotto al macello per evitargli ansia, stress e terrore. Tale misura, per quanto non si possa definire certo una rinuncia all'incrudelimento, è stata considerata l'offerta di una misura di pietà da parte della società necrofaga verso le sue vittime. Ma nellottobre del 1998 è diventato esecutivo il Decreto Legge n. 333 sulle norme relative alla mattazione. Con il D.L. 333 la rinuncia all'incrudelimento viene affermata per la macellazione rituale, per avicoli e conigli e nella macellazione ad uso domestico. Tale evento costituisce un vero, autentico arretramento nel campo della politica di protezione degli animali già espressa da una normativa insufficiente e asfittica. Cos'è la macellazione rituale? E' un precetto della religione mussulmana e ebraica che impone la giugulazione dellanimale in piena coscienza per liberarlo dell'elemento impuro del sangue. All'animale viene tagliata la giugulare con invocazioni di benedizioni divine. Poi, mentre la divinità rende commestibile l'animale, questo si dibatte tra spasimi e sofferenze per lunghissimi minuti. Lo stesso decreto consente anche una deroga per polli, conigli, ovini che vengono sgozzati in serie da strumentazioni meccaniche come nastri trasportatori e lame elettriche senza alcuno stordimento preliminare. Si può immaginare la sofferenza e il terrore di questi poveri esseri. Come sempre si arretra alla prima difficoltà: trovare un modo per rendere più dolce la morte di esseri la cui unica ragione di esistenza è nel soddisfacimento dell'abbrutimento umano sarebbe troppo faticoso e, soprattutto, antieconomico. Meglio passare sopra la difficoltà ignorando il problema. Ma l'aspetto più grave è proprio quello connesso alla macellazione rituale. Sospettiamo che il colpevole sia annidato in quel sinistrame di corto cervello sempre pronto a nascondere carenze di analisi dietro dichiarazioni altisonanti sul valore della "diversità" e sulla produttività delle "culture meticce": dichiarazioni certo pregnanti, ma rese stucchevoli dall'incapacità di scendere oltre il livello dello slogan per definirne i necessari contorni. Ora noi non pensiamo certo che le chiusure tanto di moda nella ricca Padania (come diffuse in altre parti del mondo ricco e egoista) siano portatrici di grandi prospettive morali. Ne vogliamo unirci al coro di chi vede nell'Islam un attentato alla purezza della cultura (una volta si diceva: "razza") nostrana. Non siamo antropocentristi, figuriamoci se sposiamo l'etnocentrismo. Tuttavia non ha neppure senso dar per scontato che tutte le abitudini di popoli diversi debbano essere importati in nome della libertà di culto o della legittimità pura e semplice di manifestazioni culturali, o di qualsiasi altra considerazione. Come sempre dovrebbe valere il senso di Giustizia anche se sappiamo che oggi e' merce rara. Consentire il venerdì o il sabato festivo ben si inquadra nel giusto rispetto per le altre culture e sarebbe persino corretto che i contratti di lavoro (esistono ancora?), le leggi e i sistemi produttivi - tanto interessati alla flessibilità - si adattassero alle circostanze. Consentire l'MGF (mutilazione dei genitali femminili) vorrebbe invece introdurre pratiche barbare che farebbero regredire di secoli i diritti dell'individuo all'integrità fisica. Ma ritornando sulla questione, poiché lo stordimento preliminare dell'essere destinato alla macellazione costituisce una pur miserabile tappa sulla strada del rispetto e del riconoscimento dei diritti minimi di individui sofferenti, riteniamo che l'introduzione della deroga nel nostro Paese costituisca una inammissibile forma di abbrutimento che rimanda indietro sensibilità, civiltà e cultura. Scelta grave di nani politici ormai in balia delle più disgustose strategie opportuniste per conservare i loro privilegi di banale classe sociologica. L'animalismo del futuro saprà tenere conto anche di questa orrenda vicenda.
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Data: 23/01/01 |
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