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OIL FOR FOOD: COINVOLTO fORMIGONI

 

"Oil for food" in Iraq: scandalo planetario


Dal Corriere della Sera del 28 ootobre 2005


Il regime di Saddam pagò 1,8 miliardi di dollari in tangenti a 2 mila società di tutto il mondo che fecero affari grazie all'embargo Onu

NEW YORK - La madre di tutti gli scandali, la madre di tutte le tangenti. Dal rapporto voluto dal segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan (che nello scandalo vede coinvolto anche suo figlio), si conclude che Saddam Hussein distrasse fondi per 1,8 miliardi di dollari per destinarli a tangenti e sovrapprezzi a favore di 2 mila delle circa 4.500 società di tutto il mondo che trafficarono con l'Iraq durante il programma "oil for food", istituito il 13 dicembre 1996 dalle Nazioni Unite (terminò nel 1003 dopo la caduta del regime di Saddam), per mitigare gli effetti sulla popolazione irachena dovuti all'embargo della vendita del petrolio iracheno dopo l'invasione del Kuwait nell'agosto del 1990. Il comitato di indagine indipendente guidato era presiedeuto dall'ex presidente della Federal Reserve americana Paul Volcker.

COINVOLTE GRANDI SOCIETÀ - Spiccano anche i marchi di colossi automobilistici come la Volvo e la Daimler Chrysler nella lista delle compagnie coinvolte nel giro di tangenti. Ma ci sono anche la Siemens, la Weir, l'Ufficio australiano del frumento, oltre a società francesi, svizzere, tedesche, russe (le compagnie pretrolifere Lukoil, Zarubezhneft e Alfa-Eco) e cinesi. La più coinvolta sembra la malesiana Mastek. Ma non mancano la svizzera Vitol e la francese Bnp-Paribas. Tra i politici, oltre a Roberto Formigoni, si citano il leader nazionalista russo Vladimir Zhirinovsky, il capo del partito comunista Gennady Zyuganov e l'ex capo dello staff del Cremlino Alexander Voloshin.
RICICLAGGIO - Il rapporto Volcker si pone un'inquitante domanda sul ruolo che importanti istituzioni finanziarie di livello mondiale hanno avuto nel riciclaggio delle tangenti irachene. Nello scandalo sarebbe coinvolto anche padre Jean-Marie Benjamin, dal 1991 al 1994 assistente del segretario di Stato vaticano, cardinale Agostino Casaroli, amico dal 1998 dell'allora vice premier iracheno, Tareq Aziz. Quattro pagine del rapporto sono dedicate al sacerdote e ad Alain Bionda, un avvocato e petroliere svizzero che avrebbe utilizzato la sua amicizia con padre Benjamin per ottenere dal governo di Bagdad oltre due milioni di barili di petrolio.

AZIONE LEGALE SVIZZERA - La Svizzera intende avviare un'azione legale contro quattro persone presumibilmente coinvolte nello scandalo Oil for food. Lo annuncia il ministero dell'Economia svizzero in un comunicato. L'ufficio del procuratore generale ha inoltre bloccato i conti bancari legati al caso, prosegue la nota. Le autorità elvetiche hanno già multato per un valore di 50 mila franchi svizzeri (32 mila euro) una compagnia petrolifera con sede a Ginevra legata allo scandalo.

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Rapporto tangenti Iraq, citato Formigoni


dal Corriere del 28 ottobre 2005

Il governatore nega tutto: "Mai ricevuto una goccia di petrolio né un centesimo". Il suo collaboratore si dimette

NEW YORK - "Documenti ufficiali iracheni e del ministero del petrolio indicano che il governo iracheno ha accordato oltre 27 milioni di barili di petrolio in undici fasi nel nome di Roberto Formigoni, presidente della Lombardia". Lo riporta il rapporto finale della Commissione indipendente dell'Onu che ha indagato sullo scandalo petrolio-cibo ("oil for food") in Iraq durante il regime di Saddam Hussein. Il rapporto, quinto e ultimo in 18 mesi di lavoro della commissione guidata da Paul Volcker, ex presidente della Banca centrale americana, è stato diffuso venerdì. "Confermo di non aver mai ricevuto dall'Iraq né una goccia di petrolio né un solo centesimo", è stata l'immediata replica del governatore della Lombardia.

LA REPLICA DEL GOVERNATORE - "Come tutti sanno - afferma Formigoni in una dichiarazione - sono andato in Iraq per liberare 300 ostaggi italiani là detenuti e della cui sorte nessuno si interessava". Il governatore aggiunge che "come ho sempre dichiarato, nelle mie missioni internazionali ho accompagnato e segnalato i nomi di aziende lombarde e italiane, grandi e piccole, desiderose di lavorare con l'estero. Se queste aziende hanno ottenuto lavoro, come spesso è capitato, ne sono orgoglioso, ma le modalità con cui ciò è avvenuto sono sotto la loro totale responsabilità".

IL COLLABORATORE DI FORMIGONI - Ma ecco nel dettaglio cosa dice il rapporto Onu. Dei 27 milioni di barili di petrolio, "oltre 24,1 milioni sono stati utilizzati. Queste quote di petrolio tuttavia non furono trattate da Formigoni, ma da Marco Mazzarino De Petro, "amico di Formigoni da trent'anni, che a quei tempi stava lavorando come consulente pagato nell'ufficio del presidente della Regione", si afferma nel rapporto. Lo stesso De Petro proprio in queste ore si è dimesso da presidente della società Avio Nord, con la volontà - fa sapere una nota delle Ferrovie Nord Milano S.p.A.- "di non voler generare ricadute negative per l'azienda".

La Commissione Volcker dedica un paragrafo del capitolo "Transazioni di petrolio e pagamenti illeciti" al rapporto tra il presidente della Regione Lombardia e l'ex consulente del Pirellone accusato di aver ricevuto quasi 800.000 dollari per la vendita di quote di petrolio nell'ambito dell'operazione "Oil for food", attraverso una serie di conti a nome della "Candonly Limited", nome dato a tre compagnie di facciata sotto il suo controllo. "De Petro - prosegue il rapporto - ha detto di aver contattato l'ufficio di Tareq Aziz per fare altri acquisti di petrolio nell'ambito del programma. De Petro ricordò che Formigoni menzionò la Cogep a funzionari iracheni durante la loro visita ufficiale in Italia nel 1998, ma asserì di non aver dato una lira da questa attività a Formigoni".

NESSUNA COLLABORAZIONE - La commissione lamenta che "nonostante molti tentativi, il comitato non è stato in grado di ottenere la cooperazione di Formigoni o della Cogep" e che "Formigoni ha negato di aver ricevuto quote di petrolio". Con una lettera di quattro righe datata 21 ottobre 2005 Formigoni ha risposto alla richiesta di chiarimenti della Commissione Volcker. Formigoni scrive di "non aver mai ricevuto quote di petrolio dall'Iraq" e di non riconoscersi nella ricostruzione fatta dalla Commissione che lo indica come beneficiario delle allocazioni di petrolio.

 

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