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Liberate Barabba - numero 8
Lo spettro
La poesia
La Finestra sul Cortile
Rossoverde
Il Lavoro servile
A sinistra
Guerra e Pace
Associazionismo critico
Diritti e Rovescio
Visioni
Leggi e rileggi

Sentimento d'amore

 


LO SPETTRO

Uno spettro si aggira per la "grande città", lo temono affaristi, politici, integralisti: il suo nome è Bar Abbà. Lui ci insegna che ribellarsi è possibile, loro lo preferiscono in catene. I sacerdoti del mattone (SI o NO) raccontano la loro "verità", ma Bar Abbà la smaschera: per questo lo odiano.

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LA POESIA

Quando davo
da mangiare ai poveri,
mi chiamavano santo.
Quando chiedevo
come mai i poveri non
avevano da mangiare,
mi chiamavano comunista

Dom Helder Camara

Possono tagliare
tutti i fiori,
ma non potranno
fermare la primavera.

Pablo Neruda

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ANNULLAMENTO PIANI BAZZANE: UNO SPECCHIO PER LE ALLODOLE?

Nel Consiglio Comunale del 28 ottobre si votavano due proposte di annullamento dei Piani attuativi Bazzana Inferiore (146.000 mc) e S. Ilario (39.000 mc). La prima, presentata dai consiglieri Franco Papetti del PRC e Valerio Bianchi del Comitato Fermiamoli, proponeva l'annullamento delle delibere, precedentemente approvate dalla Giunta Musella, per vizi di illegittimità dovuti alla mancata previsione di opere pubbliche nel comparto edificatorio e per lo scomputo di oneri, a favore del privato lottizzante, su opere (S.P. n. 184) non di proprietà del Comune di Assago. Inoltre, si proponeva l'annullamento della Variante per le "anomalie non irrilevanti" evidenziate nella relazione redatta dai tecnici incaricati dalla Giunta Raimondo. Questi due provvedimenti sono necessari se si vuole fermare la colata di cemento di 185.000 mc - circa 600 appartamenti, pari a 1.850 abitanti - nel Parco Sud.
La seconda delibera, presentata dalla Giunta Raimondo (CL/Forza Italia, DS, Margherita, Verdi), si limitava, in modo parziale e non risolutivo, a prevedere l'annullamento delle sole illegittimità inerenti alle opere pubbliche, senza affrontare l'impatto edificatorio nel Parco Sud. Risultato finale delle votazioni: la delibera proposta dai consiglieri Papetti e Bianchi veniva respinta, mentre la maggioranza approvava la sua proposta.
La Lista Uniti per Assago si era impegnata, nel programma, a soddisfare le esigenze abitative dei ceti più bisognosi e a ridurre, sull'area Bazzana, le volumetrie edilizie e la speculazione nel parco. Ma la Giunta Raimondo, ancora una volta, tradisce le promesse elettorali: avviene solo per inettitudine amministrativa o c'è dell'altro? Alcuni politici sostengono, maliziosamente, che il vero obiettivo dell'annullamento dei Piani non è tanto la sanatoria di alcune illegittimità, facilmente rimediabili, (vedasi a questo proposito il diverso trattamento riservato ai Cabassi nella trattativa sulla D4!), bensì quello di portare la proprietà a più miti consigli, in particolare "raccomandando" l'allargamento della platea degli operatori economici interessati al "business". In questo caso può forse valere il vecchio adagio andreottiano: "A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca"? La risposta certa l'avremo nei prossimi mesi: basterà vedere chi ci inonderà di cemento.

N.B. L'Assessore Codegoni, sul numero "NoidiAssago" di novembre 2005, fa lievitare le volumetrie residenziali del Piano Bazzana Inferiore portandole da 146.00 a 185.000 mc.
È' un errore, oppure la sua lingua batte dove il nostro dente duole?

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TAV: NIENTE LAVORI SENZA IL CONSENSO DELLA POPOLAZIONE

La mobilitazione popolare avvenuta in questi ultimi tempi in Val di Susa a difesa dell'ambiente, a tutela della salute e contro l'impatto ambientale che l'inutile Tav arrecherebbe, ha portato scompiglio fra le fila di quasi tutta la sinistra italiana. Nella vicenda Tav, i Sindaci dei Comuni della valle sono uniti contro l'opera; ad essi si contrappongono il Governo, la Regione e il Sindaco di Torino. Il PRC locale e nazionale, condividendo tutte le istanze dei movimenti della valle, ha partecipato all'iniziativa popolare unitamente a Verdi, PdCI, Centri sociali, No Global, dissidenti di partiti e sindacati, ribadendo che non si può fare spallucce davanti a una così grande partecipazione. Ne è nato così un movimento trasversale. Per contro, il presidente della regione Piemonte Bresso, il sindaco di Torino Chiamparino, Fassino e Rutelli, appoggiano la Grande Opera, difesa a randellate dal Governo!! Ma, allora, a questi ultimi premono i bisogni della popolazione o ne fanno solo argomento di campagna elettorale? Per ultimo, anche Ciampi si è aggregato al carrozzone, riutilizzando l'usuale, trito argomento: l'Europa (come Dio) lo esige!
Travolti dagli avvenimenti troviamo anche gli organi centrali di CGIL CISL UIL che, non aderendo alla grande mobilitazione, difendono uno sviluppo nonostante tutto. Nascondendosi dietro la difesa dell'occupazione, relegano in secondo piano la SALUTE della popolazione e la tutela ambientale, rinunciando a possibili lotte contro industrie e imprese che nulla fanno (Marghera insegna) per garantire questi due fondamentali principi. È, peraltro, palese che la tanto acclamata concertazione nasconde la tutela degli interessi del capitale a scapito del lavoro, nonché la salvaguardia del potere egemonico (talvolta lobbistico) sindacale, escludendo la base da qualsiasi dibattito. Uniche voci fuori dal coro: FIOM E SINDACATI DI BASE.
Questa vicenda piemontese va, del resto, inquadrata in un ambito nazionale in cui le decisioni vengono sempre più spesso prese a livello centrale, creando un vuoto di democrazia che viene costantemente denunciato dalla popolazione.
In realtà, scendendo dalla Val di Susa giù giù fino alla bassa assaghese emerge una certa analogia fra le vicende piemontesi e quelle nostrane. Viene da chiedersi: i lavori che a breve avranno inizio nel nostro Comune saranno accettati passivamente dalla popolazione? L'impatto ambientale negativo, minimizzato da questa Amministrazione, stravolgerà progressivamente l'equilibrio di Assago e di tutta la zona, in omaggio a uno scriteriato e megalomane sviluppismo che dà risorse solo alle grandi opere, inutili per i cittadini del territorio, e non si occupa della salvaguardia ambientale. Dalla nostra assemblea pubblica del 12 novembre è nata la richiesta, da parte della popolazione attiva, di una forte presa di posizione sugli argomenti in itinere e di una maggiore partecipazione alle attività. Chi detiene il potere politico e il capitale deve sapere che gli assaghesi chiedono una migliore vivibilità ambientale ed uno sviluppo sostenibile e non taceranno di fronte alle manovre che questa Amministrazione vuole far accettare passivamente.

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ASSALTO A LIQUIDAZIONI (TFR) E PENSIONI

L'argomento principale usato dal governo Berlusconi è "la previdenza pubblica crollerà".
Viene adottato questo messaggio per convincere i lavoratori ad optare per i fondi pensione, finanziandoli con le proprie liquidazioni e quindi rinunciando ad esse. Da anni il mercato finanziario in Italia cerca liquidità; il bisogno di liquidità oggi è enorme, perché questo mercato deve sostenere le proprie operazioni e da anni il governo propone fondi pensione (il primo fu istituito da Amato con il D.Lgs. del 21 aprile 1993); però nessun sindacato ha mai spiegato che i fondi pensione non sono a prestazione definita, ma sono a contribuzione definita: cioè, sai quanto versi, ma non sai se e quanto incasserai. Questi fondi a contribuzione definita sono di due tipi: fondi aperti gestiti da finanziarie e banche e fondi chiusi di categoria o aziendali, cogestiti da sindacati e rappresentanti padronali. Quindi, imboccare la strada di trasportare il Tfr nei fondi pensione comporta rischi per una vecchiaia dignitosa. Le liquidazioni rappresentano una cospicua massa finanziaria, teoricamente disponibile, su cui governo, confindustria e sindacati vogliono allungare le mani. Giorni fa la stampa comunicava che il governo ha rimandato la manovra finanziaria sul Tfr all'anno 2008: si riscontra comunque una scarsa ed esigua informazione, se si considera l'importanza dell'argomento. Qui di seguito l'elenco di una campagna politica (ricattatoria) per convincere i lavoratori a dirottare il proprio Tfr nei fondi pensione:
a) verranno detassati i soldi versati nei fondi pensione;
b) solo ai lavoratori che aderiranno ai fondi chiusi verranno concordate elargizioni padronali;
c) chi ritira in un'unica soluzione la somma del Tfr se lo trova decurtato dalle tasse.
Nel 2001 il centrosinistra ha introdotto la tassazione dell'11% sulla rivalutazione annuale del Tfr e Berlusconi non ha applicato la no tax area (da "il sole 24 ore" del 27 gennaio 2005). In conclusione, vogliono scippare il Tfr cercando con più manovre di convincere i lavoratori, tramite il veicolo portante del SILENZIO ASSENSO, mirando così alla definitiva distruzione della previdenza pubblica.

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TRAFFICO E URBANISTICA AD ASSAGO: I CITTADINI FANNO DOMANDE SCOMODE?

L'Assemblea Pubblica del 12 novembre sul tema ha segnato un momento importante. Al tavolo erano presenti: PdCI Sezione C. Manelli, Associazione Vivere Assago, Rifondazione Comunista e l'arch. Paolo Zoccarato.
La sala era colma di persone, non solo addetti ai lavori, ma anche semplici cittadini e associazioni, tra le quali Fermiamoli, Le Rosse di Eva, la Rete dei Comitati di Milano, il Comitato La Barona, gli Amici di Buccinasco.
Gli interventi di apertura hanno illustrato gli eventi che interesseranno il territorio assaghese. In particolare con l'arch. Zoccarato (che si dimise nel dicembre 2004 da consulente tecnico sulla D4 per contrarietà con le scelte urbanistiche della Giunta) abbiamo capito quali programmi urbanistici e di viabilità questa Giunta stia varando e quali saranno le ricadute sul territorio sotto il profilo urbanistico, ambientale e sociale.
Nel corso dell'Assemblea si sono voluti evitare toni inutilmente polemici. Lo scopo dell'incontro non era quello di alimentare tensioni, bensì di capire ed essere presenti nelle vicende urbanistiche che ci coinvolgono.
Proprio per questo è risultato incomprensibile l'intervento polemico dell'esponente della Giunta, in particolare quando ha rivolto commenti di carattere personale all'arch. Zoccarato.
I presenti all'assemblea hanno partecipato fattivamente ponendo domande per avere i chiarimenti più volte invano richiesti alla Giunta.
Questo rappresenta il miglior risultato: far comprendere ai cittadini che il nostro compito non si esaurisce in una cabina elettorale, ma continua con un'attiva partecipazione alle scelte della Giunta: un dovere e un diritto.
Gli altri temi affrontati: il nuovo cimitero monumentale, l'inceneritore e la strada parco al confine con Assago e la metropolitana, in relazione alla quale si è avuta conferma che non ne conseguirà alcun concreto vantaggio per i cittadini di Assago, ma ne beneficeranno i futuri insediamenti che verranno costruiti sull'area D4, il Forum e i Centri Commerciali limitrofi. Non solo, Assago si vedrà gravata da una viabilità che non può strutturalmente gestire, come già l'ampliamento del Carrefour dimostra. A questo si aggiungerà un notevole degrado ambientale, che l'arch. Zoccarato così ha descritto: "se volete vedere come sarà Assago tra qualche anno, andate il sabato e la domenica all'uscita della tangenziale di Carugate".
Il PdCI sezione Corsico-Assago accoglie l'appello lanciato nel corso della serata da un cittadino, il quale si sente abbandonato da questa Giunta: attivarci per fermare la speculazione e il saccheggio del nostro territorio.

PdCI Corsico-Assago:
e-mail comunisti_corsico@virgilio.it
Luigi Autunno, tel. 338.8034230

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IL PROCESSO BOLIVARIANO DEL VENEZUELA
(una reale alternativa per l'America Latina?)

Ridotto da: Stuart Piper, Socialist Outlook

Per i movimenti progressisti ed anti-neoliberali in America Latina l'esperienza chavista in Venezuela è il punto di riferimento più importante: sembra indicare che ci sia realmente un'alternativa.
Questo processo-anticapitalistico ed anti neoliberistico, che Chàvez sostiene dirigersi verso il socialismo - dispone di tre grandi punti di forza contrastati da due gravi elementi di debolezza.
La prima forza è l'enorme capacità di mobilitazione della popolazione venezuelana: l'insurrezione dell' 11 - 13 aprile del 2002 fermò il colpo di Stato e permise a Chávez di ritornare in maniera trionfale al palazzo presidenziale. Chávez, abitualmente presentato dalla stampa internazionale come "autoritario", ha, in realtà, democraticamente conquistato un record di vittorie elettorali; ha favorito il nascere di comitati popolari per sostenere i programmi sociali governativi, di 40.000 cooperative urbane e rurali e si sono fatti i primi tentativi di controllo operaio in alcune fabbriche e imprese improduttive espropriate dal governo.
Gli aspetti di populismo della sua azione politica non possono cancellare il coraggio nel rompere realmente con le pratiche neoliberali (secondo punto di forza del processo bolivariano) in nome di quattro principi-guida:
- Sovranità: Venezuela e America Latina devono avere il pieno controllo delle proprie risorse e dei propri processi decisionali, liberandosi dal giogo degli Stati Uniti.
- Democrazia partecipativa: la sola via per sradicare la povertà.
- Nuova economia: il modello economico non può essere quello capitalistico.
- Internazionalismo: non ci sono soluzioni puramente nazionali.
Il terzo punto di forza si chiama petrolio: la ricchezza petrolifera del Venezuela permette al processo rivoluzionario di operare cambiamenti economici e sociali molto profondi nel paese.
Per contro, il processo bolivariano deve superare la sfida di due gravi elementi di debolezza.
Anzitutto, l'inconsistenza dei movimenti sociali e dei partiti politici di sinistra; in secondo luogo, tutta la macchina amministrativa, legislativa e giudiziaria dell'antico apparato dello Stato borghese è ancora in piedi e svolge un'opposizione sotterranea al processo bolivariano.
Se prevarranno gli elementi di forza e l'organizzazione e la partecipazione popolare riusciranno a creare istituzioni di nuovo genere, il Venezuela aprirà la strada a tutti noi.

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CARA AMICA TI SCRIVO...
(al Sindaco è finito l'inchiostro...)

Questa è la lettera che, unitamente alle associazioni del territorio, abbiamo inviato il 18 novembre alla Presidente del Parco Sud, preoccupati che la redazione dei Piani di Cintura possa portare al taglio del 10-15% del territorio del Parco a ridosso del Comune di Milano: questa è, infatti, la percentuale di terreni agricoli che si vorrebbe trasformare in "aree agricole di interesse generale", rendendo circa 2300 ettari disponibili per nuove edificazioni. Purtroppo la difesa di questa importantissima fascia del "nostro" territorio dovrebbe essere portata avanti da Sindaco e Giunta (!?)…





Gentile Presidente Bruna Brembilla,
abbiamo appreso con soddisfazione della ripresa della procedura di approvazione del Piano di Settore Agricolo (PSA), strumento fondamentale per la pianificazione del Parco Agricolo Sud Milano e dei Piani di Cintura Urbana in particolare.
L'iter di redazione del PSA era iniziato anni fa ed avevamo apprezzato il buon proposito dell'Ente gestore del Parco di illustrare in incontri pubblici i contenuti del piano, … basilare tanto per la tutela delle attività agricole, quanto per le sue ricadute sul Parco Agricolo: il paesaggio, la conservazione della flora, della fauna e degli ecosistemi tipici.
Prima che questo venga approvato definitivamente dal Consiglio Provinciale, le proponiamo di organizzare un momento pubblico per l'illustrazione di questo piano di settore in quell'ottica di partecipazione e condivisione che oggi sta diventando una lodevole consuetudine delle Amministrazioni Pubbliche (e come, peraltro, previsto dalle norme di gestione del Parco Agricolo Sud Milano)…
Avremo così l'opportunità di comprendere a fondo, attraverso una corretta e completa informazione diretta, lo spirito e le ragioni delle proposte di modifica introdotte recentemente al PSA, alcune delle quali sollevano la nostra viva preoccupazione. Riteniamo, infatti, che un iter troppo affrettato e privo di verifiche possa...danneggiare in modo irreversibile un tessuto territoriale... vitale per la Città e per l'Agricoltura sopravvissuta ai suoi margini.

Associazione VIVERE ASSAGO

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CI PROVANO, CI RIPROVANO… CONTINUANO A PROVARCI!!!

Procreazione assistita, RU486, consultori, legge 194: non da ora questi argomenti vengono usati per attaccare il diritto all'autodeterminazione e alla libertà di scelta.
Ma siamo già in clima di campagna elettorale e la partita giocata sul corpo delle donne si fa via via più chiara. Era evidente già dal referendum sulla procreazione che si sarebbe arrivati ad attaccare il diritto d'aborto; ci provò Buttiglione all'ini-
zio della legislatura ed ora il cerchio si stringe. Le gerarchie cattoliche, Ruini in testa, già da tempo scandiscono l'agenda politica, i cui dettami sono prontamente raccolti dal centrodestra e da parti del centrosinistra. Lo si è visto col referendum fatto fallire, con la pillola abortiva e il tentativo di impedirne l'importazione, con la richiesta di volontari cattolici nei consultori, con l'indagine parlamentare,che ha il sapore di un'intimidazione spudorata, per vigilare sulle pratiche di prevenzione dell'aborto. Da ricordare che Storace, allora governatore del Lazio, propose la schedatura delle donne che si rivolgevano ai consultori per abortire. Ora, un progetto di riforma redatto da organizzazioni cattoliche vorrebbe i consultori al servizio del sedicente Movimento per la Vita, senza più il compito di fornire la certificazione per l'interruzione della gravidanza.

E ad Assago? Il consultorio pubblico è solo un debole ricordo: di quello che c'era rimane ben poco, ma niente paura! C'è quello della Parrocchia. Quello funziona e lì i "volontari" difensori della vita ci sono già.

Le Rosse di Eva

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L'ODIO: LA RABBIA DELLE PERIFERIE

Volete capirne di più sull'esplosione delle periferie francesi? Andate a rivedere (noleggiarlo oggi è ancora possibile) questo splendido film, vincitore della Palma d'oro al festival di Cannes del '95, dell'allora emergente regista Mathieu Kassovitz, che mostra in modo preveggente ciò che la politica non ha voluto o non è stata in grado di comprendere. Il regista ci conduce per mano nel degrado delle periferie con una pellicola girata in un estraniante bianco e nero; mette in scena la giornata balorda di tre giovani allo sbando dopo una notte di guerriglia urbana innescata dalla notizia dell'uccisione di un loro compagno da parte di un funzionario della polizia. Il tempo, scandito dal ritmo frenetico del ticchettio dell'orologio contrapposto al nulla della vita quotidiana della banlieu, fa presagire l'esito finale della tragedia, apostrofato all'inizio e alla fine del film dal refrain "fino a qui tutto bene… il problema non è tanto la cadutama l'atterraggio". Già, la caduta, ma di chi? Degli immigrati di terza o quarta generazione che, nonostante le parole d'ordine della rivoluzione francese egalité e fraternité, fanno i conti con una democrazia che di fatto li esclude, emarginandoli in non luoghi come quelli delle anonime periferie metropolitane; o della stessa società francese, che si trova a rispondere con il coprifuoco ai problemi posti dagli esclusi, rinnegando anche il primo degli enunciati della rivoluzione, c'est a dire la liberté.

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IL VIOLINO NERO
di Maxence Fermine

"la vera musica è tra le note" (W. A. Mozart)

Un bel libro che racconta una favola sulla musica, con tutti gli ingredienti "ad hoc"…un violinista, un liutaio, una fanciulla dalla voce sublime, uno strano violino nero che cambia la vita di chi lo suona...il tutto ambientato nell'800 in Italia.
Venezia fa da sfondo a tutto ciò con la sua magia che ferma il tempo, rallenta i ritmi, placa i suoni, prolunga i silenzi...
Ed è bello sentirsi dire che per rendere interessante la propria vita basta andare a cercare la parte di sogno che ci spetta di diritto...
Perché abbiamo l'impressione che ci abbiano stroncato sul nascere anche questo?



Il violino nero, Fermine Maxence, Bompiani Editore, 2001, p. 143, euro 9,00

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Lasciatemi dire,

a costo di sembrare ridicolo,

che il vero rivoluzionario

è guidato da grandi sentimenti d'amore

Ernesto Che Guevara

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