Obiettivo
raggiunto: la nuova sede del Servizio di Reumatologia,
Allergologia e Immunologia clinica si farà. I lavori sono stati appaltati e
dovranno iniziare a gennaio per finire dopo 460 giorni, ovvero dopo un anno
e tre mesi. Con una previsione di spesa di quattro milioni e mezzo di euro -
circa l’80% finanziato dalla regione e gli altri dall’Ospedale Civile -, il
Servizio diretto dal prof. Roberto Cattaneo avrà finalmente una sede
adeguata alle esigenze - vecchie e nuove - della ricerca e della clinica.
Obiettivo raggiunto grazie all’impegno di molti, ma soprattutto grazie alla
costanza dei volontari delle Associazioni Abar, Admo e Les - ieri
rappresentate dai loro presidenti e volontari Baiguera, Ghilardi,
Franceschetti e Fortini - che, costituitisi nel Comitato «Un mattone per
l’Immunologia», da un paio di anni hanno sensibilizzato opinione pubblica,
politici, amministratori e hanno coinvolto il mondo dello sport e dello
spettacolo nella grande impresa di raccolta di fondi per la costruzione e
l’arredamento di una nuova sede per l’Immunologia. L’impegno è stato
premiato: la copertura finanziaria ora c’è, il progetto è stato approvato e
siamo quasi alla vigilia dell’inizio dei lavori.
I contenuti del progetto, le attività del servizio e il nuovo progetto
assistenziale per le malattie reumatiche, sono stati illustrati ieri nella
sala consiliare degli Spedali Civili, presenti moltissime persone, tra
queste anche famigliari e colleghi del calciatore del Brescia Vittorio
Mero, morto in un incidente stradale, e al quale verrà intitolato un
laboratorio del Servizio. A nome dei volontari, ha parlato la presidente del
Comitato, Sandra Baiguera. Poi, sono intervenuti il direttore generale degli
Spedali Civili, Lucio Mastromatteo e l’arch. Mario Sabbadini che ha
fisicamente preparato il progetto. Per il Servizio di Immunologia, il
direttore, prof. Roberto Cattaneo e i medici Balestrieri e Roberto Gorla e
per le istituzioni, il presidente della Provincia, Alberto Cavalli.
Della sede «piccola e disagiata» ha parlato il prof. Cattaneo. Il Servizio,
è nato nel 1975 con le attività di laboratorio ed attività clinica. Il
laboratorio svolge un ruolo di rilievo nel supportare l’attività dei
trapianti: «senza l’Immunologia, questa Immunologia, il nostro Centro
trapianti di midollo osseo non esisterebbe», ha detto, infatti, il prof.
Luigi Notarangelo, responsabile della Clinica pediatrica. Oltre alla
tipizzazione di pazienti in dialisi, necessaria per inserirli in lista di
attesa per il trapianto, la maggior parte dell’attività è rivolta al
trapianto di midollo osseo. Alcuni numeri: oltre 8950 sono i donatori
volontari bresciani fino ad ora tipizzati, i cui dati sono poi inseriti nel
registro nazionale e condivisi con i registri internazionali; fra di essi,
49 hanno effettivamente fatto una donazione, permettendo di effettuare 49
trapianti, di cui 9 all’estero. «Come si vede, Brescia esporta anche
generosità», ha sottolineato, con giusto orgoglio, il dott. Balestrieri.
Il laboratorio, tra le altre attività, svolge un ruolo di rilievo nella
diagnosi delle leucemie, dei linfomi e delle immunodeficienze.
L’attività clinica comprende la gestione di ambulatori - oltre ottomila
visite l’anno -, di day hospital con oltre 1800 accessi e di consulenze
nelle varie unità operative. Nel 1996, il servizio è stato riconosciuto
Centro di riferimento regionale per le malattie autoimmuni sistemiche.
La nuova sede - che verrà ricavata nella nuova palazzina interna al Civile
in cui si trova, a piano terra, la Medicina del Lavoro -, permetterà al
laboratorio di organizzare meglio il lavoro e, magari, di avere la
possibilità di tipizzare più velocemente i volontari che vorrebbero donare
il midollo osseo, perchè ora la lista d’attesa è anche di nove mesi e, per
la parte clinica, disporrà certo di ambienti più adeguati alla delicatezza
delle patologie di cui sono affette le persone che vi afferiscono.
Intanto, in attesa della nuova sede, parte il progetto assistenziale per le
malattie reumatiche: con una diversa organizzazione del lavoro, verranno
aperti ambulatori specialistici sul territorio, gestiti sempre dal personale
del Servizio ospedaliero e si cercherà, in collaborazione con i medici di
medicina generale, di gestire in periferia tutte le situazioni non
complesse. In concreto, il 14 ottobre verrà aperto a Gardone Val trompia un
ambulatorio per una sperimentazione di due anni, controllato dal CeRGAS
dell’Università Bocconi di Milano. L’obiettivo è quello di valutare nella
realtà vantaggi e svantaggi della nuova organizzazione dell’assistenza per
le malattie reumatiche, prima di estendere il progetto all’intera provincia. a. d. m. Giornale di Brescia Martedì 8 ottobre 2002
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