Riministoria
il Rimino


Rimini ieri. Cronache dalla città [4]
1946. Due giugno, è repubblica
"il Ponte", Rimini, 15.01.1989
Con 30 mila voti, contro i seimila monarchici. Ricostruire è la parola d'ordine. Dante spiegato al popolo. Nel nome dei Tre Martiri, tutti uniti.

La questione morale diventa nel 1946 argomento di un'inchiesta dedicata da «Città Nuova» (periodico delle sinistre) alle "Veneri clandestine": «Non giuocano, non annusano cocaina, non ballano! Cosa fanno?».
La notizia è questa: Rimini diventerà un centro di raccolta per le Veneri di tutto il mondo? Non si pronuncia la parola prostituzione, e si racconta di protettori riunitisi per una decisione storica. «Il referendum dice: Rimini o Venezia.»
Commenta il dc «Arengo»: «"Città Nuova" rende al pubblico maschile segnalati servizi con le sue inchieste, fornendo utili indirizzi. Non per nulla Francesca ricordava "galeotto fu il libro e chi lo scrisse"».
A proposito di servizi: «Oggi il reparto chirurgico è un fatto compiuto e fra non molto anche quello di Medicina sarà attrezzato», scrive l'«Arengo», elogiando l'amministrazione ospedaliera (Congregazione di Carità), che sotto la presenza Ugolini «senza strombazzamenti ha quotidianamente affrontato problemi vastissimi superandoli, riuscendo così a costruire saldamente opere durature".

Ricostruire. Gli operai disoccupati sono in agitazione. La città attende che da Bologna il Provveditorato alle opere pubbliche dia il via ai lavori dell'Ausa, tenendo conto delle «critiche condizioni» in cui Rimini si trova.
All'Università del Popolo si spiega Dante ad operai e studenti (iscrizioni 10 lire) ed ai soci ordinari (50 lire). Il dottor G. Massani tratta invece, in un altro ciclo di conversazioni, delle superstizioni popolari attorno alle malattie infettive. Alla prof. F. Canaletti viene affidato il tema: perché è bene che la donna partecipi alla vita sociale.

Rimini torna alla carica per la questione provincia, vantando un'economia che coinvolge molti settori: da Cesena ancora opposizioni. «È strano che quando Rimini è sul punto di formare una provincia a sé, sia proprio Cesena che fa quanto può per opporsi», scrive l'«Arengo».
Campagna elettorale. Leggiamo ancora l'«Arengo». A proposito di «un giovanissimo professore di filosofia, Pagliarani, scritturato per la propaganda del comunismo riminese», il giornale dc osserva: «Questi propagandisti comunisti incominciano sempre con l'affermare che rispettano la religione, e poi finiscono con l'insolentire i sacerdoti». È accaduto a Morciano.
In vista del referendum istituzionale, la dc si pronuncia per la forma repubblicana. I comizi: «trascinante trionfo di padre Lombardi», lo chiamano «il microfono di Dio». Interviene il ministro Gronchi, uno dei futuri capi dello Stato.

Primo maggio, è inaugurato l'Asilo-giardino italo-svizzero, i cui dirigenti secondo l'«Arengo» hanno dato «una colorazione politica all'istituzione». «L'ora della Costituente si avvicina a grandi passi», intitola lo stesso periodico.
Il due giugno porta questi risultati. Referendum istituzionale: repubblica voti 30.273, monarchia voti 6.431. Assemblea costituente: pci 12.587, pri 4.000, psi 10.162, dc 8.232, Uomo qualunque 878, Unione democratica 542, partito d'Azione 530.
Il Comune contava 72.878 abitanti. I cittadini ammessi al duplice voto erano 44.172. I votanti furono 38.656. Le schede nulle o bianche per il referendum 1.752, per le politiche 1.876.
Comincia una nuova era, sottolinea l'«Arengo»: «La data del 2 giugno deve segnare la ripresa della vita morale. Ad evitare conflitti di attribuzioni, è necessario smontare la residua burocrazia fascista e quella di guerra». Il foglio comunista «l'Unità» scrive che a Rimini «solo i socialcomunisti difendono gli ammalati poveri». Si litiga anche per le sedi dei partiti. I socialisti l'hanno sistemata nel ridotto del teatro comunale, mentre il salone dell'Arengo è utilizzato da una società sportiva come sala da ballo.

Soltanto le solenni celebrazioni sembrano riavvicinare le parti in contrasto. Il 16 agosto si commemora il secondo anniversario dell'uccisione dei Tre Martiri. Scrive l'«Arengo»: «Rimini celebra commossa i Suoi Martiri simbolo del nostro riscatto e monito a chi vuole ingiustamente punirci».
Su «Città Nuova» Guido Nozzoli pubblica una poesia in loro ricordo, che si conclude con questi versi: «E il sole portò le croci nelle lacrime azzurre delle madri».
Quelle madri che vanno in tribunale ad accusare Paolo Tacchi per la morte dei loro figli. Tacchi si difende dicendo: «Ho sempre fatto del bene». Ma poi, scrive «Città Nuova», «crolla sotto la sconvolgente requisitoria delle madri dei '3 martiri'». Il tribunale lo condanna alla fucilazione alla schiena. Ma riuscirà a salvarsi. [4]

Rimini ieri. Cronache dalla città
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Antonio Montanari

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1551, 19.12.2011. Modificata, 19.12.2011, 17:21