BITONTO

   
   

Bitonto, ubicata a nord-ovest di Bari, viene chiamata la "città degli ulivi". Da qualsiasi punto cardinale ci si avvicini alla città, essa appare come un'isola in un mare grigio-verde di ulivi. Le piante arborate nel vasto contado, dalle Murge all'Adriatico, dovrebbero ammontare a circa un milione e mezzo. Leggendario e mitico fondatore della città viene considerato il re Botone, proveniente dall'Illiria, il quale, approdato sulla sponda Adriatica con un popolo bellicoso, assieme ad altri gruppi Peuceti e Messapici, avrebbe sconfitto i Dorici di Taranto con i quali, successivamente, avrebbe concluso un trattato. Narra altresì la leggenda, che i bitontini accolsero il loro re, dopo la pacificazione con Taranto, festosamente, con i ramoscelli d'ulivo. Sull'acropoli della città si ergeva il tempio di Atena cui si attribuisce il dono dell'ulivo a Bitonto. Sono stati trovati, nella vasta necropoli, vasi fra i quali primeggia quello raffigurante la civetta (simbolo della dea) tra ramoscelli d'ulivo. Minerva, denominazione romana della greca Atena, veniva considerata la protettrice, non solo di Bitonto ma anche dei popoli Apuli e Italioti tanto che, ancora oggi, simbolicamente essa appare con un piantone sulla monete da cento lire. nel medioevo, assurta a livello internazionale, si riscontra una tipica unità di misura: "Stareum olei  Botonti". Con tale misura, "semel in anno" (una volta all'anno), nel 1089 Arnoldo arcivescovo di Acerenza presentava l'obolo alla sede apostolica in Roma.

Nel corso dei secoli Bitonto divenne uno dei maggiori centri di produzione e commercio di olio con lo stabilirsi di famiglie amalfitane e ravellesi. Nel secolo XVIII, nel suburbio e nel contado, vi erano circa 300 maestosi frantoi di cui ne sopravvivono un centinaio, abbandonati o adattati ad usi diversi. 

A Bitonto fu sperimentata per la prima volta, nel 1828, da Pietro Ravanas, la pressa idraulica, riaprendo all'olivicoltura l'era della qualità.

Monumenti di notevole importanza sono le mura ed il castello medievale, la Cattedrale di S.Valentino (1175-1200), fra le più belle dell'epoca ed in assoluto della Puglia; le chiese di S.Domenico,S.Francesco,S.Gaetano e S.Caterina nonchè il palazzo rinascimentale Sylos Labini.

La città è oggi anche importante nodo stradale.

Importante la presenza sul territorio bitontino di "dolmen" e "menhir", presenza che,del resto, è comune al territorio della provincia barese.

Il "dolmen" appartiene alla serie di monumenti funerari del bacino del Mediterraneo realizzati con il sistema del trilitismo (le tre pietre): due lastre verticali coperte da un terzo lastrone orizzontale. Questa sorta di portale immette nella tholos una camera circolare realizzata con pietre a secco, per poi passare nel dromos, un corridoio che originariamente doveva avere una lunghezza di 10 metri. Al suo interno, celle sepolcrali sezionate da lastre divisorie. I "menhir" sono cippi verticali in pietra, monumenti dedicati a divinità a noi sconosciute. Il più noto di essi è il cosiddetto MONACO che trovasi sulla SS 98 tra Bitonto e Modugno. 

Queste pietre fisse del barese assommano ad una quarantina e sono parallelepipedi di calcare locale, di forma e dimensioni diverse, ma tutti lavorati e squadrati con strumenti di ferro. 

Starebbero a dimostrare i segni di una civiltà comune ad una popolazione mediterranea che, dalla Bretagna attraverso la Corsica e la Sardegna, si avrebbe occupato anche l’estrema propaggine orientale d’Italia.

 

 

   

Bitonto, gonfalone

Bitonto

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Cattedrale

Cripta,interno

S.Leucio Vecchio

Frantoio tipico

Athena

Grifone

Raccolta delle olive

Grotte

Moneta

Architrave