MINERVINO MURGE | ||||
Minervino Murge, centro agricolo, è a 445 metri sul livello del mare e sorge proprio sull'orlo della Murgia alta, cosicché dal suo "balcone di Puglia", lo sguardo può spaziare su vasti paesaggi. Il suo nome viene tradizionalmente collegato a quello di Minerva, dea della sapienza, a cui era dedicato un tempio sulle rovine del quale oggi sorge la chiesa della Madonna della Croce. Minervino
fu anche normanna e subì - pur arroccata nell'interno della Puglia -
invasioni di saraceni, spagnoli e francesi.
I normanni lasciarono la loro impronta con la Cattedrale
dell'Assunta, anche se il tempio ben poco conserva della struttura
originaria. Il municipio ha sede in un castello baronale del secolo
XVI e qui, in città, ebbe i natali Emanuele De Deo, il giovane
patriota giustiziato dai Borboni, a Napoli, nel 1794. Minervino Murge ha origini antichissime, come testimoniano i rinvenimenti archeologici risalenti al Neolitico nelle contrade di Torlazzo e Lamarangia. Il primo nucleo abitativo conobbe i suoi momenti di maggiore sviluppo nei secoli VI-IV a.C. Nel corso del III secolo l’insediamento venne abbandonato. Da questo momento la storia della città diviene oscura per diversi secoli, sino al IX secolo, quando per la prima volta il nome di Minervino viene citato da una fonte scritta, l’Annalista Salernitano, il quale riporta la notizia che la città fu presa e saccheggiata dai Saraceni nell’862, e poi nuovamente nell’ 875. A partire dall’anno 1000 la documentazione è più corposa: nel X secolo la città diviene sede vescovile, e tale rimane sino al 1818. Minervino fu poi feudo di Raimfrido d’Altavilla. Durante il periodo Normanno si iniziò la costruzione del castello. Dei feudatari della città il più noto per le sue gesta e la sua crudeltà fu Giovanni Pipino (prima metà del XIV secolo). A lui ne seguirono numerosi altri: gli Orsini Del Balzo (XV secolo), quindi i Pignatelli, in particolare Marzio (prima metà del XVII secolo) fratello di quell’Antonio che poi fu Papa Innocenzo XII, i Del Tufo ed infine i Tuttavilla-Calabritto, ultimi feudatari, che tennero il feudo dal 1657 al 1806, anno dell’abolizione della feudalità. Nei salotti della borghesia cittadina si formò l’elite Giacobina, che ebbe nel già citato Emanuele De Deo, protomartire del Risorgimento (morto a Napoli il 1794), il suo personaggio più notevole. La suddivisione del latifondo alla fine dell’Ottocento dette impulso allo sviluppo economico del paese e favorì l’incremento della popolazione che raggiunse, alla vigilia della II guerra mondiale, i 24.000 abitanti. Negli anni ’50, a causa della forte crisi economica post-bellica, molti minervinesi lasciarono il paese per recarsi al nord in cerca di lavoro, inaugurando una deleteria ma necessaria consuetudine, protrattasi nei decenni successivi, che ha ridotto il numero dei residenti al punto tale che attualmente il paese conta a malapena 10.000 abitanti. Di notevole interesse è il centro storico del paese che presenta scorci carattestici architettonicamente puri e di eccezionale suggestione.
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Panorama Scorcio panoramico Castello Cattedrale Santuario MM.SS. Immacolata Concezione Scorcio centro storico Scorcio centro storico |