MA.R.I.C.A.

MALATTIE REUMATICHE INFIAMMATORIE CRONICHE e AUTOIMMUNI

ASSOCIAZIONE BRESCIANA ARTRITE REUMATOIDE

A.B.A.R.

 

VOLUME 1 – 1995

 

Altri volumi

 

L’ARTRITE REUMATOIDE

Dr Roberto Gorla

 

PREMESSA

Questo manuale è stato pensato per fornire ai malati di Artrite Reumatoide alcune nozioni sulla loro malattia evitando, per quanto possibile, di impiegare una terminologia scientifica di difficile comprensione e nell’intento di affrontare sem­plicemente alcuni temi (informazioni generali e complicazioni più gravi della malattia, corretto impiego dei farmaci, ecc.) che riteniamo utili per una migliore convivenza con la malattia.

Il manuale si articola in 3 parti di facile consultazione. Nella prima si forniscono nozioni generali sull’Artrite Reumatoide; nella seconda si forniscono informazioni sull’impiego dei farmaci e consigli sul monitoraggio di possibili effetti indesiderati; nella terza ed ultima parte abbiamo indicato le modalità di organizzazione del Servizio di Immunologia Clinica degli Spedali Civili di Brescia in modo da favorire un corretto rapporto tra struttura sanitaria ed utente.

Questo manuale, che rappresenta la prima pubblicazione della A.B.A.R., verrà consegnato, in occasione della la Assemblea Generale della Associazione il 16 dicembre 1995, agli stessi malati, ai loro familiari e a tutti coloro che sono impegnati nell’assistenza diretta delle persone afflitte da questa malattia.

Prevediamo di affrontare estesamente, nelle prossime pubblicazioni, altri temi specifici quali la riabilitazione, la terapia chirurgica, le prospettive assistenziali di portatori di malattie croniche e il supporto psicologico ai malati.

 

L’ARTRITE REUMATOIDE

L’artrite Reumatoide (A.R.) dell’adulto è una delle più frequenti affezioni reumatiche infiammatorie croniche. Colpisce mediamente il 1 % della popolazione mondiale con una preferenza per il sesso femminile (rapporto maschi:femmine 1:4) e l’andamento cronicamente progressivo del danno articolare la rende una malattia gravemente invalidante con notevoli costi sociali per la diagnosi, la cura e la temporanea o definitiva inabilità al lavoro dei soggetti malati.

Non sono ancora note le cause di questa malattia, ma si pensa che fattori ambientali scatenanti possano agire su un terreno genetico predisponente: non è infatti infrequente che più soggetti, nell’ambito della stessa famiglia, ne risultino colpiti. La A.R è considerata una malattia autoimmune. Il sistema immunitario è normalmente deputato a difenderci verso le aggressioni del mondo esterno, per lo più dai virus, dai batteri, ecc. Nelle malattie autoimmuni si verifica un errore del sistema immunitario per cui vengono prodotte cellule e anticorpi che ledono, anziché difendere, le strutture proprie dell’organismo. Nell’A.R. sono di frequente riscontro il fattore reumatoide, gli anticorpi anti-nucleo ed altre alterazioni autoimmuni.

Il danno provocato dalla malattia è prevalentemente articolare, ma possono essere coinvolti dai meccanismi autoimmuno-infiammatori, altri organi come i polmoni, la cute, il cuore, l’occhio, i reni, ecc.

L’infiammazione delle strutture articolari è responsabile del dolore e della rigidità articolare lamentata dai malati. La cronicità di tale processo infiammatorio condiziona l’insorgenza del danno anatomico con deformità e conseguente impossibilità all’utilizzo delle articolazioni. L’artrite coinvolge generalmente più articolazioni contemporaneamente. Sono maggiormente colpite le piccole articolazioni delle mani e dei piedi, ma non sono risparmiate dal processo infiammatorio le grosse articolazioni (ginocchia, gomiti, polsi, spalle). La colonna vertebrale non è generalmente sede di artrite, ad eccezione della articolazione tra la prima e la seconda vertebra dove il processo infiammatorio può indurre compressione del midollo spinale con grave risentimento neurologico.

Il danno delle articolazioni colpite procede lentamente, ma progressivamente. L’infiammazione coinvolge in una prima fase la membrana sinoviale (che riveste le articolazioni) e successivamente la cartilagine. Solo in una fase avanzata si verifica l’alterazione dell’osso e dei tendini. La rottura dei tendini, unitamente alla dislocazione dei capi articolari, è responsabile delle deformazioni articolari riconoscibili a prima vista nei malati di Artrite Reumatoide.

In alcuni malati spesso compare «blocco articolare generalizzato» che viene dagli stessi pazienti definito come «crisi acuta».

Oltre al dolore, alla tumefazione e alla rigidità di più articolazioni, sono spesso presenti sintomi generali quali febbre, stanchezza e malessere generalizzato a cui contribuisce anche uno stato anemico da infiammazione cronica.

Nonostante non sia dimostrato che la A.R. condizioni una ridotta aspettativa di vita dei malati, è certo che ne condiziona una scarsa qualità: convivere quotidianamente con il dolore che spesso disturba il sonno, essere limitati nella esecuzione delle comuni attività di vita (lavorare, lavarsi, vestirsi, ecc.) ed essere indotti ad assumere notevoli quantità di farmaci, richiede una forte dose di positività psichica per non cadere in uno stato di profonda depressione.

La cura della AR. comprende l’impiego di farmaci, la correzione chirurgica ortopedica dei danni articolari e la riabilitazione articolare. Gli obiettivi principali della terapia consistono nel ritardare l’insorgenza del danno articolare e nel lenire il dolore presentato dai malati.

Non essendo note le cause della malattia, tutti i farmaci impiegati nella AR. sono rivolti al controllo dei diversi momenti fisiopatologici che automantengono cronicamente l’infiammazione senza però essere in grado di rimuoverne la causa e di conseguenza senza mai indurre una guarigione definitiva.

E’ di comune osservazione che la risposta al farmaco ed il conseguente beneficio è individuale: un medesimo farmaco può essere di beneficio in alcuni malati, ma non in altri. Inoltre si verifica spesso nel tempo una perdita di efficacia del farmaco con conseguente ripresa dei sintomi.

Da ciò, unitamente alla tollerabilità individuale verso i farmaci, deriva che ogni malato necessiti del proprio schema terapeutico e che il bisogno di modificare frequentemente tale schema imponga uno stretto monitoraggio da parte dello specialista immunologo o reumatologo che ha in cura il soggetto.

Tre sono i gruppi di farmaci di più comune impiego, somministrati singolarmente o in associazione tra loro, per la cura dell’Artrite Reumatoide:

1. Farmaci anti-infiammatori non steroidei (Voltaren, Orudis, Indoxen, Aulin, ecc). Posseggono attività anti­infiammatoria e anti-dolorifica, ma non modificano il decorso della malattia. Spesso possono provocare effetti indesiderati (gastrite, ulcera gastro-duodenale, danni renali) ed è consigliabile associare protettori della mucosa gastrica (Ranidil, Zantac, Mepral, Losec, Cytotec, Symbol, Maalox, ecc.>.

2- Farmaci anti-infiammatori steroidei (cortisonici). Questi farmaci (Medrol, Urbason, Ultralan, Deltacortene, Deflan, Flantadin, ecc) posseggono spiccata attività anti-infiammatoria, con beneficio sul dolore e la rigidità, ma è ancora dubbia la loro efficacia nella prevenzione del danno articolare. Spesso vengono utilizzati in associazione ai farmaci «di fondo». Importanti gli effetti collaterali indesiderati (gastrite, ulcera, iposurrenalismo, osteoporosi e cataratta per uso prolungato, diabete) per cui è buona norma non assumere ogni giorno il farmaco, bere molta acqua, praticare attività fisica e seguire una dieta normocalorica soprattutto povera in zuccheri.

3. Farmaci di fondo. Fanno parte di questo gruppo i sali d’oro (Tauredon, Fosfocrisolo, Ridaura), i tiolici (Pemine), gli antimalarici (Plaquenil, Clorochina), la Salazopirina e gli immunodepressori (Methotrexate, Sandimmun, Azatioprine). A questi farmaci viene attribuita la capacita di modificare la evo­luzione clinica della A. R. anche se non è dimostrato un sensi­bile rallentamento della progressione del danno articolare. La prescrizione di tali farmaci e il monitoraggio della loro azione è di competenza dello specialista immunologo o reumatologo che se ne assume la responsabilità. Possono verificarsi effetti indesiderati, anche gravi (diminuzione dei globuli bianchi, globuli rossi, piastrine, perdita di proteine con le urine, epatite, ecc.) per cui vengono consigliati controlli laboratoristici frequenti che sarebbe assai imprudente non effettuare.

La terapia chirurgica dell’A.R., di competenza ortopedica, comprende gli interventi di pulizia articolare dalla membrana sinoviale infiammata, di stabilizzazione articolare, di ricostruzione della articolarità mediante protesi.

La riabilitazione articolare rimane uno dei cardini della terapia. Non solo dopo un intervento chirurgico risulta importante la mobilizzazione dei segmenti articolari sottoposti a correzione, ma è buona norma mantenere attivo il movimento articolare comunque. Con un corretto e quotidiano esercizio articolare si mantiene il trofismo muscolare, si prevengono i vizi di posizione che tendono a stabilizzarsi e si contrasta la tendenza alla osteoporosi.

 

GESTIONE DELLA TERAPIA

L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica potenzialmente invalidante che richiede l’impiego di farmaci per periodi anche molto lunghi o addirittura per tutta la vita. Spesso, in associazione a farmaci «di fondo» (somministrati nel tentativo di prevenire o rallentare il danno articolare)  è necessario assumere farmaci anti-infiammatori (cortisonici e non), vitaminici e altri farmaci in grado di inibire o minimizzare gli effetti indesiderati dei primi (come ad esempio i protettori gastrici). Il numero di «pasticche» che ogni giorno il malato è consigliato ad assumere è perciò spesso elevato. Il rischio che insorgano effetti collaterali indesiderati durante una terapia cronica è discretamente elevato anche se solo raramente tali effetti collaterali risultano gravi e, quasi mai, irreversibili.

Alcuni effetti tossici provocano sintomatologia (reazioni allergiche, problemi gastrici o intestinali, vertigini, diarrea, ecc.) e sono quindi facilmente ed immediatamente affrontabili dal medico. Altri effetti tossici (spesso più gravi), ma reversibili se colti per tempo, non si manifestano invece con sintomi precoci ma possono produrre perdita di proteine con le urine, tossicità epatica, riduzione dei globuli bianchi o delle piastrine,ecc., ed è quindi necessario rilevarli con analisi di laboratorio che devono essere eseguite periodicamente e valutate dal medico di base. Nel caso di alterazione degli esami di laboratorio che evidenzino una tossicità del farmaco, l’immediata sospensione del medicinale e le altre misure consigliate di volta in volta dal medico risultano nella maggior parte dei casi in una pronta risoluzione del danno tossico.