Bloc Notes |
La quadratura del cerchio |
A
cura del |
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In epoca di elezioni - amministrative o politiche non fa differenza - tra gli animalisti nasce uno strano fervore. Così si mettono a discutere se, al fine del riconoscimento dei diritti degli animali, sia meglio la destra o la "sinistra". E allora eccoli l'un contro l'altro armati di nomi: "Tizio ha fatto questo per gli animali e è di sinistra"; "Caio ha fatto quest'altro e è di destra"; "Sempronio, che di sinistra, si è distinto così...". E avanti, senza tregua! Tuttavia il serrato confronto, oltre a non divertire, non dà luogo a vincitori né a vinti. Esso si estingue per consunzione psicologica dei partecipanti, i quali, alla fine, rimangono del proprio parere senza aver modificato di un pelo la propria posizione. Del resto è naturale che la discussione non dia frutti. Anche supponendo che si potesse, attraverso un procedimento esaustivo, rilevare che lo schieramento politico X ha tra le sue fila 273 "amici degli animali" mentre l'antagonista ne ha soltanto 194, questo fatto sarebbe sufficiente a indurre un animalista a una scelta anziché all'altra? A essere coerenti con questo sforzo di ricerca, si dovrebbe entrare nell'intimo di ogni politico analizzato per capire quanto la singola dichiarazione ostentata (normalmente non si tratta d'altro) sia dettata da convinzione e non da demagogia, quanto sia corretta e non strampalata, quanto voluta e non costretta. Insomma uno sforzo impossibile. Ma anche se un ragioniere ossessivo riuscisse a fare il conto distribuendo punti a destra e a manca, esibirebbe uno specchio fedele della realtà? E poi: offrirebbe un quadro stabile che non possa essere riassorbito dalle strutturali oscillazioni degli interessi e degli orientamenti tipici della politica? D'altra parte non serve nemmeno affidarsi a giudizi globali basati sulle proprie preferenze politiche tradizionali, poiché queste non farebbero che indicare a priori la scelta che verrà compiuta a posteriori. E allora che fare? Sembrerebbe che il problema sia insolubile. Ma talvolta la soluzione appare chiara, nitida, perfetta nella sua semplicità solo che si riesca a smuovere i piedi dalla propria comoda nicchia per spostarli presso un luogo dal quale si possa osservare il problema secondo una nuova prospettiva. Prego, tentare! Qualche traccia che faciliti il compito? Si potrebbe pensare che la politica, così come si è tradizionalmente compiuta, sia completamente inadeguata alla comprensione della violenza inaudita perpetrata verso i "senza parola". Si potrebbe pensare che lo stesso termine, "specismo", sia un non-sense nel sistema cognitivo di chi impiega la politica come sistema autoreferenziale per acchiappare voti e sopravvivere sopra un mare di oscene blandizie verso il proprio serbatoio di consensi. Si potrebbe pensare che le misure orientate al miglioramento delle condizioni animali (per esempio un ipotetico ampliamento di 10 cm2 per galline segregate in gabbie piu' piccole di loro entro il 2012) non siano altro che miserabili concessioni a piccole tribù di piagnoni alle quali la Democrazia non è ancora riuscita a trovare il modo per togliere il diritto di voto. Allora si potrebbe pensare che forse si avvicina il momento di immaginare un soggetto politico specifico e nuovo. Un soggetto capace produrre "mediazione" con un confronto serrato verso tutti i partiti tradizionali. Un soggetto che sottragga a un "sociale" maldestro un ruolo curato da sempre in modo leggero.
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Data: 23/10/00 |
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