Antonio Montanari

Il tesoro di carta del Fondo Gambetti

Carta canta/5

Quarantacinque anni di lavoro nel tempo libero lasciatogli dal suo impegno sacerdotale, sono testimoniati dal fondo bibliotecario conservato nella Gambalunga di Rimini, e che prende il titolo da lui, Zeffirino Gambetti (1803-1871).
"Gambetti ha raccolto e ordinato tutto quanto riguardasse la città e il territorio di Rimini, la sua storia e i suoi abitanti, noti e meno noti, del passato ma anche coevi e contemporanei, salvando dall'oblio non solo importanti autografi ma anche ricevute di pagamento, promemoria temporanei, modulistica d'uso quotidiano, effimeri avvisi a stampa, pregiate edizioni e pubblicazioni occasionali e devozionali, incisioni e dipinti", scrive Maria Cecilia Antoni nel suo saggio dedicato al sacerdote, appena pubblicato in "Studi Romagnoli", LXII, 2011.
Tutti i materiali descritti, le famose "Schede Gambetti" della Gambalunga, si possono consultare anche su Internet dal sito della stessa biblioteca riminese.
Come scrive Antoni, si deve a Gambetti, il salvataggio e la conservazione in Gambalunga del patrimonio manoscritto di Giovanni Bianchi, e di parte di quello a stampa.
Il significato di tutto il lavoro di Gambetti è così riassunto da Antoni: esso consente "di recuperare aspetti esistenziali minuti e domestici" di molti personaggi. Questi elementi "illuminano il contesto sociale e privato, contribuendo in modo determinante alla ricostruzione della storia locale".
A Maria Cecilia Antoni si deve pure il saggio (2010) sul fondo gambalunghiano intitolato a Michele e Michelangelo Rosa, apparso su "Studi Montefeltrani". Esso offre uno strumento di corredo, un inventario sommario, per consentire agli studiosi di conoscere e valorizzare un ricco patrimonio documentario che altrimenti sarebbe silenzioso ed inerte, realizzando l'essenziale funzione degli addetti ai "beni pubblici".
Un'osservazione marginale ma non per questo secondaria. Lavori così significativi ed importanti come questi di Maria Cecilia Antoni, una studiosa accurata e discreta, non possono trovar spazio in nessuna "sede" ufficiale riminese, mancando per l'editoria ogni iniziativa pubblica cittadina.

Antonio Montanari
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