Bloc Notes

Il Principio di Brenno

A cura del
Collettivo





Un noto allegato di un importante quotidiano nazionale (TuttoScienze 19/07) ha recentemente ragguagliato i lettori su un fenomeno sconosciuto ai più: il tormento delle Trachemys scripta elegans altrimenti dette "tartarughe dalle orecchie rosse".

Un tempo era facile trovarne decine in ogni "negozio di animali" (splendida l'espressione!). Una autentica invasione. Pare che 900 mila cuccioli ogni anno raggiungessero il nostro Paese anche se 9 su 10 non riuscivano a sopravvivere a lungo. Non è chiaro per quanti anni questo triste commercio abbia costituito uno dei punti di forza di un commercio ancora più triste, quello degli animali esotici.

In Italia dovrebbe essere facile trovare una famiglia con uno di questi animali. E invece no! Infatti moltissimi di coloro che hanno provato l'ebbrezza del possesso di una tartaruga dalle orecchie rosse, una volta persa l'ebbrezza, anche per la poderosa crescita di quella che era una semplice "tartarughina", hanno trovato modo di liberarsene scaricandola nell'ambiente.

Pare che la Trachemys scripta elegans costituisca un problema per la fauna autoctona. In parte perché sembra più forte e più competitiva delle tartarughe nostrane ormai minacciate dall'eccesso di pressione antropica; in parte perché in grado di introdurre malattie dalle quali la fauna autoctona non è in grado di difendersi. Come sempre l'uomo si mostra lungimirante e in grado di padroneggiare perfettamente l'ambiente inserendo animali esotici in posti sbagliati. L'unica cosa che riesce a fare è inventare termini (in questo caso alloctoni) in un inconscio desiderio di attribuire la responsabilità del danno agli animali stessi.

Questa storia non sarebbe però interessante - essendo la fotocopia di casi "perfettamente simili" - se la chiusa dell'articolo non ponesse un problema osservando il quale, la persona critica è in grado di gettare lo sguardo nell'abisso tragico del nostro tempo.

Dal '98 non e' più possibile importare nella Comunità Europea la sottospecie "incriminata". Evviva - sembra di sentire - meglio tardi che mai. Magari! Ci sono altre tredici sottospecie la cui importazione è permessa anche se causa nuove stragi agli animali importati e nuovi problemi agli autoctoni.

L'articolista osserva - ecco il punto critico - che: "... a oggi la legge italiana non è riuscita a risolvere il problema". Una persona di buon senso potrebbe chiedersi dove stia il problema. Non basterebbe vietare l'importazione della specie Trachemys anziché di una sola delle sue sottospecie?

In coro anche noi chiediamo: perché non si può vietare l'importazione della specie Trachemys anziché di una sola delle sue sottospecie?

La risposta è semplice:

PERCHE' NO!

La tragedia del nostro tempo è che si perde solamente tempo a correre dietro alle ragioni. Non ci sono ragioni e sempre si è costretti a subire, in casi come questi, dei "PERCHE' NO!". A dire il vero la formulazione può subire delle lievi modifiche. Infatti, se chiedessimo perché è necessario consentire la vendita degli "esotici" (se il lettore permette, a questo, punto alziamo il tiro), la risposta sarebbe semplicemente: PERCHE' SI!

I "perché no" e i "perché si" (con gonfiamento dei muscoli, ma solo quando occorra, giacché il principio dell'economia dello sforzo è sempre operante) sono le ultime e definitive risposte che le istituzioni politiche, culturali e economiche presentano allorquando il farfuglio si dissolve contro la persistenza della logica. E se questo accade per delle semplici Trachemys o, vorremmo dire, per il commercio di quei poveri esseri che rientrano sotto la dizione di "esotici", ben si comprende come ben grama sia la sorte della democrazia laddove la comprensibilità dei problemi sconfina nell'oscura trama della complessità.

Ancora un passo, per favore: non sarà vano sollevare il velo dall'Orrido. Conoscere la malattia non aiuta a superarla, come semplicisticamente spesso si afferma, però talvolta consente il recupero di quella cosa che l'essere più "evoluto" della natura chiama dignità.

Il velo copre un meccanismo biologico tutto sommato assai semplice: la pulsione prodotta dal famoso cervello del rettile. Alla lunga, il terminale dell'azione umana affonda sempre lì. L'importatore desidera importare e il venditore desidera vendere. Il legislatore desidera accondiscendere, alla faccia di tutte le Trachemis del mondo (le tartarughe e i serpenti non votano). Questo desiderio, qualora venga contrastato, dapprima richiama dalla sfera culturale giustificazioni che sembrano possedere valore discorsivo. E' solo pura apparenza, giacché, se si insiste, alla fine appare il famigerato, "perché no!" accompagnato da bruschi cambiamenti di tono.

Il nudo interesse, sia che si tratti di importare, vendere, rappresentare (il popolo) o una delle infinite altre manifestazioni dell'umano che si configurano come tale, è intrinsecamente legato al cervello rettiliano. E' pura espressione di pulsioni che il rude Brenno, sopprimendo tutti i colori della fantasia (questa sì, propriamente umana), ha tradotto con un formidabile "guai ai vinti"; espressione che - oggi lo sappiamo - è metafora estendibile a ogni relazione che non sia soggetta a mediazione se una delle parti è troppo debole per "rivendicare".

Questo grazioso dialogo può illustrare i vari passaggi in cui il cervello rettiliano, col suo desiderio pulsionale, si copre di varie "salse discorsive". Il lettore ci perdoni le estreme semplificazioni.

Trichemys (a nome di tutti gli esotici) <<Signor Legislatore, perché, noi esseri senzienti, capaci di provare dolore, sofferenza, straniamento in luoghi lontani da quelli che hanno visto i nostri occhi quando si sono aperti al mondo, dobbiamo essere sottoposti a questo strazio?>>

Legislatore (giocondo e con voce suadente) <<Cara piccola tartarughina, tu sei un'eletta. La tua funzione è quella di addolcire il carattere dei nostri bambini. Sarai osservata, accudita...>>

T - <<...e abbandonata. E abbandonata, LO SAI, nel maggior numero dei casi!! Legislatore, pietà...>>

L (spazientito) - <<Non se ne parla. Tu, piuttosto, devi aver pietà per quei poveri figli dei negozianti di animali. Vuoi che rimangano senza il motorino...? Il tuo egoismo non ha confini!>>

T - <<Ma io soffrirò, morirò; in un milione, verremo. E quasi nessuna di noi si salverà! Per cosa poi... per soddisfare un capriccio?>>

L (in una maschera orrida) <<Piccolo insulso essere presuntuoso e schifoso... Accetta il tuo destino. Nemmeno il NOSTRO Dio si cura di te. Chi ti credi dunque di essere. Taci e rifletti sulla tua protervia, essere ignobile, BESTIA!>>

T - <<Sigh>>

L - <<......>>*

*Nota: il cervello rettiliano non possiede parole. Quando raggiunge il trionfo, cioè la soddisfazione della pulsione senza più bisogno di sostegni razionalizzanti, si quieta in un puro stato di soddisfazione silenzioso. Al massimo si accompagna a qualche "sgrunt". Anche se appartiene ai Rappresentanti del Popolo.

 



Data: 23/10/00

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