La
Vicinia poemetto polimetro-satirico anno
1911-1912 Canto
1° |
|
Din dan don, din dan, din don, gh'è Seduta in Commission
e
la strana novità ha commoss la keilà, che
vestida de mognet con
a capo Castelett, Fausto
Rimini e Filis s'incammina
vers el Ghis. Che
mapel succedarà, me
domandi spaventà, e tutt pien de titubanza, co
le doie ne la panza, co
l'ingoscia e la diarrea vaghi
dritt a l'assemblea, dop d'aver basà
i putin, la moier, el cagnolin,
come
il Regolo Romano, che
partia per suol lontano. |
Din dan don, din dan, din don, c'è
Seduta in Commission e
la strana novità ha
commosso la keilà (comunità), che vestita da mognet (festa) con
a capo Castelett, Fausto
Rimini e Filis s'incammina
verso via Ghiso. Che
mapel
(guaio) succederà,
mi
domando spaventato, e
tutto pieno di titubanza, con
i dolori nella pancia, con
il vomito e la diarrea vado
dritto all'assemblea, dopo
aver baciato i bambini, la
moglie, il cagnolino, come
il Romano (Attilio) Regolo, che
partiva per un suolo lontano. |
Canto
2° |
|
Ciapi infatti i Certosin
e
così coma se dis per
la via de san Martin stracch copà
son in del Ghis. Quand son denter
del porton resti
secch con tant de nas nel
vederme lì a tacon co
la Scola del Torass.
- Ma
chi vedi da 'sti có... perché
mai et cambià cà? vegna chì,
conteme un po', eret stufa de star là?
Ma coiussi, che imponenza! et cambià perfin la tinta de st'incomoda sporgenza che
te fa parer incinta. Forse
et vint un terno al lott,
per
scapar dal caro Ghett, o sit piena de chovot che
pagar mai più podret? -
Cara te non m'ingosciar con
'ste nére esclamazion:
se
son chì, tel poss giurar, non
g'ho colpa né ragion. El mè
sogno, el mè penser era
quel de viver chieta coi
gnivrim
del mè kasser, tra
Isachin e la Nineta. Ma
quel negro sventrament
m'ha
portà l'ultim malann, ché
un degnissim intendent vignù a Mantoa
da Milan, per
vederme, per studiar se
son bruta o se son bella, se
l' Aron è da copiar e
se è degna la Capella, dop d'averme
misurà fin
l'altezza personale 'sto
porsel m'ha dichiarà Monumento
Nazionale! Così
è stà che el bon Clement, l'ingigner de la keilà con
bell'arte e con talent in
'sto sit m'ha trapiantà. |
Imbocco
infatti via Certosini e
così come si dice per
via san Martino stanco
morto sono in via Ghisio. Quando
son dentro al portone resto
secco con tanto di naso nel
vedermi lì accanto la Scola (Sinagoga) del Torass. -
Ma chi vedo da queste parti... perché
mai hai cambiato casa? vieni
qui, raccontami un po', ti
eri stancata di stare là? Ma
perbacco, che imponenza! hai
cambiato perfino la tinta di
questa scomoda sporgenza che
ti fa sembrare incinta. Forse
hai vinto un terno al lotto, per
scappare dal caro Ghetto, o
sei piena di chovot (debiti) che
non potrai pagare mai più? -
Caro te non mi schifare con
queste nére (tristi) esclamazioni: se
sono qui, te lo posso giurare, non
ho colpa né ragione. Il
mio sogno, il mio pensiero era
quello di vivere tranquilla con
i gnivrim
(ebrei) del mio kasser
(ghetto), tra
Isachin e la Nineta. Ma
quel negro (infelice) sventramento m'ha
portato l'ultimo malanno, poiché
un degnissimo intendente venuto
a Mantova da Milano, per
vedermi, per studiare se
sono brutta o se sono bella, se
l' Aron (Arca) è da copiare e
se la Cappella è adeguata, dopo
avermi misurato perfino
la mia l'altezza personale questo
porco m'ha dichiarato Monumento
Nazionale! Così
è stato che il buon Clement, l'ingegnere
della keilà
(comunità) con
bell'arte e con talento mi ha
traslocato in questo posto. |
Ma
di' su, non t'incantar a
discorar chì con me: la
Vicinia stan per far, che
è fissada per le tre El putel
de Giacomin ha sà fatt el
prim appel... corri,
donca, fa' prestin se
no perdet el più bel. - |
Ma suvvia,
non perdere tempo a
parlare qui con me: stanno
per fare la Vicinia (Assemblea), che
è fissata per le tre Il
figlio di Giacomin ha
già fatto il primo appello... corri,
dunque, fa presto se
no ti perdi il più bello. - |
Canto
3° |
|
Vaghi
denter nel Salon!... una
immensa confusion de gnivrim d'ogni slakà sta
d'intorna al vecc Ravà. E
così tra el bon e el bel gh'è Colorni
Emanuel, Ceser Dina e Fausto Fano, con
el bon noder Bassano. Gh'è Clement
e gh'è Angilin, Ceser Sforni e Salamin
Piro
Rimini e Mariani Provensal e Massarani, Levi
Arturo, Sinigaia che
assicura fin la paia. Con
Monseles l'avvocat vedi
Giorgio el ragionat e
più in fond, in tra le file se
distacca el bon Achile che
quand parla g'ha un garon che
somiglia quasi al tron. Dritt in pé
podì veder con
Colorni l'ingigner Finzi Massimo e Carlin
democratich dei più fin. Ecco
lì Colorni Marco e
più in là gh'è el bel
Clearco con
Trabotti Nedanel che
a la fin è un bon putel. Ma saria un gran negro
affar se voless dimenticar quel
che ha scritt con tanta vena sta
curiosa cantilena. Col
moreno,
con sampin, col
maester Ernestin e
con quei dei Prezzi Fissi la
gran lista mì finissi, che
se intiera far voless la
rivista del Congress tropa carta ghe
vorria e
per quest la salti via. Dirò
sol per degnazion che
a la testa del ploton impalà coma una torsa
gh'è l'agrario Achille Norsa. |
Entro
nel Salon!... una
immensa confusione di gnivrim (ebrei)
d'ogni slakà
(ceto) sta
intorno al vecchio Ravà. E
così tra il bello e il buono c'è
Colorni Emanuel, Ceser Dina e Fausto Fano, con
il buon notaio Bassano. C'è
Clement e c'è Angilin, Ceser Sforni e Salamin
Piro
Rimini e Mariani Provensal e Massarani, Levi
Arturo, Sinigaia che
assicura anche la paglia. Con
Monseles l'avvocato vedo
Giorgio il ragioniere e
più in fondo, tra le file se
distacca il buon Achile che
quando parla ha un garon
(voce) che
assomiglia quasi al tuono. Dritto
in piedi potete vedere con
Colorni l'ingegner Finzi Massimo e Carlin
democratico
dei più fini. Ecco
lì Colorni Marco e
più in là c'è il bel Clearco con
Trabotti Nedanel che
alla fine è un buon ragazzo. Ma
sarebbe un gran negro (triste)
affare se
volessi dimenticar quello
che ha scritto con tanta vena questa
curiosa cantilena. Col
moreno
(rabbino), con zampino, col
maestro Ernestin e
con quelli dei Prezzi Fissi io
finisco la gran lista, che
se volessi fare per intero la
rivista del Congress ci
vorrebbe troppa carta e
per questo la salto via. Dirò
solo per compiacenza che
a la testa del plotone impalato
come una torcia c'è
l'agrario Achille Norsa. |
Canto
4° |
|
Non
aveva il solenne Congresso ancor
letto e approvato il verbale che
una voce dal timbro nasale tra
il silenzio mi par di sentir. A
tal suono c'è chi resta perplesso, chi
si sente venir quasi male, chi
grugnise siccome un maiale, quando
sente un maiale a grugnir. -
Di Sionne, o buon popolo eletto, uno
scandalo enorme, inaudito, che
l'onesto mio cuore ha ferito io
denuncio all'illustre keilà:
non
c'è vicolo o casa del ghetto, non
c'è uomo ignorante o erudito che
l'orrore non abbia sentito del
misfatto che orrore mi fa. Corre
voce, ed è voce sincera, che
una vecchia di queste Pie Case senza
federa un giorno rimase che
coprirle soleva il cuscin e
poiché l'Ispettore non c'era questa
buona e infelice vecchietta per
averla si vide costretta a
implorare il favor d'un vicin.
Ghe la diede la bella Rosina che
va matta pel buon Tondolotto, e per caso nel vecchio fagotto una
antica fodretta trovò. Ghe la dié...
né pensò la meschina al
periglio dei microbi ascosi, che
vivacchian nefasti e insidiosi tra
le frange ed i vecchi ridò. Se
presente il ben degno Ispettore fosse
stato in quell'ora fatale la
funesta ragion d'ogni male avria certo potuto sventar. Voglia il ciel che d'un simile errore non
se n'abbia a patir il disagio, che il vaiolo o qualche altro contagio nel
Ricover non abbia a scoppiar! |
Il solenne
Congresso non aveva ancora
letto e approvato il verbale che
una voce dal timbro nasale mi
pare di sentire tra il silenzio. A
tal suono c'è chi resta perplesso, chi
si sente venir quasi male, chi
grugnisce come un maiale, quando
sente grugnire un maiale. -
Di Sionne, o buon popolo eletto, uno
scandalo enorme, inaudito, che
ha ferito il mio cuore onesto io
denuncio all'illustre keilà
(comunità): non
c'è vicolo o casa del ghetto, non
c'è uomo ignorante o erudito che non abbia sentito l'orrore del
misfatto che mi fa orrore. Corre
voce, ed è voce sincera, che
una vecchia di queste Pie Case un
giorno rimase senza la federa che
soleva coprirle il cuscino e
poiché non c'era l'Ispettore questa
buona e infelice vecchietta per
averla si vide costretta a
implorare il favore d'un vicino. Gliela
diede la bella Rosina che
va matta per il buon Tondolotto, e
per caso in un vecchio fagotto trovò
una antica federa. Gliela
diede... ma la meschina non pensò al
pericolo dei microbi nascosti, che
vivacchiano nefasti e insidiosi tra
le frange e le vecchie balze. Se
presente il ben degno Ispettore fosse
stato in quell'ora fatale la
funesta ragion d'ogni male avrebbe
certo potuto sventar. Voglia
il ciel che di un simile errore non
si debba patire il disagio, che
il vaiolo o qualche altro contagio nel
Ricover non debba scoppiare! |
Per
sé stesso il misfatto è eloquente, non
ci metto né pepe, né sale; faccio
quindi proposta formale che
si debba il colpevol punir: sì giustizia
domando fremente, un
castigo domando esemplare, se
un esempio non diam salutare che
avverrà nel lontano avvenir?! -... Qui
si tacque il bollente oratore in
attesa d'un plauso solenne, ma
l'applauso, ahi! sventura, non venne per
il qual tanto fiato sprecò. Mal
celando il cocente bruciore per
l'immane figura barbina sdegnosetto si volse a mancina e
la strada de l'uscio infilò. |
Il
misfatto è di per sé eloquente, non
dico altro (ci metto né pepe, né sale); faccio
quindi proposta formale che
si debba punire il colpevole: sì
richiedo giustizia fremente, richiedo
un castigo esemplare, se
non diamo un esempio salutare cosa
succederà nel lontano futuro?! -... Qui
si tacque il bollente oratore in
attesa di un solenne applauso, ma
l'applauso, ahi! sventura, non venne per
il quale sprecò tanto fiato. Mal
celando il cocente bruciore per
l'immane figura barbina sdegnato
si girò a sinistra ed
infilò la strada dell'uscio. |
Canto
5° |
|
El success d'ilarità che
'sta fuga ha provocà me vel dich senza schersar non
è facil da contar. Gh'è chi rida, gh'è
chi canta, chi
stranuda, chi s'impianta, gh'è chi sbraia
a più non poss, chi
se pissa fin adoss fin
a tant che el President tutt commoss
per l'incident fa
sonar el campanin dal
bon fiol de Giacomin. -
Cari fioi del vecc ckasser vel domandi per piaser, degh un tai
a 'sto bordel perché
in testa g'ho un martel un martel che me smartela che
me tol fin la loquela. Fin
adess avem scherzà e
per dir la verità non
em miss in discussion nessunissima
quistion, che
per l'alta sò importansa va tratada in adunanza. Gh'è l'affar
de la milà,
il sciocket, la sedackà, premiazion e
ricompense, testament, beneficense;
e
con tutt 'sta roba al foch
finirema, cari tocch,
col
star chì fin a doman con
grandissim noster dann. Discutema, se ve va, la quistion de la Milà. -
L'argoment, me vel confess, incomincia
Santagnes, è antipatich e scabros per
non direl ingoscios. La milà me ghe l'ho fa, e che
razza de milà… che
m'ha dat in abbondanza un mapel de filiolanza. |
Il
successo d'ilarità che
questa fuga ha provocato io
ve lo dico seriamente non
è facile da raccontare. C'è
chi ride, c'è chi canta, chi
stranutisce, chi si blocca, c'è
chi urla a più non posso, chi
perfino si piscia addosso fintantoché
il Presidente tutto
commosso per l'incidente fa
suonare il campanello dal
buon figlio di Giacomin. -
Cari figli del vecchio ckasser
(ghetto) Ve
lo domando per piacere, finitela
con questo bordello perché
ho in testa un martello un
martello che mi colpisce che
mi toglie perfino la capacità di parlare. Fino
ad ora abbiamo scherzato e
per dir la verità non
abbiamo messo in discussione nessunissima
questione, che
per la sua grande importanza va
trattata in assemblea. C’è
il problema della milà
(circoncisione), il sciocket (macellazione), la sedackà (beneficenza), premiazioni
e ricompense, testamenti,
beneficenze; e
con tutta questa roba al fuoco finiremo,
cari amici, col
star qui fino a domani con
grandissimo nostro danno. Discutiamo,
se vi va, la
questione della Milà
(circoncisione). -
L'argomento, io ve lo confesso, incomincia
Santagnes, è
antipatico e scabroso per
non definirlo schifoso. La milà io l'ho
fatta, e
che razza di milà… che
m'ha dato in abbondanza un mapel (casino)
di figli. |
Non
vói dir... sarà da bon una
fior d'istituzion, ma intratant, a fé di Dio, è Pepin che paga el fio, che
a la fin de la mesada, tra
el vestir e la magnada, tra
le scarpe e la modista tra
el dotor e el farmacista saria assai se me restass una
cassa con quattr'ass: donca fin per carità non
parlema de milà. -
Metti allora in discussion Ricompense
e Promozion. -
Oh! degnissim president, quest è un ottim
argoment, interrompa
tutt in grigoli Pino
Levi Magnabigoli. La Giudita, mè moier,
senza
darse tant pensier, in vint ann de relazion
per
mostrar la sò affezion dal
bel dì dei mè sponsai tra
i diversi sò regai m'ha
fatt su col sò pansin vintiquater bei putin.
Me
domandi, con licenza, se ghe spetta ricompensa! - Ghe risponda el
bon Clement, ch'è
nel post del president: -
Lu che faga la sò
istanza, e a
la prossima adunanza tegnarò in contemplazion
le
ben giuste sò ragion. Ma fermemose un moment perché
g'ho un bisogn urgent... torni
subit... faghi prest... Prepareve intant
al rest -. |
Non
voglio dire... sarà davvero una
fior d'istituzione, ma
frattanto, in nome di Dio, è Pepin che paga il fio, che
alla fine del mese, tra
il vestire ed il vitto, tra
le scarpe e la modista tra
il dottori ed il farmacista sarebbe
tanto se mi restasse una
cassa con quattro assi: dunque
fin per carità non
parliamo di milà
(circoncisione). -
Metto allora in discussione Ricompense
e Promozioni. -
Oh! degnissimo presidente, questo
è un ottimo argomento, interrompe
tutto gongolante Pino
Levi Magnabigoli. La Giudita, mia moglie, senza
darsi tanto pensiero, in
vent’anni di matrimonio per
mostrare il suo affetto dal
bel dì delle mie nozze fra
i tanti suoi regali m'ha
fatto col suo pancino ventiquattro
bei bambini. Io
domandi, con licenza, se
le spetta una ricompensa! - Gli
risponde il buon Clement, che
è nel posto del presidente: -
Lei faccia la sua richiesta, e
alla prossima riunione terrò
in considerazione le
sue ben giuste ragioni. Ma
fermiamoci un momento perché
ho un bisogno urgente... torno
subito... faccio presto... Intanto
preparatevi al resto . |
Canto
6° |
|
- Ah! son chì, son chì Bassan... S'è
fatt tardi, porco can, e a
passar tutti in rivista i argoment che gh'ema in lista col
permess del gran Kaal parlarò del corp
coral. Gh'è nei atti un bigliettin del
degnissim sior Rabin, dova el néro se lamenta
che
la Scòla
orma’ deventa un local disabità per
mancanza de Torà. Non
ghe va più gnanca un can,
se tribula a far Minian, da
tri mes più non se dis el fatidico Cadisc, quel
cadisc che è un gran confort per
la chiet dei noster mort. Com'è
giusto, la question ha commoss la Commission, che
s'è data un gran d'affar per
discuter e studiar i
più antichi sidurim per
far corre i gnivrim
a
invocar el sacro
Aron con
l'antica devozion. Fra
le tante avem pensà che
staria assai ben cambià l'organin che gh'è nel coro con
un organo sonoro, che
con gli alti suoi concenti chiami
a sé le buone genti. Non
volem polifonia, che
el satan la porta via, ma torem de le putine da
le tenere vosine che
pietose e con fervor cantaran con un tenor.
Per
la scelta de l'artista em passà
tuta la lista dei
tenor de gran concett, che
g'han fama per el ghett. chi
Tamagno ricordava, chi
Caruso al ciel portava, chi
g'aveva in ment Garbin, chi
pensava d'Abramin al
canoro e ardito Artur, che
quand canta sbrega i mur. |
-
Ah! sono qui, sono qui Bassan... S'è
fatto tardi, porco cane, e a
passare in rivista tutti gli
argomenti che abbiamo in lista col
permesso del gran Kaal
(comunità) parlerò
del corpo corale. C'è
negli atti un bigliettino del
degnissimo signor Rabbino, dove
il néro
(infelice) si lamenta che
la Scòla
(Sinagoga) ormai diventa un
locale spopolato per
mancanza di Torà (Legge). Non
ci va più nemmeno un cane, si
tribola a far Minian
(riunire 10 ebrei), da
tre mesi più non si dice il
fatidico Cadisc
(preghiera per i defunti), quel
cadisc (preghiera…) che è un grande conforto
per
la pace dei nostri morti. Com'è
giusto, la questione ha
commosso la Commission, che
s'è data un gran d'affare per
discutere e studiare i
più antichi sidurim (libri delle preghiere) per
far corre i gnivrim
(ebrei) a
invocar il sacro Aron (Arca) con
l'antica devozione. Fra
le tante abbiamo pensato che
sarebbe una buona idea cambiare l'organetto
che c'è nel coro con
un organo sonoro, che
con i suoi alti accordi chiami
a sé le buone genti. Non
vogliamo polifonia, che
il satan
(diavolo) la porta via, ma
prendiamo delle ragazzine dalle
vocine tenere che
pietose e con fervore canteranno
con un tenore. Per
la scelta dell'artista abbiamo
scorso tutta la lista dei
tenori di gran concetto, che
hanno fama per il ghetto. chi
ricordava Tamagno, chi
portava al cielo Caruso, chi
aveva in mente Garbin, chi
pensava ad Abramin al
canoro e ardito Arturo, che
quando canta spacca i muri. |
A
chi lu me son tacà, che
per ultim ho cità, coma
quel che costa men e g'ha propria un fior de cken. Se sim tolti anca premura de
studiar l'architettura che
farà famosa e pia la
futura cantoria. El bon Norsa
la volea come
un'Araba moschea, o
sul stil del vecc impero che
è d'effetto più severo. Predicava
el caro Achile che
dovessem farla in stile floreale
o libertì, coma
se usa ai noster dì; e
insisteva Tondolott per
el tipo jup-culott. Ma
a la fin s'è combinà de
mandar in kelalà
le
moderne imitazion, che
non valen gnint de bon; e avem scelt un monument pien de sagome e ornament sostegnù da colonnette magroline
e tisichette, che
ricorda a la lontana la
Cà d'Oro veneziana. Per
finir el gran lavor ghe mancava un direttor, una
gran celebrità per
dar lustro a la keilà.
S'è
parlà de Serafini, de
Mascagni e Toscanini, de
Vitale e de Mugnone e
del duca de Modrone. Se
ho da dir la verità per
'sta nomina ho bagnà tre
camise e du corpett e
diversi fassolett: ma
l'ho vinta, a fé di Dio con
la scelta d'un Iudio:
Ottolenghi, egli s'appella, direttore
di Capella, che
fra tuti i Director è
un omin de gran valor. |
Mi
sono attaccato a quello, che
ho citato per ultimo, come
quello che costa di meno ed
ha proprio un fior di cken
(classe). Ci
siamo anche premurati di studiare
l'architettura che
farà famosa e pia la
futura cantoria. Il
buon Norsa la voleva come
una moschea Araba, o
sullo stile del vecchio impero che
è d'effetto più severo. Predicava
il caro Achile che
dovessimo farla in stile floreale
o liberty, come
si usa ai giorni nostri; e
insisteva Tondolott per
il tipo jup-culott. Ma
alla fine si è deciso di
mandare in kelalà
(malora) le
imitazioni moderne, che
non valgono niente di buono; e
abbiamo scelto un monumento pieno
di profili e ornamenti sostenuto
da colonnette sottili
ed esili, che
ricorda alla lontana la
Cà d'Oro veneziana. Per
finire il gran lavoro ci
mancava un direttore, una
gran celebrità per
dar lustro a la keilà
(comunità). S'è
parlato di Serafini, di
Mascagni e Toscanini, di
Vitale e di Mugnone e
del duca di Modrone. Se
devo dire la verità per
questa nomina ho bagnato (di sudore) tre
camicie e due corpetti e
diversi fazzoletti: ma
l'ho vinta, in nome di Dio con
la scelta d'un Iudio
(ebreo): si
chiama Ottolenghi, direttore
di Capella, che
fra tutti i Direttori è
un uomo di grande valore. |
Canto
7° |
|
-
L'ultim numer da trattar è
un magon assai amar, ma
siccome vói finir la
gran serie dei sospir, se
è contenta la keilà
vegnarò a la Sedakà. Quest è un titol,
cara gent, che
me rosga assai la ment, perché
è tanta la richiesta, che
me gira fin la testa. Gh'è tra i prim
Fanin Mariett, che
me manda 'sto bigliett per
contarme i sò malann, che
el tormenten coma un can.
G'ha tre fiole
da sposar e el fardel non ghe pol dar, e
non tasa con nissun che
da ieri è ancor digiun. Un
altr'om che fa pietà è el commendator Ravà, che
con tutt el sò morbin va a girar coi brostolin,
fin
a tant che podrà aver un
impiego nei pompier. Gh'è anca Norsa
Kaserut tormentà dal gnisckadut che
per carità domanda d'esser
miss a Scola Granda
in
del post del vecc Arian come
aiuto del kazan.
Gh'è Colorni
Benedett che
borbotta dal gran fret e
fa istanza a tutt andar che
ghe compren un tabar. Norsa Annibale, el
dotor, è scunì dai gran dolor e ghe va cosita mal ch'è
sta miss a l'ospedal. Ma
la scurti in fede mia con
'sta ingrata litania perché
g'ho una gran novella da contarve, ch'è assai bella. Quand Tampusc
ha avù sentor de
'sta storia de dolor, aiutà da la Perfetta ha raccolt una colletta tra
el fior fior de tutt el ghett
che
l'adora con rispett. |
-
L'ultimo argomento da trattare è
un boccone molto amaro, ma
siccome voglio finire la
lunga serie dei sospiri, se
è contenta la keilà
(comunità) verrò
alla Sedakà
(beneficenza). Questo
è un argomento, cara gente, che
mi tormenta molto la mente, perché
è tanta la richiesta, che
mi gira fin la testa. C'è
tra i primi Fanin Mariett,
che
mi manda questo biglietto per
raccontarmi i suoi malanni, che
lo tormentano come un cane. Ha
tre figlie da sposare e
non può dare loro la dote, e
non nasconde a nessuno che
da ieri è ancor digiuno. Un
altro uomo che fa pietà è
il commendator Ravà, che
con tutta la sua allegria va
in giro a vendere i semi di zucca, fino
a quando potrà avere un
impiego nei pompieri. C'è
anche Norsa Kaserut tormentato
dal gnisckadut
(miseria) che
per carità domanda d'esser
messo a Scola (Sinagoga) Granda al
posto del vecchio Arian come
aiuto del kazan
(maestro). C'è
Colorni Benedett che
trema per il gran freddo e
fa richiesta a tutto andare che
gli comprino un tabarro. Norsa Annibale, il dottore, è
spossato dai gran dolori e
sta così male che
è stato ricoverato a l'ospedale. Ma
la smetto in fede mia con
questa ingrata litania perché
ho una gran novella da
raccontarvi, ch'è assai bella. Quando
Tampusc ha avuto notizia di
questa storia di dolore, aiutato
da Perfetta ha
raccolto una colletta tra
il fior fiore di tutto il ghetto che
l'adora con rispetto. |
E
fra i tanti gh'è Leon, gh'è la Nilde de Maron, One Finzi,
el bel Pepin con
Scagazza, sò cusin: gh'è l'orb
Cuzzi, gh'è Karugna, che
quand guarda par che sgugna,
e a
la fin el più sciotè, che
è Vittorio el matt Balé. La
colletta ha sà fruttà me
contava la Leà un cavur e tri vintin, un scartoss de palanchin, e a
l'incirca un donsina de
da dies de l'Argentina. Quest ancora ve dimostra che
l'antiga fede nostra vibra
ancora tra i gnivrim
coma
ai temp del vecc Nissim. Per
concluder el programma ve
proponi un telegramma de
sincera ammirazion per
Tampusc, che è un om d'azion. - La
proposta lì butada vegna subit
accettada tra
i applausi e tra i evviva de
l'intiera comitiva, che
così com'è venuta scioglie
alfin la gran seduta. |
E
fra i tanti c'è Leon, c'è
la Nilde de Maron, One Finzi,
il bel Pepin con
Scagazza, suo cugino: c'è
il cieco Cuzzi, c'è Karugna,
che
quando guarda sembra che faccia boccacce, e
alla fine il più sciotè
(matto), che
è il matto Vittorio Balé. La
colletta ha già fruttato mi
raccontava la Leà mezza
lira e tre ventini, un
cartoccio di palanchini, e a
l'incirca un dozzina di
monete da dieci dell'Argentina. Questo
ancora vi dimostra che
la nostra antica fede vibra
ancora tra i gnivrim
(ebrei) come
ai tempi del vecchio Nissim. Per
concludere il programma vi
propongo un telegramma di
sincera ammirazione per
Tampusc, che è un uomo d'azione. - La
proposta suggerita viene
subito accettata tra
i applausi e gli evviva dell'intera
comitiva, che
così com'è venuta scioglie
alfine la gran seduta. |
Per copia
conforme vedi verbale a firma Israel Cases, de Jacob, Segretario capo
de la Comunità. |
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