Nel Giugno 2001 Florido Rosati ci racconta l'episodio del 2 agosto '54
Piano piano si incominciò a riprendere il lavoro, dopo il 4 maggio.
Mi mandarono al 10, che non era ancora completamente attivo. Mi mandarono lì con Adelmo Senesi e con il Salvestroni di Roccatederighi, due carpentieri, a mettere a posto le guide per le gabbie.
La mattina del 2 di agosto del 54 venne Salton, un capo servizio a chiedermi di fare un tappo in fondo alla 14, dato che era venuto il fuoco dalla parte del Raffo.
Eravamo 5 o 6 persone.
Ad un certo punto sentimmo un sibilo forte, una soffiata e rimanemmo al buio. Io mi ritrovai dentro ad un vagone ribaltato e forse quella fu la mia salvezza. Tastando per terra trovai il castelletto di una lampada e muovendomi gattoni trovai la schiena di un compagno; lo tirai e sentii che era vivo. Andammo verso il 10 e chiamai la gabbia, all'argano c'era Vittorio Semprini.
Augusto Semprini, che era caporale della squadra delle maschere, era sceso giù al Camorra.
Vittorio mi domandò del fratello. Gli dissi di stare tranquillo perché non era con noi.
Goliardo Fiorenzani, quando uscì, aveva un po' di agitazione di stomaco e fu portato all'ospedale; dalla parte del Raffo il Ronchetti Vittorio di Montemassi aveva avuto un colpo da un legno sulla testa e dopo 8 giorni morì in ospedale. Il Serravalle Alitio aveva fratturato mandibola e mascella e rimase 5 mesi con i denti legati insieme.
Il Dondolini aveva due vertebre rotte.
Io rimasi per un mese in ospedale a Firenze, perché avevo lesioni ai bronchi.
10 agosto 1954: Vittorio Ronchetti.