MA.R.I.C.A.

MALATTIE REUMATICHE INFIAMMATORIE CRONICHE e AUTOIMMUNI

 

PROGETTO  DI UN  NUOVO  MODELLO  ORGANIZZATIVO PER  LA  ASSISTENZA  E  LA  RICERCA  PER  LE    MALATTIE    REUMATICHE INFIAMMATORIE  CRONICHE E AUTOIMMUNI IN PROVINCIA DI BRESCIA

Introduzione.

La Reumatologia è la branca della specialistica medica che si occupa delle patologie non chirurgiche dell'apparato osteo-artro-muscolare.

Queste hanno un forte impatto sociale per l'elevata incidenza, costi economici e riduzione della qualità di vita. Per questi motivi la WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità) e l’ONU hanno dedicato la decade 2000/2010 (2000-2010 bone and joint decade) alla prevenzione e al trattamento delle malattie muscolo-scheletriche. Queste comprendono, oltre alle invalidità derivate dai conflitti bellici, le patologie degenerative, quali l'osteoartrosi e l'osteoporosi e le patologie infiammatorie croniche, quali le connettiviti e le poliartriti. Tali malattie sono caratterizzate da spiccata disabilità e da evoluzione invalidante. L’aumento della durata media della vita fa prevedere che il numero di soggetti artropatici invalidi, soprattutto anziani, raggiungerà entro i prossimi 20 anni un numero sproporzionato alle disponibilità finanziarie dei singoli governi, anche occidentali, destinate alla assistenza di questi soggetti. In questo contesto si inseriscono le iniziative della “decade” della WHO e dell’ONU, cui il nostro governo ha aderito, con la sollecitazione di destinare risorse alla prevenzione, fin dall’esordio,  della evoluzione invalidante di queste malattie.

Le malattie reumatiche infiammatorie croniche e autoimmuni.

Sono classificate in questo gruppo di patologie l’Artrite Reumatoide, l’Artrite Psoriasica, le Spondiliti, il Lupus Eritematoso Sistemico, la Sclerodermia, la Sindrome di Sjogren, la patologia autoimmune in gravidanza e le vasculiti. Complessivamente colpiscono circa il 1% della popolazione con predilezione per le donne che ne sono colpite in misura oltre 3 volte superiore agli uomini. Di nessuna di queste patologie è nota la causa. Gli innumerevoli studi condotti sembrano avvalorare l’ipotesi di una predisposizione genetica del sistema immunitario (HLA) che, se stimolato da fattori ambientali (microrganismi), potrebbe innescare una reazione infiammatoria anomala, rivolta verso strutture biologiche del medesimo organismo (autoimmunità), con la caratteristica dell’autoperpetuazione del fenomeno. Ciò si tradurrebbe in una condizione infiammatoria cronica e sistemica, dato che le cellule del sistema immunitario (globuli bianchi) e gli auto-anticorpi circolano nel sangue. Tutti gli organi e apparati possono essere colpiti dal processo infiammatorio nelle malattie autoimmuni. In alcune di queste malattie il coinvolgimento articolare è preponderante e vengono quindi denominate artriti. Nelle poliartriti croniche (artrite reumatoide, artrite psoriasica e spondiliti) si determina una progressiva alterazione distruttiva della struttura anatomica articolare che induce, nel corso degli anni, la perdita della normale capacità di movimento. Alla invalidità si giunge, in una elevata percentuale di casi, dopo lunghi periodi di sofferenza, con persistente dolore e tumefazione di molteplici articolazioni. Dopo 10 anni di malattia, oltre il 25% dei soggetti con artrite reumatoide hanno abbandonato il posto di lavoro per incapacità allo svolgimento delle richieste funzioni. Si determina frequentemente un progressivo isolamento del paziente con grave perdita sociale del suo apporto. Inoltre, in tutte queste malattie reumatiche infiammatorie croniche e autoimmuni, il processo infiammatorio sistemico rappresenta un fattore di rischio aggiuntivo per aterosclerosi. Ciò giustifica la maggiore incidenza di accidenti cerebro-cardio-vascolari che sono i veri responsabili della riduzione di aspettativa di vita in questi soggetti.

COSTI della ARTRITE REUMATOIDE  a  seconda del GRADO di INVALIDITA’

I costi diretti (spese sanitarie), indiretti (perdita di giornate lavorative, necessità di aiuto alla persona da parte di terzi) e intangibili (derivati dalla sofferenza) ingenerati da queste malattie sono esorbitanti e tanto maggiori quanto più è evoluta la malattia e il grado di inabilità. In un recente studio sull’artrite reumatoide condotto dalla Società Italiana di Reumatologia in collaborazione con l’Università Bocconi, emergerebbe che la somma di costi diretti ed indiretti, calcolata in 5.000.000 l’anno per malati in fase iniziale, raggiungerebbe i 45.000.000 l’anno per i soggetti con invalidità completa permanente. Da sottolineare che i costi derivati da assistenza sociale (pensioni di invalidità) non sono compresi in questi calcoli.

 E’ stato constatato che la evoluzione della A.R. verso la invalidità è rallentata in modo proporzionale alla entità della partecipazione dello Specialista nella gestione del paziente, sempre nell’ambito di una collaborazione con il Medico di Medicina Generale (Ann Intern Med 127: 52-60, 1997). Ciò è ancor più vero se si considerano patologie più rare, quali le connettiviti e le vasculiti, per la cui diagnosi non esistono tests di laboratorio con assoluta specificità diagnostica. Solo la maturazione di una grande esperienza, derivata dalla gestione di un elevato numero di casi di queste malattie, dalla profonda conoscenza dei meccanismi autoimmuni che si traducono in sempre nuovi tests di laboratorio e la possibilità di aggiornamento continuo, possono portare a incrementare la competenza specialistica e un moderno approccio terapeutico.

Nel corso degli ultimi 10 anni si è assistito ad un profondo mutamento dell’atteggiamento terapeutico di queste malattie. Grazie alla ricerca in laboratorio e agli studi clinici che hanno apportato nuove conoscenze patogenetiche e allo sviluppo farmaceutico di nuove sostanze in grado di inibire in modo più efficace i meccanismi responsabili dell’infiammazione. Nonostante anche questi farmaci non siano in grado di eliminare la causa, non nota, della malattia, si intravede oggi la speranza di modificare e rallentare l’evoluzione invalidante in un elevato numero di soggetti. Tuttavia i costi di questi farmaci sono  molto elevati, tanto da imporre una regolamentazione, da parte del Ministero della Sanità, con l’individuazione di Centri di Riferimento cui affidarne l’impiego nell’ambito di uno studio osservazionale (ANTARES) che dovrebbe fornire le informazioni di farmacoeconomia derivanti dall’analisi dei costi/benefici indotti.

Il Servizio di Reumatologia, Allergologia e Immunologia Clinica

E’ stato istituito nel 1974. Oltre alla attività di allergologia viene svolta quella finalizzata alla diagnosi, alla terapia e al monitoraggio delle malattie reumatiche infiammatorie croniche e autoimmuni. Unico centro della intera provincia di Brescia, strutturato per il monitoraggio a lungo termine di questi pazienti, è stato riconosciuto, dal 1996, Centro Regionale di Riferimento (Delibera Regione Lombardia 18324, 20 Sett. 1996). La gestione del percorso diagnostico, terapeutico e di monitoraggio a lungo termine dei malati reumatici è stato reso possibile dalla integrazione delle 3 macroattività del Servizio: l’ambulatorio, il laboratorio e il day-hospital.

1.      Presso l’ambulatorio vengono effettuate le prime visite e quelle di controllo. I malati con sospetta malattia reumatica infiammatoria cronica autoimmune giungono all’ambualtorio su richiesta del medico di medicina generale che, formulata la diagnosi e la proposta terapeutica, ottiene un duraturo supporto specialistico, con gestione comune delle problematiche correlate alla patologia e alla terapia. L’intera equipe di medici del Servizio si interessa ad ogni singolo malato con discussione collegiale dei casi più difficoltosi. Ogni anno vengono svolte oltre 4.500 visite reumatologiche. Nel corso degli ultimi 10 anni sono stati condotti studi clinici che prevedevano l’impiego di farmaci innovativi per la terapia dell’artrite reumatoide. Il Servizio di Reumatologia e Immunologia Clinica è stato inserito tra i pochi centri  del progetto ministeriale ANTARES. Alcune attività ambulatoriali, quale la gestione delle pazienti reumatiche gravide, necessitano di una equipe multispecialistica (reumatologo, ostetrico, neonatologo). Questa peculiare attività ha riscosso importanti riconoscimenti tanto che oltre il 50% delle pazienti afferenti a questo ambulatorio plurispecialistico, provengono da altre regioni italiane.

2.      Il laboratorio rappresenta una attività strategica del Servizio. L’immunologia è una branca “giovane” della medicina e 25 anni or sono pochi avventurosi pionieri erano affascinati dall’autoimmunità. Così, sul laboratorio, è nato e cresciuto il Servizio di Immunologia Clinica. Negli anni sono state sviluppate quelle metodiche di laboratorio che consentono oggi il routinario inquadramento diagnostico dei malati autoimmuni. L’impegno profuso in questo settore ha portato recentemente il Servizio a partecipare, come membro attivo, a commissioni internazionali (WHO) e nazionali (progetto FIRMA) per lo sviluppo di linee guida per la standardizzazione di procedimenti laboratoristici finalizzati alla diagnosi delle malattie reumatiche autoimmuni.                                                                                                      In laboratorio vengono inoltre effettuate le indagini atte alla individuazione della compatibilità immunologia al trapianto, condizione indispensabile per evitare il rigetto. Fin dai primi anni di attività del Servizio è stata istituito il settore di tipizzazione HLA che ha consentito lo svilupparsi dell’attività di trapianto, soprattutto di midollo osseo, nel nostro ospedale. Presso il Servizio vengono effettuate le tipizzazioni dei donatori volontari di midollo, nell’ambito dei Registri nazionali e internazionali deputati alla gestione delle banche dati relativi alle caratteristiche genetiche dei donatori. Oltre 8.500 bresciani sono stati ad oggi tipizzati, permettendo 44 trapianti (di cui 7 all’estero) e sono state effettuate 80 ricerche nei registri che hanno condotto, dopo l’analisi di conferma nel laboratorio HLA, a 47 trapianti effettuati presso la Clinica Pediatrica degli Spedali Civili di Brescia.                                                          Il supporto all’attività dell’ematologia clinica viene svolta, dal laboratorio, anche mediante l’esecuzione delle tipizzazioni linfocitarie in citofluorimetria, finalizzate alla diagnosi delle leucemie, dei linfomi e delle immunodeficienze.

  1. Infine il day-hospital, istituito nel 1994, ha permesso di realizzare quel prezioso supporto diagnostico e terapeutico che ha concesso ai malati meno gravi di evitare periodi di degenza ordinaria. E’ stata istituita una fitta rete di collaborazione con i laboratori, i servizi e le divisioni dell’ospedale al fine di garantire un celere e competente percorso diagnostico ai malati ricoverati in day-hospital. Ogni anno vengono gestiti oltre 1.200 accessi di malati reumatici in day-hospital.

Da un anno oltre 20.000 persone hanno visitato il sito web del Servizio www.bresciareumatologia.it . Questo offre sezioni divulgative sulle malattie reumatiche infiammatorie croniche e autoimmuni (MA.R.I.C.A.) dedicate, in modo separato all’utenza o a medici e studenti e un’ampia sezione informativa gestita dalle associazioni ABAR e LES. Particolare successo è stato ottenuto dalla sezione interattiva con lo specialista, dove è possibile per l’utente ottenere informazioni specialistiche mediante la compilazione di un questionario di valutazione della possibile diagnosi di MA.R.I.C.A. e visualizzare la carta dei servizi.

 

Dai problemi al progetto

A partire dagli inizi degli anni 90 la notorietà crescente del Servizio di Immunologia Clinica, la sua peculiare unicità in provincia per la gestione delle malattie reumatiche autoimmuni e la maggiore sensibilizzazione dei medici di medicina generale alle problematiche reumatologiche, ha portato ad una crescente richiesta di prestazioni cliniche e di laboratorio. Nel volgere di breve tempo la sede del Servizio risultava inadatta alle avvenute condizioni A ciò si associava una carenza di personale (medici e tecnici di laboratorio), non compensata dalla istituzione nel 1997 della scuola di specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica. L’impegno congiunto delle Associazioni di volontariato ABAR, ADMO e LES, costituitesi Comitato un Mattone per l’Immunologia, unitamente alle istituzioni regionale e alla amministrazione degli Spedali Civili, ha portato all’approvazione e relativa copertura finanziaria, del progetto di realizzazione della nuova sede del Servizio.

Tuttavia, nonostante gli sforzi di adeguamento strutturale, si intravedeva il rischio che, al ritmo attuale di incremento di prestazioni, anche la nuova sede avrebbe potuto divenire obsoleta nel volgere di un decennio. Infatti, sulla base di dati epidemiologici applicati alla realtà della nostra provincia, il Servizio dovrebbe essere chiamato alla gestione di un numero di malati reumatici 3 volte maggiore di quello attuale.

Con la partecipazione attiva delle Associazioni dei malati che hanno portato un fondamentale contributo nel renderlo affine alle esigenze dei pazienti, è stato ideato il progetto di un nuovo modello organizzativo per la assistenza e la ricerca per le malattie reumatiche infiammatorie croniche e autoimmuni nella provincia di Brescia.

Gli obiettivi primari del progetto, in accordo con quelli della bone and joint decade, sono: la rilevazione epidemiologica dell’incidenza e prevalenza delle malattie reumatiche infiammatorie croniche in una provincia di oltre 1.000.000 di abitanti; giungere alla diagnosi precoce e conseguente terapia di queste malattie mediante l’integrazione paritetica tra specialista e medico di medicina generale; fornire al malato, figura centrale del progetto, una assistenza continuativa mirante alla rilevazione dell’evoluzione clinica della malattia e alla tempestiva correzione delle complicanze dirette o secondarie alla terapia; attuare una costante opera di aggiornamento dell’intera equipe di medici e infermieri coinvolti; rilevare, a lungo termine, gli effetti economici della prevenzione dell’invalidità.

La realizzazione del progetto prevede una organizzazione su più livelli.

Ai primi due livelli sono affidati compiti di rilevazione epidemiologica, primo inquadramento diagnostico, impostazione terapeutica e gestione nel tempo dei pazienti che non necessitino di ospedalizzazione o problematiche di competenza multi-specialistica. Ciò è realizzabile mediante la capillare copertura del territorio della provincia con ambulatori specialistici funzionanti in stretto rapporto con i medici di medicina generale. A garanzia di una omogeneità dei percorsi diagnostici e terapeutici e della rilevazione epidemiologica si è ravvisata la necessità che gli ambulatori periferici vengano gestiti da una unica equipe di specialisti, dipendenti dal Centro di Riferimento coordinatore.

Il terzo livello compete al Centro di Riferimento Regionale. Questo, oltre alle funzioni di primo e secondo livello per i malati residenti nel distretto cittadino, coordina gli ambulatori periferici e l’equipe multispecialistica per i malati che necessitino di ricovero (ordinario o in day-hospital), centralizza ed elabora le informazioni epidemiologiche e cliniche, si occupa della proposta di aggiornamento e formazione, garantisce i percorsi diagnostici laboratoristi per l’autoimmunità sistemica. E’ chiamato alle istanze di verifica dell’attuazione del progetto da parte delle Amministrazioni regionale, della ASL e delle Aziende Ospedaliere.

 

Ad oggi questo progetto è stato sottoposto e condiviso da:

  1. Associazione ABAR e LES
  2. Società Italiana di Reumatologia
  3. Azienda Spedali Civili Brescia
  4. ASL Brescia

 

E’ stato inoltre inviato, in attesa di parere a:

  1. Assessorato Sanità Regione Lombardia
  2. European Bone and Joint Health Strategies Project