Speedy era un ragno, viveva in una casetta situata ai margini dell’autostrada con la sua famiglia. La casa era abbandonata da diversi anni, ed erano ormai tre generazioni che la famiglia Speedy vi viveva. Il nome intero di Speedy era Giuseppe Ermenegildo Speedy. Egli aveva una simpatica mogliettina di nome Alessandra e due figlioletti, Genoveffa e Carmelino. Viveva felice, quando un giorno, uno di quelle orribili creature con due occhi grandi che percorrevano l’autostrada, si fermò dinanzi alla casupola. Speedy sentì gli uomini che parlavano fra di loro: “Chissà se è disabitata. Speriamo! Qui deve passare la biforcazione dell’autostrada”.

“Ho controllato, non appartiene a nessuno. Se abbattiamo questa casa non dispiacerà ad alcuno”. Ma si sbagliava. Si sbagliava di grosso. A Speedy ed alla sua famiglia importava eccome! Quella sera, a cena, egli spiegò ai suoi familiari che l’indomani sarebbero arrivati degli uomini ad abbattere la casa e disse loro di preparare i bagagli: “ Ci attaccheremo alla prima auto di passaggio, ma badate, dovete essere molto veloci, sennò rimarrete a terra.”

La mattina dopo, al primo albeggiare, la famiglia si trovava riunita ai margini dell’autostrada. Finalmente l’auto passò: era una Panda blu, mezza rotta.  Speedy, Alessandra e Genoveffa saltarono velocissimi, ma Carmelino restò sulla strada. L’auto era ormai lontana e Carmelino piangeva, ma non si perse d’animo. Abbordò l’auto successiva nella speranza di avere fortuna…

La famiglia era molto addolorata per la perdita di Carmelino, ma dovette presto pensare alla nuova casa. Fu difficile trovarla; alla fine, però, videro una villa adatta a loro, in cui c’era uno sgabuzzino con lo sbocco sulla cucina dei Fogg. Quella dei Fogg era una famiglia composta da tre persone: la signora Fogg, isterica e con la mania dell’ordine, il signor Fogg, un serio uomo d’affari sempre preso dal suo lavoro ed il piccolo, Valerio, un bambino prepotente e viziato.

Nonostante le enormi differenze le due famiglie convivevano.

Un giorno la signora Speedy uscì un momento di casa. Purtroppo fu vista dalla signora Fogg e venne schiacciata; appena la donna si girò a cercare il panno per pulire Genoveffa e Speedy corsero a prendere la ragnetta ferita.

Quella sera le condizioni di Alessandra erano peggiorate notevolmente e Genoveffa chiese spiegazioni al padre sul comportamento della signora Fogg. Il padre rispose che quelli della loro specie vengono considerati esseri brutti ed inferiori, privi di qualsiasi sentimento. “Per ciò ci calpestano con la stessa leggerezza con la quale strappano un foglio di carta” concluse il padre.

Qualche anno più tardi Genoveffa si sposò, fece tesoro delle parole del padre ed insegnò ai suoi figli a rispettare tutte le specie viventi, senza considerarne nessuna inferiore.

 

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