ARTRITE REUMATOIDE

Dr Roberto Gorla 2002

Definizione della malattia
Chi colpisce
Da cosa è provocata
Cosa succede nelle articolazioni
I sintomi
Coinvolgimento extra-articolare
La diagnosi
Il Fattore Reumatoide
Caratteristiche sinoviali
Caratteristiche radiologiche
Noduli reumatoidi

Valutazione del paziente
Analisi di laboratorio
Evoluzione della malattia
Terapia
Sindrome di Felty
Cause di morte per AR
Bibliografia

Protocollo per la diagnosi e il monitoraggio

Alcune immagini cliniche
Alcune immagini radiologiche

Modulo per il calcolo dei punteggi articolari

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Definizione della malattia

L'artrite Reumatoide (AR) è una malattia reumatica infiammatoria cronica che colpisce prevalentemente le articolazioni inducendo, nel tempo, alterazioni distruttive delle articolazioni colpite con conseguente invalidità. E' una malattia sistemica. perchè non è raro il coinvolgimento di organi e apparati extra-articolari. Nonostante non sia nota la causa è considerata una malattia auto-immune, perchè nella maggioranza dei malati è riscontrabile nel siero il Fattore Reumatoide.

Chi colpisce

E' una malattia frequente: circa 0.6 % della popolazione in Italia è affetta da AR e tutte le età possono essere colpite, anche se l' incidenza massimo è tra 35 e 50 anni. Le donne sono colpite 4 volte più frequentemente degli uomini.
Ogni razza e ogni appartenenza geografica è colpita, seppure con diversa incidenza, dall'AR.

Da cosa è provocata

Non si sa. Si ritiene che vi sia una predisposizione genetica, non ereditaria, ad ammalarsi di AR, così come di altre malattie reumatiche e non reumatiche (diabete, ipertensione, tumori, ecc). Vale a dire che una persona nasce con la predisposizione, ma non è detto che la malattia si verifichi sicuramente nel corso della vita. Probabilmente lo scatenamento della malattia in persone predisposte è dovuto a fattori ambientali, quali le infezioni. La caratteristica genetica predisponente determina una risposta immunitaria ai costituenti di alcuni germi destinata a perdurare troppo a lungo nel tempo e ad automantenersi. Questa alterata risposta immunitaria avviene all'interno della membrana sinoviale articolare che, sotto lo stimolo infiammatorio cronico, va incontro a modificazioni anatomichetali che favoriscono ulteriormente l'automantenimento dell'infiammazione.
Nei malati di AR sono state riscontrate altre caratteristiche genetiche che li rendono maggiormente suscettibili di infiammazione: bassa produzione di cortisolo endogeno e aumentata produzione di TNFa e IL2 (citochine pro-infiammatorie).

Cosa succede nelle articolazioni

L'alterata risposta immunitaria conduce a infiammazione sinoviale con conseguente proliferazione cellulare (panno sinoviale). Il panno sinoviale, ricco di enzimi proteolitici intacca la cartilagine articolare, distruggendola.
Conseguentemente si giunge alla distruzione dell'osso posto sotto la cartilagine, con attivazione degli osteoclasti (cellule che riassorbono l'osso) mediata da IL-6 e IL-1. Nel processo infiammatorio articolare vengono coinvolte le strutture periarticolari: tendini, ligamenti, capsula articolare. Conseguono dislocazioni articolari ed altre deformità, con anchilosi secondaria ai processi di rimodellamento osseo.

I sintomi

Le caratteristiche di esordio e di evoluzione dell'Artrite Reumatoide sono assai diverse tra soggetti colpiti.
Ogni malato, si può dire, ha la sua malattia. Tuttavia, a prescindere dalle particolarità di ogni singolo individuo, si possono descrivere sintomi e segni comuni.
Nella fase precoce (esordio, early disease):
a. tumefazione e dolore bilaterale e simmetrico delle piccole articolazioni; vedi immagine
b. coinvolgimento prevalente delle mani, polsi, gomiti, ginocchia, piedi;
c. il coinvolgimento delle spalle, caviglie, anche e collo (articolazione atlo-assiale) si può osservare generalmente negli stadi più avanzati della malattia;
d. rigidità (± dolore) al risveglio mattutino, di durata prolungata (oltre 1 ora) che si riduce con il movimento e riscaldamento delle articolazioni;
e. febbricola, malessere e stanchezza non sono infrequenti.

Nelle fasi più avanzate dell'AR, oltre ai sintomi e segni già descritti, possono comparire:
a. contratture in flessione e deformità articolari: vedi immagini
- deformità a "boutonniere": flessione dell'articolazione inter-falangea prossimale (IFP);
- deformità a "collo di cigno": iperestensione della IFP con flessione dell'articolazione IFD;
Coinvolgimento di organi e apparati extra-articolari:
- noduli reumatoidi cutanei;
- interstiziopatia nodulare polmonare;
- secchezza oculare ed episclerite;
- sindromi da compressione di nervi periferici (frequente la Sindrome del tunnel carpale);
- pleuriti o pericarditi;
- vasculite sistemica;
- amiloidosi generalizzata;
- anemia da infiammazione cronica (ferritina incrementata);
- arteriosclerosi con tutte le conseguenze cerebro-cardio-vascolari.

La diagnosi

La diagnosi di Artrite Reumatoide, prevalentemente nelle fasi iniziale della malattia, è squisitamente clinica.
Non esistono esami di laboratorio che possano fare, da soli, diagnosticare l'AR.
Dallo studio di numerose casistiche di soggetti portatori di Artrite Reumatoide, sono stati individuati i sintomi e i segni più frequenti e caratteristici dell'AR. La concomitante presenza, in un soggetto, di questi sintomi e segni individuati dall'American Rheumatism Association (ARA) permette la diagnosi con significativa specificità e sensibilità.
Sono pochi gli esami di laboratorio e strumentali richiesti, e conseguentemente scarsi i costi necessari alla convalida della diagnosi.

In accordo con la classificazione della ARA 1987 (1), per la diagnosi di AR devono essere presenti almeno 4 dei 7 criteri sotto elencati. L'artrite deve essere presente per almeno 6 settimane. a. Rigidità mattutina prolungata (oltre 1 ora);
b. Artrite di >3 sedi articolari;
c. Artrite delle articolazioni tipiche delle mani;
d. Tumefazione simmetrica delle medesime sedi (destra e sinistra);
e. Noduli reumatoidi;
f. Fattore Reumatoide (FR) serico;
g. Alterazioni radiologiche (erosioni o decalcificazione ossea iuxta-articolare);La diagnosi di AR non presenta particolari difficoltà quando il quadro clinico è conclamato. In presenza di un soggetto che presenta dolore e tumefazione bilaterale, simmetrica e stabile, da oltre 6 settimane, di piccole articolazioni delle mani (metacarpo-falangee, inter-falangee prossimali) e/o dei polsi, con prolungata rigidità mattutina, è possibile porre, con scarsa probabilità di errore, la diagnosi di AR. La presenza nel siero del fattore reumatoide (presente in circa il 70% dei casi) e l'osservazione radiologica di lesioni tipiche, rende certa la diagnosi. Il riscontro di noduli reumatoidi è generalmente possibile nei casi evoluti e nei soggetti con elevate concentrazioni sieriche del fattore reumatoide.
Più difficile, invece, diagnosticare l'AR di recente insorgenza (poche settimane), soprattutto quando questa ha un esordio subdolo (con periodi di remissione spontanea alternati a riacutizzazioni artritiche) e sono poche le articolazioni colpite (oligoartrite). In questi casi si impone un attento e stretto monitoraggio del paziente che impedisca ogni ritardo della diagnosi.
Anche nei casi ove la diagnosi pare facile, è buona norma considerare i sintomi, i segni clinici e di laboratorio finalizzati alla esclusione, in diagnosi differenziale, di altre condizioni reumatiche, quali le connettiviti e altre poliartriti croniche.

Il Fattore Reumatoide (FR)


Il Fattore Reumatoide (FR) può essere rilevato nel siero di soggetti senza Artrite Reumatoide. Il sospetto diagnostico di Artrite Reumatoide non può essere basato quindi sul riscontro di positività del FR, soprattutto in assenza di tipiche manifestazioni artritiche.
Il FR è un anticorpo, generalmente di isotipo IgM (meno frequentemente può essere IgG), diretto contro IgG umane (regione Fc). vedi figura
- E' rilevabile in ~ il 70% dei casi di AR.
- All'esordio della AR solo la metà dei pazienti, presenta il Fattore Reumatoide. Può essere osservata positivizzazione in un ulteriore 20% dei pazienti, nel corso del primo anno di malattia. Se ciò non avviene entro un anno dall'esordio, difficilmente potrà osservarsi in segito la positivizzazione.
- Il FR presenta elevata sensibilità, ma scarsa specificità per la diagnosi di AR.
- Una elevata concentrazione nel siero del FR correla con un decorso severo e scarsamente remittente
della malattia e con lo sviluppo di noduli reumatodi.
- Vi è una scarsa correlazione clinica tra titolo del FR e stadio della malattia.

Il Fattore Reumatoide si riscontra frequentemente in altre condizioni, diverse dall'AR:

1. Nel corso di infezioni:
- batteriche (generalmente croniche): Endocardite batterica subacuta Tubercolosi, Infezioni micobatteriche atipiche, Lebbra Spirochetosi: Lyme Disease, Sifilide
- virali: Rosolia, EBV (mononucleosi), CMV (Citomegalovirus), Epatiti B e C (acute e croniche)
2. Nel corso di malattie infiammatorie croniche: Sarcoidosi, Malattie epatiche, Malattie interstiziali polmonari
3. Nella Crioglobulinemia:
Molto comune quella di Tipo II (FR + gammopatia mista)
Tipo I - solo FR monoclonale
4. In soggetti anziani (basso titolo)
5. In altre malattie autoimmuni sistemiche: Sindrome di Sjogren (95%), Lupus Eritematoso Sistemico (40%), Sclerodermia e Connettivite Mista (50%)


Caratteristiche sinoviali


Il fluido sinoviale non forma il coagulo di mucina e risulta positiva la manovra di Rivalta. Il numero di leucociti è > di 2.000/mm3. Prevalgono i granulociti neutrofili e le cellule monocitiche.
Le frazioni complementari sono diminuite nel fluido sinoviale, ma normali nel siero.
I linfociti T, abbondanti nel liquido sinoviale, sono prevelentemente "memory".
La caratteristica alterazione istologica sinoviale dell' AR è la proliferazione cellulare sinoviale, con infiltrati linfocitari e macrofagici nell'infiammazione articolare.
L'analisi istologica della sinovia, non è utile alla diagnosi di AR, perchè le alterazioni riscontrate sono aspecifiche e osservabili in molteplici altre condizioni patologiche.

Caratteristiche radiologiche


Le alterazioni anatomiche delle articolazioni, osservabili mediante radiografia convenzionale, rappresentano la conseguenza dei fenomeni fisiopatologici che portano alla aggressione infiammatoria cartilaginea e ossea da parte del "panno sinoviale". Nei soggetti con AR evoluta, sono osservabili lesioni variegate, espressione dei diversi momenti evolutivi della malattia reumatoide. I segni precoci (espressione della iniziale aggressione della cartilagine articolare) sono importanti per la convalida della diagnosi, nelle fasi precoci di malattia.
Vengono riportate, in ordine di comparsa, le alterazioni radiologiche tipiche di AR:
- Tumefazione dei tessuti molli articolari
- Osteopenia iuxta-articolare e riduzione dello spazio articolare
- Microcisti subcondrali
- Erosioni ossee iuxta-articolari
- Sublussazione con deviazione ulnare delle falangi
- Anchilosi ossea e deformazioni
Il maggior numero di erosioni si sviluppano, generalmente, entro i primi due anni di malattia nella maggior parte dei pazienti.
Lo studio radiologico ha un valore diagnostico, prognostico e rappresenta un importante parametro per la valutazione dell'evoluzione e dell'efficacia delle terapie. Le radiografie vanno eseguite all'esordio (valutazione basale), entro 6-9 mesi dall'esordio (parametro prognostico per la valutazione dell'aggressività dell'AR) e, in seguito, ogni anno. Al fine di esprimere un punteggio che renda valutabile nel tempo l'evoluzione della malattia (riproducibilità del dato) mediante il confronto di radiogrammi sequenziali, devono essere applicati metodi validati. Per la pubblicazione di dati estrapolati da interpretazioni radiologiche viene raccomandata la lettura dei radiogrammi eseguita "in cieco" (senza conoscere la sequenza di esecuzione) da parte di un comitato di esperti, indipendente dallo studio.
Tra i vari metodi validati per la Valutazione dello score di danno e di erosione annoveriamo il Larsen-Dale modificato.
Alcuni esempi di immagini radiologiche caratteristiche per AR.


Noduli reumatoidi

Sono caratterizzati, istologicamente, da un'area centrale di necrosi fibrinoide contornata da cellule linfoidi ed istiociti epitelioidi (simili a quelli granulomatosi) e da una reazione fibroblastica dell'area periferica.
Rappresentano l'esito di microvasculite del tessuto sottocutaneo e sono localizzati generalmente in sede periarticolare (spesso reperibili in prossimità dei gomiti). La consistenza varia dal duro-elastico (simil-cistico) a duro-calcifico (osseo), a seconda del momento evolutivo. In fase iniziale possono scomparire e ricomparire con scarsa correlazione all'andamento della malattia. vedi immagine a. Generalmente sono presenti in casi severi, evolutivi di AR;
Molti pazienti dimostrano FR+ ad elevata concentrazione nel siero.
La terapia con Methotrexate può causare un incremento delle sedi di noduli.


Valutazione del paziente (2)


La valutazione clinica del paziente è importante, oltre che per la diagnosi, per cogliere modificazioni nel decorso della malattia. Solamente dall'accurato confronto nel tempo di paramentri clinici è possibile verificare miglioramento o peggioramento del decorso, soprattutto in terapia per verificarne l'efficacia.
a. Questionario della capacità funzionale (HAQ)
b. Conteggio delle articolazioni dolenti e di quelle tumefatte (28 sedi considerate) e indice di Ritchie
c. Rigidità mattutina (espressa in minuti)
d. VAS dolore(scala visuale-analogica del dolore)
e. Punteggio del giudizio globale sullo stato di salute espresso dal paziente (GH)
f. VAS attività di malattia espressa dal reumatologo e VAS attività di malattia espressa dal paziente

Analisi di Laboratorio

1. Incremento degli indici di fase acuta quali la VES (Velocità di EritroSedimentazione) e la Proteina C Reattiva (PCR) che correlano con la gravità dell’infiammazione sistemica. Inoltre incrementano, ma hanno minore importanza prognostica, la Ferritina, la Aptoglobina, il Fibrinogeno e può esservi Ipergammaglobulinemia.
2. Presenza nel siero del Fattore Reumatide (FR) rilevabile mediante le metodiche di laboratorio RA test (più sensibile) e Waaler Rose (più specifica).
3. Altre alterazioni siero-ematiche
a. Trombocitemia
b. Può essere presente eosinofilia (generalmente <15% dei leucociti)
c. Neutrofilia
d. Anemia - riduzione della produzione midollare di emazie conseguente a flogosi cronica (sideremia ridotta, ferritina elevata)
e. ANA (anticorpi anti-nucleo) sono rilevabili in ~20% dei pazienti con AR
f. I livelli di complemento serico sono generalmente normali o incrementati
g. Incremento dei livelli di TNFa
4. Analisi del Liquido Sinoviale (LS)
a. Il LS si presenta torbido e con elevata concentrazione proteica, il glucosio è normale; non sono rilevabili cristalli (diagnosi differenziale con gotta e condrocalcinosi)
b. Leucociti 5K-50K/µl, PMN prevalenti
c. Decremento, rispetto al siero, dei livelli di C3 e C4
5. Radiografia del torace
a. Versamento pleurico
b. Kaplan's Syndrome = noduli reumatoidi, AR, pneumoconiosi
c. Le maggiori alterazioni del polmone reumatoide comprendono le polmoniti e la fibrosi interstiziale
6. Tipizzazione HLA
a. Specifici alleli HLA-DRB1 (polimorfismo B1 04*/04*) correlano con malattia grave

Altri marcatori serici di AR
1. Markers classici
a. Anticorpi Anti-SSA (Ro) possono riscontrarsi in rari casi
b. Elevato titolo serico di ANA+ possono suggerire una forma di LES con artrite
3. APF (anticorpi Anti-Fattori Perinucleari)
a. Sensibilità nell'AR ~70% , ma meno specifico di altri markers
4. Anti-Keratin Abs (anticorpi anti-cheratina)
a. Molto specifici (>90%) per AR, ma poco sensibili ~45%
b. Molto più comuni in pazienti FR+ (~60%) che in pazienti FR- (~30%)
NB: Nessun marker è stato fino ad ora riconosciuto essere predittivo dello sviluppo o della gravità dell'AR

Evoluzione della malattia

Se non curata con farmaci in grado di interferire con il decorso della malattia (Disease Modyfing Anti Reumatic Drugs) l'Artrite Reumatoide ha un decorso cronico, progressivamente invalidante. Nella maggior parte dei casi si alternano, nel tempo, fasi di acuzie e di spontaneo miglioramento. Un numero sempre maggiore di articolazioni vengono colpite dal processo infiammatorio.
Dopo 10 anni di malattia il 50% dei malati non è in grado di svolgere l'attività lavorativa precedente all'esordio.
I costi dell'AR sono direttamente proporzionali alla evoluzione, come dimostrato da un recente studio italiano della Società Italiana di Reumatologia. vedi immagine
Nelle fasi evolute dell'AR sono riconoscibili le deformità articolari e si possono rilevare segni di coinvolgimento extra-articolare (polmone reumatoide, noduli reumatoidi cutanei, amiloidosi, aterosclerosi accelerata).
Ogni soggetto ha una differente evoluzione della malattia. Vi sono parametri clinici e laboratoristici che, già all'esordio della malattia, possono essere predittivi di una evoluzione sfavorevole dell'AR. Tra questi: giovane età all'esordio, elevato numero di articolazioni infiammate, elevato indice di disabilità, precoce sviluppo di erosioni articolari, elevati indici laboratoristici di flogosi (VES e PCR), fattore reumatoide a titolo elevato, condizioni socio-economiche disagiate.
L'impiego pecoce di farmaci in grado di interferire con il decorso della malattia (Disease Modyfing Anti Reumatic Drugs) si è dimostrato in grado di interferire con il decorso della malattia, determinando un rallentamento della progressione del danno. La probabilità di ottenere la remissione dell'AR è maggiore all'esordio della malattia che non nelle fasi più evolute.

Sindrome di Felty


Definizione
a. AR Sieropositiva (FR+)
b. Neutropenia, <2.000 granulociti / µl
c. Splenomegalia
Caratteristiche
a. Età 40-60
b. Femmine ~65%; nei pazienti non caucasici ~95%
c. HLA-DRw4 ~95%
d. Perdita di peso ~ 65%
e. Noduli reumatoidi ~75%
f. Sindrome di Sjögren ~55%
g. Linfoadenomegalia ~35%
h. Frequenti infezioni
i. p-ANCA sono rilevabili nella maggior parte dei pazienti
l. Incrementata incidenza di linfomi non-Hodgkin
m. Clonalitàè stata dimostrata nei linfociti granulati (LGL) in molti pazienti
n. E’ stata descritta una maggiore (seppur modesta) incidenza di altre neoplasie
Terapia della Sindrome di Felty
a. Trattamento di fondo dell’AR
b. Azatioprine può incrementare i leucociti
c. Impiego di colony stimulating factors (CSF's) nei casi resistenti possono migliorare la


Cause di morte per AR


- Infezioni: spesso correlate alla terapia
- Vasculiti
- Polmone reumatoide
- Amiloidosi
- Dislocazione Atlanto-occipitale e compressioni bulbari
Come già descritto, le cause più frequenti di morte per Artrite Reumatoide non sono direttamente dipendenti dalle localizzazioni dell'artrite. L'esposizione cronica degli endoteli vascolari alle citochine, agli immunocomplessi e ai prodotti della infiammazione, accelerano i processi arteriosclerotici. Il sistema cardiovascolare dei pazienti con AR a lungo attiva, presenta lesioni aterosclerotiche avanzate, appannaggio, in genere, di soggetti con età ben più avanzata. Ciò rende ragione della precoce comparsa di accidenti cerebro- cardio-vascolari in misura maggiore rispetto ai soggetti non artritici. Si afferma, per questi motivi, che i malati di AR hanno una ridotta aspettativa di vita, rispetto alla popolazione generale.
Da qui l'importanza di impostare precocemente una valida terapia anti-reumatica, finalizzata non solo alla prevenzione dell'invalidità articolare, ma anche alla rimozione dei fattori di rischio aterosclerotico.

Terapia

L'atteggiamento terapeutico dell'AR è profondamente mutato nel corso degli ultimi 5 anni.
Hanno contribuito a tale mutamento le migliori conoscenze patogenetiche della malattia, ma anche alcune importanti acquisizioni cliniche:
l'Artrite Reumatoide è una malattia cronica, sistemica che riduce l'aspettativa di vita; è una malattia invalidante, con elevati costi economici sociali; le alterazioni anatomiche articolari (erosioni) si sviluppano con maggiore velocità allo inizio della malattia e sono responsabili di un danno irreversibile; la probabilità di indurre, mediante farmaci, una remissione dell'AR è maggiore nelle prime fasi della malattia.

Il vecchio prudente atteggiamento terapeutico, prevedeva un lungo periodo di osservazione dell'evoluzione della malattia, dominando i sintomi mediante il solo impiego di Farmaci Anti-Infiammatori Non Steroidei (FANS) e di cortisonici. L'utilizzo di farmaci anti-reumatici, riservato tardivamente ai casi non controllati, prevedeva l'impiego, in successione, una volta osservato il fallimento di ogni singolo farmaco, di farmaci ad azione lenta (anti-malarici, D-penicillamina, sali d'oro). Solo in caso di fallimento di questi, o nei casi più resistenti, veniva impiegato il farmaco Methotrexate (MTX) che, ad oggi si è dimostrato il più efficace anti-reumatico. L'atteggiamento prudente nell'impiego dei farmaci anti-reumatici, derivava dall'osservazione di un elevato numero di effetti collaterali indesiderati, correlato a questi farmaci, non controbilanciato dalla loro provata efficacia terapeutica. Gli studi che hanno portato alla dimostrazione che i "farmaci di fondo" erano in grado di modificare il decorso dell'artrite, per ciò definiti Disease Modifying Anti Rheumatic Drugs (DMARDs), hanno contribuito alla diffusione del loro impiego e, sopratutto, in fase precoce di malattia. L'osservazione inoltre che l'impiego in associazione di questi farmaci si dimostrava maggiormente efficace nel controllo della evoluzione della malattia e, contrariamente all'atteso, senza un incremento cumulativo della loro tossicità, ha aperto la strada al più moderno atteggiamento terapeutico. Questo prevede, nei casi di AR all'esordio in cui sia possibile individuare una prognosi sfavorevole (giovane età all'esordio, elevato numero di articolazioni infiammate, elevato indice di disabilità, precoce sviluppo di erosioni articolari, elevati indici di flogosi, fattore reumatoide a titolo elevato, epitopo HLA-DRB1/QKRAA), l'impiego associativo di più farmaci, in accordo a schemi che si sono dimostrati maggiormente efficaci. Tra questi:
- Methotrexate + Sulfasalazina
- Methotrexate + Ciclosporina A
- Methotrexate + Clorochina + uno dei due farmaci sopracitati
La Leflunomide, di recente acquisizione, è un farmaco studiato appositamente per la terapia dell'Artrite reumatoide. Si è dimostrato efficace quanto il Methotrexate e con un analogo profilo di tollerabilità. Viene attualmente impiegato in monoterapia.
Un notevole contributo alla terapia dell'AR è rappresentato dalla recente disponibilità di molecole biologiche in grado di bloccare l'azione di talune citochine pro-infiammatorie che svolgono un ruolo patogenetico centrale nell'automantenimento dell'infiammazione reumatoide. Molecole chimeriche (parzialmente o totalmente umanizzate) recettoriali o anticorpali in grado di legare e neutralizzare il Tumor Necrosis Factor-a, si sono dimostrate efficaci nel ridurre i segni di artrite e di infiammazione, in malati di AR evoluta. Inoltre si è dimostrato che questi farmaci possono arrestare, o quantomeno fortemente ritardare, l'evoluzione del danno anatomico erosivo articolare. Questi farmaci sono immunodepressori e può osservarsi una maggiore comparsa di infezioni nei soggetti esposti. Particolarmente temibile è la comparsa o riaccensione di infezione tubercolare. Per questo motivo va eseguita, prima dell'inizio della terapia, una accurata ricerca di segni di infezione tubercolare recente o pregressa (RX torace, Mantoux, urine per BK) e profilassare in caso di infezione latente con anti-tubercolari a lungo termine. Leggere la scheda Terapia dell'AR

Bibliografia essenziale


1. Arnett, F.C. et al.1988. Arthritis Rheum. 31:315
2. Ann Intern Med. 1994.120(1):26