IL NUOVO RISVEGLIO

Giornale Murale Indipendente iscritto al n.154 R.S. del Tribunale Patti

Direttore Responsabile: Giuseppe Restifo

Redazione: Via Gramsci, 12 - 98067 RACCUJA

 Giornale Murale Edizione Straordinaria Maggio 2002

EDIZIONE STRAORDINARIA

 

La situazione

 

Bush sapeva prima dell’11 settembre che sarebbero stati effettuati attentati negli USA, con dirottamenti aerei.

Per la straordinaria rivelazione, gli avversari politici, i repubblicani, e i giornali lo accusano pesantemente per non avere protetto gli aeroporti e per avere, invece, pensato già alla guerra nell’Afganistan.

La grave polemica è aperta e non accenna a diminuire.

Bush, per sviare l’attacco nei suoi confronti si fa relazionare che sono imminenti nuovi attentati negli USA e contemporaneamente, con magistrale architettura propagandistica, prepara l’opinione pubblica ad accettare l’invasione dell’Iraq.

Basta con lo spirito patriottico, gridano i repubblicani che non gli perdonano tutta la messa in scena, la guerra, le morti e i rischi che i soldati americani continuano a correre per le imboscate a non finire, cui sono sottoposti dai fondamentalisti islamici; ma forse non si accorgono quale disegno sta portando avanti il loro presidente.

Bin Laden è vivo e continua a lanciare messaggi contro tutti gli amici degli ebrei. Il terrorismo non è stato sconfitto, malgrado le bombe e le invasioni.

Ma come si fa a sconfiggere il terrorismo di chi vuole morire?

Certamente non con la guerra!

 

E’ passato un anno di governo Berlusconi.

Si è fatto un gran parlare sui giornali, alla TV e nei vari dibattiti.

C’è stato chi lo ha elogiato, chi lo ha criticato, chi ha detto che non ha mantenuto le promesse, chi spera per il futuro.

Noi riteniamo che ci sia poco da discutere. Che ci sia, invece, da costatare direttamente, da parte d'ogni cittadino, di ognuno di noi, ciò che il governo ha fatto.

Abbiamo o no, rilevato, ciascuno di noi, un miglioramento delle nostre condizioni di libertà (quella vera) ed economiche? E’ stata più libera o no, al contrario, l’informazione?

Abbiamo goduto in questo anno, di riduzioni delle imposte e delle tasse?

Abbiamo goduto d'aumenti di salario o di stipendio, concessi dal governo?

Abbiamo goduto delle leggi che sono state fatte?

Di che cosa, di buono, abbiamo goduto?

Se la nostra situazione personale è rimasta quella che era prima o è peggiorata, non possiamo che registrare il fallimento del governo Berlusconi.

Evidentemente, registrerà diversamente o in positivo solo chi ha goduto qualcosa.

 

 

A Palermo, si vive una battaglia giornaliera nei quartieri per l’acqua che non c’è, se non a comprarla d’intrallazzo dalle autobotti gestite dalla mafia.

Il Presidente Cuffaro, commissario straordinario per l’acqua, anziché affrontare il problema come si deve, se n’è andato a Roma ad elemosinare interventi. Gli sono state concesse due navi con dissalatore.

Sono, però, alquanto insufficienti e molto costose: così, il problema non si risolve affatto.

Un deputato della sinistra, Miccichè, sta protestando, con una marcia a piedi, da Agrigento verso Palermo, sostenendo di avere indicato un piano per risolvere il problema: siamo sicuri che all’incapacità di Cuffaro e del governo regionale e agli interessi mafiosi, il piano non fa né caldo, né freddo.

 

 

A Catania, il Sindaco Scapagnini ha aumentato di SETTE il numero degli Assessori comunali.

Ciascun Assessore comporterà per il Comune la spesa di un miliardo, dopo l’ultimo consistente aumento delle indennità, applicato dal governo Cuffaro.

In merito ai consistenti aumenti delle retribuzioni dei Sindaci e degli Amministratori locali, proposti da Leanza e Turano e portati avanti dal Regolamento Cuffaro, l’On./le Antonio d’Aquino, messinese, Assessore regionale agli Enti locali, ha dichiarato che sono un ottimo disincentivo alla corruzione e al malaffare.

Dunque, in Sicilia, la corruzione si può combattere solo con lauti stipendi agli Amministratori.

Dovremmo vergognarci tutti!

 

 

A Raccuja, si vota per il rinnovo del Consiglio Comunale e del Sindaco, il 26 e 27.

La campagna elettorale è entrata nel vivo.

I voti si cercano casa per casa e, direi, senza contegno.

Ciò che predomina nella propaganda, purtroppo, è la menzogna (di cui siamo oggetto anche i non candidati), lo sviamento della verità e una certa odiosità, praticate soprattutto dai diessini e dai democristiani che, in questa loro campagna incivile -utilizzando anche l’arma dell’anonimato- si sono distinti quali abili divulgatori nelle conversazioni a tu per tu. Noi, quello che pensiamo lo scriviamo e lo sottofirmiamo, loro no, non firmano pubblicamente.

Certo, riconoscono che si tratta molto spesso di infamie.

 

Intanto, vogliamo avvertire che la legge elettorale prevede che non vince la lista con più voti di preferenza ai candidati consiglieri, ma quella il cui candidato a sindaco prende voti. Per vincere, più importante della preferenza, è il voto al candidato a Sindaco.

La volta scorsa, oltre trenta voti dati solo come preferenza ai candidati consiglieri e non al candidato sindaco, hanno determinato la sconfitta della lista di sinistra.

Non dimentichiamolo!

 

Questo giornale ha avuto una parte importante nella campagna elettorale, ma ci dispiace che anziché indurre ad una campagna di propaganda civile e dello stesso tipo, tanti malvagi ed incivili hanno dato interpretazioni di comodo e distorti ai nostri scritti.

Tanti ce l’hanno con me; lo so. Non sopportano, forse, che io scriva ed usi questo mezzo per comunicare con la gente e che ricordi il passato. A parte, tutti quelli che. vogliono qualcosa.

Sono però certo che la verità si fa, prima o poi, strada.

 

        Raccuja 23 maggio 2002

                                                                                                                                        Francesco Barone

 

 

CRONACHE….….PRE-LETTORALI…COMMENTATE

 

La lista numero UNO, Uniti per Raccuja, ha presentato i suoi candidati, nel comizio tenuto in piazza, domenica sera.

Hanno parlato ad un folto pubblico, molto attento, malgrado la pioggia battente, quattro oratori.

E’ stato un comizio garbato, rispettoso e pacato.

E’ stato illustrato il programma e soprattutto il "decalogo" -novità assoluta-, sottoscritto da tutti i candidati, sul nuovo metodo da adottare per amministrare bene il Comune e per tenere unita e compatta la coalizione.

Tutti gli oratori hanno sostenuto la necessità di distensione e di superamento delle divisioni e delle contrapposizioni tra i partiti, perché non servono per amministrare bene il nostro Comune.

In questa convinzione sta il segreto della novità di questa lista e il buon senso in cui spera la gente.

L’equilibrio e la concreta impostazione di metodo e di programma, serenamente espressi da ogni oratore della lista numero UNO, sono stati la dimostrazione dell’unanimità raggiunta dai componenti la lista nell’impostazione di un valido disegno non per "voltare pagina", ma per cambiare completamente libro, per bloccare la china verso cui pende questo Paese.

Inoltre, abbiamo potuto costatare che la lista numero UNO è composta da una squadra capace, matura, esperiente e responsabile, che si presenta agli elettori senza risentimenti personali, priva di volontà di scontro a tutti i costi, cosciente che, per amministrare bene, c’è bisogno di una larga intesa più che tra partiti, tra uomini ed anche donne, e che ci vuole una larga partecipazione dei cittadini; ed è proprio per questo che viene auspicato un rappacificamento generale nell’interesse del paese, che non vuol dire fare un'ammucchiata.

E’ stato spiegato che si tratta di una lista civica che vuole superare vecchie e strumentali divisioni.

Su questa impostazione, condividendola in pieno, si sono soffermati tutti gli oratori suscitando nel pubblico approvazione e consensi.

La polemica è stata scavalcata dai propositi concreti che si intendono portare avanti.

Non riteniamo di dover sintetizzare quanto detto in ogni intervento, perché tutti gli interventi sono stati caratterizzati sulla stessa lunghezza d’onda.

 

Il comizio a "puntate" – primo, secondo e terzo capitolo (-della lista numero DUE-)

 

Ed ora, c’e’ anche il comizio a puntate. Ha inaugurato l’invenzione il suo autore, il sindaco uscente Severino Merendino, con quattro comizi che ha già tenuto per Centralità Democratica intitolati: 1°, 2°, 3° e 4° capitolo. E ci sarà anche il 5°.

Con il primo capitolo, ci ha dilettato, e, veramente, anche annoiato, la sera del 16 c.m. trattenendo in piazza gli ultimi pochi resistenti alla stanchezza e al freddo, per circa due ore.

Diciamo gli ultimi resistenti perché, ad uno ad uno, una gran parte iniziale degli ascoltatori, andando via gradualmente, ha lasciato quasi deserta la piazza.

Comunque, l’invenzione del comizio a puntate è stata certamente geniale.

Non è stata geniale, però, né politicamente corretta, l’invettiva a ruota libera, senza indicazione di nomi e cognomi, lanciata per lasciare dubbi su tutti o prestata all’indovinello per gli ascoltatori: ma con chi ce l’ha ? di chi parla ? a chi si riferisce ?

Potrebbe riferirsi a tutti o a nessuno.

E questo, vuol dire FARE CONFUSIONE, se non si tratta di ipocrisia o mala fede bella e buona.

Quando si indicano fatti o supposti fatti, per fare politica seria, non bisogna mai fare riferimento al generico, lasciare dubbi o dare indicazioni imprecise; bisogna indicare chiaramente il bersaglio; non lasciare dubbi negli ascoltatori.

Specialmente quando si pensa di svelare segreti o di palesare cose sconosciute o tenute nascoste.

Lo capisca tutto questo, il benemerito oratore!

Ha chiesto spiegazioni al DS per essersi alleato al centro destra (ex democristiani e Forza Italia) rifiutando l’alleanza di centro sinistra da lui proposta; ha colpevolizzato quei dirigenti e ha sottolineato la sua coerenza politica. Gliene avevamo già dato doverosamente atto.

Non condividiamo affatto, invece, la sua vanagloria di "buon amministratore", perché, nei fatti, non lo è stato per niente.

Le sue abbondanti chiacchiere le giudichiamo, come quasi tutti i Raccujesi, vuote e inconcludenti. Contano solo i fatti e non le intenzioni o i desideri.

Purtroppo, con la sua sindacatura, portata avanti caparbiamente da solo, Raccuja ha perso cinque anni, caratterizzati da crisi, divisioni in Consiglio, abbandono della Giunta, isolamento: e la causa non si può addebitare agli altri.

Ridursi solo non è né un merito, né un vanto. E’ il risultato di chi dice e ridice CI PENSO IO, PROVVEDO IO, SONO IO IL SINDACO, IO HO PORTATO TANTI DECRETI, IO…..IO…..fregandosene della collaborazione di chiunque.

Bisognerebbe capirlo che questo atteggiamento sta alla base del dissenso con tutti, del litigio e della improduttività di ogni sforzo.

Il barzellettiere.

 

Nel secondo comizio –2° capitolo- oltre a ripetere tante cose dette nel primo, il sindaco uscente si è dato alle barzellette.

E, veramente, egli stesso è stato una barzelletta. Ha fatto ridere tutto l’uditorio, più volte e di vero cuore.

Ha persino "offerto" due Assessori, il Vice Sindaco ed il Presidente del Consiglio, ai diessini, come se gli avanzassero e potesse disporne l’assegnazione a piacimento. Presunzione senza alcun limite.

Ha sostenuto di avere fatto una lista politica, per vincere e che tornerà a fare il sindaco.

Beato lui, se ci crede e povero paese, se fosse vero.

Rimarchevole, invece, è stato il discorso di Tripoli Michele, che, parlando di sviluppo economico, è entrato nel merito, dimostrando di avere capito bene le particolarità dell’affermazione generica di cui tutti si riempiono la bocca.

Nel 3° capitolo, il Merendino, si è classificato "inventore" di comizi.

"Io invento il comizio; questo l’ho inventato proprio adesso".

E giù da li…. Soprattutto invenzioni e qualche stoccata maldestra.

E, poi: solite barzellette, solite risate che ci hanno ricordato i comizi che teneva, diversi anni fa in Piazza Cairoli a Messina, il Sig. Blandino; tutti accorrevano e ridevano; la piazza si riempiva all’inverosimile; ma alla fine, il Sig. Blandino, non prendeva alcun voto.

Nel 4° capitolo, ci ha intrattenuto con un paio di romanzi intrecciati su problemi seri, ma noiosamente; per cui la piazza si è svuotata , verso la fine, quasi completamente.

Meno accentuate sono state le amenità, ma non i soliti vantamenti un po’ fuori luogo.

Dire che sono stati fatti diecine di progetti dall’Ufficio tecnico, oramai è diventata una cosa stucchevole.

Finiamola! Quelle relazioncine e previsioni sommarie di spesa per miliardi, non sono progetti. Infatti, non ne è stato approvato e finanziato nessuno: non servono e non serviranno a niente.

Peraltro, di nuovo, ha parlato Tripoli Michele trattando argomenti concreti che potrebbero servire ad un'amministrazione seria e fattiva.

Ma in quel contesto, perdente del resto, non servono a niente. Sono sprecati.

Comunque, quel che noi non riusciamo a capire è che questi dieci candidati della lista numero Due, non si rendono conto che sono sicuramente perdenti.

Riflettano meglio! Ancora possono rimediare per non fare una gran brutta mala figura e dopo la sconfitta, scomparire completamente, che è, purtroppo, da che mondo è mondo, la sorte degli sconfitti.

Come possono rimediare? Il Sindaco, ormai ex, può uscire dignitosamente se si rende conto di non potere prendere neanche la minoranza e si ritira con una pubblica dichiarazione in tal senso, lasciando tutti liberi di votare come vogliono. Sicuramente la gente gli resterà grata e, dopotutto, non resterà inviso a tutte le due altre liste, per averle attaccate fino all’ultimo.

Gli altri candidati, se non vogliono scomparire come gruppo, hanno una sola via d’uscita: creare un'intesa con una lista, che preveda una futura collaborazione, in maggioranza o in minoranza che sia. Così, almeno con una lista non gli resteranno inimicizie, non resteranno completamente isolati, e in futuro potranno rendersi utili per il Comune.

 

LA LISTA numero TRE ha tenuto pure il suo comizio di apertura della campagne elettorale.

Abbiamo così potuto vedere alcuni candidati prima sconosciuti e mai visti in paese e che, essendo misteriosi, sembravano l’arma segreta della lista, ovvero l’asso nella manica per vincere e per amministrare bene il Comune.

Questo comizio è stato fatto all’insegna della difesa.

Era molto atteso perché si voleva capire, più che la consistenza e le traversie superate (che, però, sono rimaste nascoste) per giungere alla formazione della lista, perché sono rimasti fuori in "big" democristiani e di Forza Italia, quali sono la natura politica e i propositi della anormale coalizione, quale giustificazione avrebbero presentato i diessini approdati NON nel centro-sinistra, come qualche imbroglione ha detto, ma nel centro-destra, (con Forza Italia di Berlusconi, con i democristiani doc di Astone, con i cosiddetti socialisti collocati da sempre a destra – con De Michelis o Martelli ?- ben oltre lo stesso craxismo e col missino, residuato della "svolta" e beneficiario della candidatura ad assessore, cedutagli dal ds).

Il più garbato - dopo la "brillante presentazione" della lista con l’elencazione dei nomi - è parso l’intervento della rappresentante di Forza Italia che ha invitato gli elettori a votare con coscienza, scegliendo liberamente; anche se, questo invito contraddice la frenetica ricerca della preferenza fatta da lei stessa e dai suoi prossimi parenti installati in Farmacia ed annesso, come se fossero in un'agenzia cerca voti. Cosa, questa, che ci dispiace, perché il presidio sanitario lo abbiamo visto nascere come servizio a disposizione di tutti , non politico, ma indipendente.

Ma risulta che la ragazza sia meno garbata nelle conversazioni private, quando insinua menzogne dedicandone una parte anche al sottoscritto.

 

Il prof. Adornetto, nel suo discorso, è sembrato felice che tutte le critiche e le accuse in questa campagna elettorale, siano state rivolte contro di lui, come ha sostenuto (ci siamo ricordati di tutte le frecce contro il povero S.Sebastiano), perché, così, si trova AL CENTRO dell’attenzione.

E si è presentato come vittima innocente, ricorrendo a tante menzogne e a tanta ipocrisia. Bisogna, però, anche dire che ha ammesso di avere fatto il tentativo di ribaltone, segretamente, attribuendone la paternità a Severino, e che da tanti mesi tramava l’"inciucio" –vergognoso- con i democristiani.

Invece, ha tentato di negare che ha sempre inseguito un posto di prestigio e che politicamente è stato sempre un traditore.

Noi, invece, lo confermiamo con i dati che pubblicheremo in un prossimo numero di questo giornale, perché in questa edizione manca lo spazio necessario.

In quanto al vanto che si è fatto strada da solo, riteniamo non con riferimento alla politica, ma alla professione, gli vogliamo dire che se è contento di fare il professore, faccia solo quello che non gli farà fare cattiva figura e, in politica, lasci spazio agli altri, dopo tanti anni, come, bene o male, abbiamo fatto noi senza essere stati né traditori, né ambiziosi.

Torneremo, comunque, su questo argomento ed anche sugli altri punti trattati, non potendolo fare qui per il limitato spazio che abbiamo a disposizione.

Il discorso è importante e non si potrà chiudere con la data delle elezioni.

 

L’intervento di Di Perna -reduce di un soggiorno, quasi dorato, nel palazzo-, che avrebbe scelto di entrare in quella lista perché "ognuno sceglie quello che vuole" (e noi non glielo contestiamo, sebbene nella "svolta" si era speso per un ricambio completo degli uomini e contro l’intrigo dei partiti che "sarebbero dovuti restare fuori dai confini del paese"), non ha incantato nessuno e con la sua allusione al giornale murale e alla banca ha solo dimostrato di avere "la coda di paglia".

Con la nostra onestà personale e politica, noi siamo nel giusto e tranquilli: all’infamia si oppone sempre la verità che prima o dopo prevale.

 

L’intervento del Sig. La Mancusa ha invece "elevato" il livello "culturale" della campagna elettorale con la sua dissertazione filosofica: da Benedetto Croce ai tempi nostri.

In quanto ai "valori" dei democristiani doc, da lui rivendicati, vogliamo sottolineare che ha trascurato qualsiasi riferimento ai "valori"-denaro di tangentopoli, alle conseguenti condanne, alla interdizione dei pubblici uffici e all’obbligo di risarcire i danni.

E si capisce perché l’ha trascurato: moralmente dovrebbe contribuire a scontare la pena per avere, con gli altri democristiani doc, votato, indirettamente consentito e politicamente sostenuto l’"opera" dei condannati.

 

Il discorso, fatto alla casalinga, dal bravo (lo diciamo sinceramente avendolo conosciuto a scuola), ma ancora da solo sette mesi segretario dei diessini, Ioppolo, ci voleva efficacemente commuovere.

Ha cercato di difendersi per la scelta scellerata del comitato del suo partito dichiarandosi dispiaciuto, molto dispiaciuto per la spaccatura della sinistra, per l’esclusione del sindaco uscente dalla lista, per il suo involontario distacco dai suoi amici giovani, e per tante altre colpevoli situazioni, senza però spiegare perché non si è opposto contro le storture e perché, invece, è stato condiscendente.

 

Dal discorso del candidato a sindaco, Catena (o Catenuccia, se piace di più) Mastrantonio, la gente si aspettava di più, no nel senso della "lunghezza".

Non discutiamo, noi, che sia una brava professionista, ma la stessa cosa non possiamo dire riguardo alla competenza ed alla esperienza sui problemi comuali. E lei stessa lo ha ammesso che manca di esperienza e che, tuttavia, può farsela.

Ma nel frattempo ed in attesa, non possiamo parcheggiare il paese. Né l’esperienza si può acquisire stando fuori Comune, come è costretta a fare lei, per legittimi motivi di lavoro. Né, vincendo, può delegare le funzioni di sindaco a suo padre in coppia col professore Merendino, ammesso che loro ne sappiano e ne capiscano di problemi comunali.

Peraltro, ci ha fatto molta impressione che TUTTI gli oratori della sua lista ostentatamente l’abbiano difesa ed elogiata.

Aveva bisogno di essere difesa ed elogiata? E perché?

Circa la sequela di cose che desidererebbe fare, contenute e lette in un elenco di diversi fogli, ci siamo convinti che ha predisposto un'inutile elencazione di sogni, peraltro improduttivi, dettata proprio dalla inesperienza e dalla non conoscenza dei veri bisogni del paese.

Infatti, la piazza si è distratta e chi non sbadigliava, parlottava.

Non riusciamo, per la verità, ad immaginarcela come sindaco che mette ordine nei servizi e tra gli impiegati, magari accompagnata dalla sua più vicina collaboratrice, conoscendo la sua bontà.

Qualcuno dei nostri lettori, riesce ad immaginarsela sindaco?

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Venerdì sera vi sarà l’ultimo round. Parleranno i rappresentanti di tutte le liste. E sarà l’ultimo spettacolo.

            Raccuja 23 maggio 2002

                                                                                    f. barone

 

 

Spudoratezza

Un vecchio compagno comunista, qualche giorno fa mi diceva: hai visto quanto sono "disonorati" questi democristiani che vogliono rimettersi su. Si sono introdotti da noi, nel ds. A me queste cose non piacciono. Tu che ne pensi?

Non mi è stato difficile rispondere che non sono stati i democristiani a inserirsi nel partito dei ds, ma i diessini a spostarsi a destra , verso i democristiani e che i suoi dirigenti gli hanno raccontato frottole per giustificare il tradimento contro la sinistra. E ho aggiunto che questi suoi dirigenti sono veramente spudorati per questa frottola che gli hanno raccontato. Spudorati è, infatti, è l’aggettivo che si meritano.

 

 

MENZOGNE E MALVAGITA’

Chiediamo agli onesti e a quelli di buon senso: come si fa a spiegare agli ignoranti che non sanno leggere e ai malvagi letterati che quello "strabico e peloso" del mio volantino non si riferiva, ne ora e né mai, a una persona, ma al risentimento unilaterale e peloso, perché solo conveniente?

Ma è ancora più difficile spiegarlo ai bugiardi mestatori.

f.barone

 

 

PERCHE’ VOTARE LA LISTA NUMERO UNO

 

Certamente, non perché porta il numero UNO, ma…….. anche per questo.

-Perché è una lista civica, aperta e al di sopra dei partiti che antepone a tutto, esclusivamente l’interesse del Comune;

-Perché i suoi componenti non presentano interessi personali o di famiglia e perché, sicuramente, vogliono dare un contributo e non prenderselo;

-Perché è l’unica lista composta da persone capaci, esperienti e mature;

-Perché dà più ampie garanzie per amministrare bene il Comune;

-Perché è l’unica che ha adottato all’unanimità, un metodo valido da osservare nell’attività amministrativa;

-Perché non promette cose impossibili………. solo per prometterle;

-Perché si propone di amministrare collegialmente;

-Perché, come suo primo obiettivo, vuole bloccare veramente la dissoluzione del nostro paese;

-Perché, essendo civica ed aperta, può facilmente ottenere collaborazione da tutti e leciti appoggi in sede provinciale e regionale;

-Perché è la sola lista che chiede e che conta sulla collaborazione di tutti i cittadini per portare avanti un concreto progetto di risanamento e di sviluppo;

-Perché è l’unica che può cambiare libro, invece di voltare una pagina dello stesso libro e perché è l’unica che può mettere ordine nei servizi e negli uffici.

E per tanti altri motivi !

Non perdiamo questa buona occasione !

Non facciamogliela perdere al nostro Comune!

 

    La redazione

  

Strettamente personale

 

Con i foglietti "anonimi", non bisognerebbe né colloquiare, né polemizzare.

Ma, talvolta, ritengo che si possa farlo. Non per dargli importanza, quanto per tentare di fare un’opera buona contro la vigliaccheria e contro l’assenteismo politico.

In un foglietto anonimo recapitatomi, coraggiosamente, nella buca postale personale mi si comunica la decisione di un "cittadino" di non andare a votare perché, in queste elezioni, non si sa che pesci pigliare e perché io non conterei niente, pur se scrivo volantini.

Questa decisione del "cittadino" che, per via del suo ragionamento, CITTADINO NON E’, certamente dimostra un DOPPIA vigliaccheria: la mancanza della firma e l’incapacità di scegliere.

Un cittadino onesto, quando scrive, si firma sempre e, scegliere fra TRE liste, scegliere con coscienza anche il meno peggio, non può essere assolutamente difficile, se non si è in mala fede o tarati.

Si voleva, forse, che le liste fossero cinque o dieci, per consentire un più AMPIO esame?

Il Convento passa queste tre e chi non sa scegliere resta "digiuno" o vile.

Se poi non sceglie perché io "non conto niente", soffre di un condizionamento inverosimile o piglia la palla al balzo per insultarmi.

Faccia pure! Non mi impressiona per niente!

Sappia, però, che ognuno di noi, in politica, conta UNO: un solo voto che può esprimere. Non ha mai voluto contare di più. Se, invece, ce l’ha con me perché da me voleva o vuole qualche cosa, come tanti e tanti in questo paese, lo rassicuro che direttamente non ho mai dato niente a nessuno e che da quelli che hanno, eventualmente, usufruito indirettamente non pretendo neanche il saluto, che per la verità, qualcuno, spontaneamente, mi nega e si prodiga con infamie e menzogne a sdileggiarmi.

Ma, forse, all’astensionista gli è andata di traverso qualche mia frase o tutto il contesto di un mio volantino. Spero che sappia leggere e che abbia letto bene.

Vuole contestare le mie idee? Si faccia avanti, lo faccia, ma con nome e cognome, come faccio io. Questo giornale è aperto a tutti.

Perché questa è la differenza tra me e lui: io li firmo i volantini, Lui vigliaccamente NO.

Comunque, da CITTADINO, vada a votare perché anche l’assenteismo è vigliaccheria.

 

    Raccuja 20 maggio 2002

                                                                    Francesco Barone

 

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