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L’artrosi Dr. Roberto Gorla
IntroduzioneL' artrosi è una
malattia articolare degenerativa, cronica e progressiva. E’ la malattia
reumatica più diffusa e colpisce entrambi i sessi: in Italia ne
soffrono oltre 4 milioni di persone. L'artrosi colpisce la maggior parte
delle persone anziane, ma non ne sono risparmiati i soggetti più
giovani, tanto che questa malattia rappresenta la principale causa della
perdita di giornate lavorative. Le lesioni
degenerative osservate a carico delle articolazioni sono molteplici e
coinvolgono la cartilagine, l’osso subcondrale e le inserzioni
tendinee. Non infrequentemente il processo degenerativo può complicarsi
con fasi di infiammazione delle strutture articolari, determinando
tumefazione con versamento liquido. Le articolazioni più
frequentemente interessate sono: la colonna vertebrale, l’anca, il
ginocchio, le dita delle mani e dei piedi. L’artrosi può
essere classificata in una forma primaria, spesso diffusa a molteplici
articolazioni, e in una forma secondaria, più frequentemente
localizzata. L’artrosi primaria riconosce un terreno genetico
predisponente e non è infrequente osservarla in più soggetti
appartenenti alla medesima famiglia. L’artrosi secondaria può colpire
anche soggetti giovani ed è legata, ad esempio, a traumi, obesità,
malformazioni degli arti inferiori, attività lavorativa (uso di
strumenti vibranti , manovre ripetitive sotto carico o in posizioni non
fisiologiche), artriti, ecc. I sintomi Il sintomo più
frequente lamentato dal malato con artrosi è il dolore. Questo si
accentua con il movimento e
si riduce con il riposo. Raramente insorge durante il sonno, a meno che
non sia concomitante un processo infiammatorio. Con il progredire della
malattia può essere presente anche a riposo e accompagnarsi alla
sensazione di rigidità mattutina, generalmente di breve durata. Quando
la degenerazione dell’articolazione è evoluta il malato presenta una
limitazione funzionale, più o meno invalidante a seconda delle sedi
articolari coinvolte. Infatti si possono osservare quadri
sintomatologici differenti a seconda delle sedi articolari interessate.
Le articolazioni portanti artrosiche, per esempio anca e
ginocchio, possono ostacolare il cammino; l’ artrosi delle mani può
compromettere la destrezza e la forza necessarie per diversi atti
quotidiani; l’artrosi del rachide oltre al dolore può associarsi ad
alterazioni dei dischi vertebrali con patologia compressiva sulle radici
dei nervi e quindi dolore parestesico irradiato lungo gli arti
(rachialgia, sciatalgia, cruralgia). Spesso sono
presenti deformazioni (molto evidenti alle mani, ad esempio) con
“nodulazioni” a livello delle articolazioni inter-falangee distali e
prossimali con deviazione dell’asse articolare. Una variante temibile
che può colpire donne in età pre-menopausale è l’artrosi erosiva.
In questa variante, diagnosticabile radiograficamente, possono essere
persi completamente i normali rapporti articolari, come nell’artrite
reumatoide o nell’artrite psoriasica, con grave compromissione della
funzione. Nonostante non sia
stato verificato un nesso tra condizioni climatiche e artrosi, il malato
riferisce spesso che il dolore può accentuarsi durante i cambiamenti
climatici,
soprattutto con l’umidità, con il vento, oppure quando si
passa da un ambiente caldo ad uno freddo. Come si diagnostica Di solito l'
artrosi non si accompagna ad alterazioni significative degli esami di laboratorio,
fatta eccezione per la forma erosiva dove può osservarsi un modesto
incremento della VES. Una accurata visita
medica e alcune indagini radiografiche
consentono di porre una diagnosi di certezza e, soprattutto,
escludere altre malattie reumatiche. E’ difficile
porre una diagnosi precoce di artrosi perché generalmente i sintomi
compaiono quando le lesioni degenerative sono instaurate ed evolute. La terapia Le indicazioni
terapeutiche che si possono fornire tendono ad essere comuni in tutte le
localizzazioni artrosiche e comprendono: terapie fisiche e riabilitative
magari effettuate in ambiente termale, farmaci antiinfiammatori non
steroidei ad azione analgesica, condroprotettori allo scopo di
rallentare i processi degenerativi e di stimolare i
processi riparativi cartilaginei, trattamento infiltrativo
intraarticolare con sostanze atte a migliorare la lubrificazione
articolare. Quando la malattia
è evoluta e l’inabilità e il dolore irreversibili, la soluzione
chirurgica ortopedica, rappresentata dal posizionamento di protesi, può
offrire grandi vantaggi e migliorare consistentemente la qualità di
vita. La
terapia fisica (fisioterapia) sfrutta, mediante svariate strumentazioni,
le proprietà del calore, applicato o indotto sulle articolazioni
colpite, per indurre riduzione del dolore e migliore perfusione
circolatoria. Molti soggetti artrosici trovano infatti sollievo in
ambiente caldo, secco e nell’esposizione al sole. Ciò mima, in modo
naturale, la condizione che può essere artificialmente creata mediante
le strumentazioni fisiatriche. Per
prevenire le possibili lesioni da sole, devono essere scelte le ore e la
durata opportuna di esposizione e devono essere eventualmente impiegate
creme protettive adeguate. Quando un paziente artrosico presenta un
versamento articolare (ossia la formazione di liquido nella cavità
articolare) l’esposizione al sole può peggiorare i suoi sintomi e vi
sono poi una serie di controindicazioni dipendenti da cause diverse
(ipertensione, foto-sensibilità, flebiti e altro). Il mare inoltre può
essere molto utile al paziente artrosico. Il semplice galleggiamento
permette movimenti che sono preclusi all’asciutto e favorisce quindi
la tonificazione muscolare. Il nuoto e altri gesti specifici aiutano i
movimenti senza eccessive sollecitazioni articolari. Questa applicazione
medica del movimento si chiama chinesiterapia e viene correntemente
eseguita, su precisa indicazione medica, da fisioterapisti
specializzati, ma deve poi
essere appresa dai pazienti e sviluppata come igiene quotidiana. Un
aspetto fondamentale della terapia dell’artrosi è costituito
dall’apprendimento, da parte del malato, di gestualità in grado di
proteggere le articolazioni da movimenti potenzialmente lesivi (economia
articolare). Si rende necessario studiare, mediante osservazione, il
movimento articolare scorretto abituale, per giungere al suggerimento di
gesti correttivi, talvolta mediante l’impiego di ausili strumentali.
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