Un giorno un signore alto e grosso, vinse in una fiera un pesce rosso. Arrivato a casa versò il pesciolino in un'ampolla.

Il signore, chiamato Egidio, viveva da solo in un grande appartamento nel centro della città e pensava che, avere un piccolo animaletto del quale prendersi cura, potesse scacciare i momenti di solitudine.

Il terzo giorno di convivenza con il piccolo pesce accadde una fatto straordinario: l'animale parlò, disse di chiamarsi Ermenegildo e che in quell'ampolla stava morendo di noia.

Il signore alto e grosso si stropicciò gli occhi, corse a controllare che il bottiglione di vino fosse ancora intatto, poi tornò dal pesce e domandò: "Io non sono ubriaco, come è possibile che tu mi stia parlando?" Il saggio Ermenegildo spiegò al signor Egidio che i pesci vivono bene nei laghetti o nei fiumi dei loro paesi nativi, dove possono giocare, procacciarsi il cibo e fare tutto ciò che vogliono.

Il grosso Egidio, dopo aver riflettuto lungamente, decise di liberare Ermenegildo nel laghetto del parco. I due rimasero amici: talvolta il signor Egidio portava del cibo al pesce ed alla nuova famigliola che questi si era fatto.

La fiaba finisce così: il grosso ed alto signore recandosi al parco conobbe una signora piccola e bassa, la sposò e vissero brutti e contenti.

 

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