OIL FOR FOOD: COINVOLTO fORMIGONI |
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"Oil for food" in Iraq: scandalo planetario |
COINVOLTE GRANDI SOCIETÀ - Spiccano anche i marchi di colossi
automobilistici come la Volvo e la Daimler Chrysler nella lista delle
compagnie coinvolte nel giro di tangenti. Ma ci sono anche la Siemens,
la Weir, l'Ufficio australiano del frumento, oltre a società francesi,
svizzere, tedesche, russe (le compagnie pretrolifere Lukoil, Zarubezhneft
e Alfa-Eco) e cinesi. La più coinvolta sembra la malesiana Mastek.
Ma non mancano la svizzera Vitol e la francese Bnp-Paribas. Tra i politici,
oltre a Roberto Formigoni, si citano il leader nazionalista russo Vladimir
Zhirinovsky, il capo del partito comunista Gennady Zyuganov e l'ex capo
dello staff del Cremlino Alexander Voloshin. AZIONE LEGALE SVIZZERA - La Svizzera intende avviare un'azione legale
contro quattro persone presumibilmente coinvolte nello scandalo Oil for
food. Lo annuncia il ministero dell'Economia svizzero in un comunicato.
L'ufficio del procuratore generale ha inoltre bloccato i conti bancari
legati al caso, prosegue la nota. Le autorità elvetiche hanno già
multato per un valore di 50 mila franchi svizzeri (32 mila euro) una compagnia
petrolifera con sede a Ginevra legata allo scandalo.
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Rapporto tangenti Iraq, citato Formigoni |
LA REPLICA DEL GOVERNATORE - "Come tutti sanno - afferma Formigoni in una dichiarazione - sono andato in Iraq per liberare 300 ostaggi italiani là detenuti e della cui sorte nessuno si interessava". Il governatore aggiunge che "come ho sempre dichiarato, nelle mie missioni internazionali ho accompagnato e segnalato i nomi di aziende lombarde e italiane, grandi e piccole, desiderose di lavorare con l'estero. Se queste aziende hanno ottenuto lavoro, come spesso è capitato, ne sono orgoglioso, ma le modalità con cui ciò è avvenuto sono sotto la loro totale responsabilità". IL COLLABORATORE DI FORMIGONI - Ma ecco nel dettaglio cosa dice il rapporto Onu. Dei 27 milioni di barili di petrolio, "oltre 24,1 milioni sono stati utilizzati. Queste quote di petrolio tuttavia non furono trattate da Formigoni, ma da Marco Mazzarino De Petro, "amico di Formigoni da trent'anni, che a quei tempi stava lavorando come consulente pagato nell'ufficio del presidente della Regione", si afferma nel rapporto. Lo stesso De Petro proprio in queste ore si è dimesso da presidente della società Avio Nord, con la volontà - fa sapere una nota delle Ferrovie Nord Milano S.p.A.- "di non voler generare ricadute negative per l'azienda". La Commissione Volcker dedica un paragrafo del capitolo "Transazioni di petrolio e pagamenti illeciti" al rapporto tra il presidente della Regione Lombardia e l'ex consulente del Pirellone accusato di aver ricevuto quasi 800.000 dollari per la vendita di quote di petrolio nell'ambito dell'operazione "Oil for food", attraverso una serie di conti a nome della "Candonly Limited", nome dato a tre compagnie di facciata sotto il suo controllo. "De Petro - prosegue il rapporto - ha detto di aver contattato l'ufficio di Tareq Aziz per fare altri acquisti di petrolio nell'ambito del programma. De Petro ricordò che Formigoni menzionò la Cogep a funzionari iracheni durante la loro visita ufficiale in Italia nel 1998, ma asserì di non aver dato una lira da questa attività a Formigoni". NESSUNA COLLABORAZIONE - La commissione lamenta che "nonostante
molti tentativi, il comitato non è stato in grado di ottenere la
cooperazione di Formigoni o della Cogep" e che "Formigoni ha
negato di aver ricevuto quote di petrolio". Con una lettera di quattro
righe datata 21 ottobre 2005 Formigoni ha risposto alla richiesta di chiarimenti
della Commissione Volcker. Formigoni scrive di "non aver mai ricevuto
quote di petrolio dall'Iraq" e di non riconoscersi nella ricostruzione
fatta dalla Commissione che lo indica come beneficiario delle allocazioni
di petrolio.
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