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Novembre 1898 Nozze
d’argento Nissim - Franchetti |
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Bando,
bando al malumor, stem allegri ben de cor, da
una part i dispiacer, i malani, i brutt pensier, e Ie lotte dreifusiane per
un po' stàghen lontane. I furfant commendator, le
camorre dei questor, Fortis,
Nasi, i du teston quasi
mort d'indigestion; el disarmo generale confinà nel regn
dle bale, lotte,
guerre, stat d'assedi, quanti
mai sensa rimedi! Sì
da bon che in tant bordel
per
temprar cor e servel sarà
mei, ne son ben cert festeggiar
el bon Robert che
con l'Ester, so moier, sensa darse
gran penser fra
la gioia e el bon siman de l’argent le nozze fan. Nel
sò banch mel vedi lì sempr’alegr’e contenton da
le sett fin a mesdì a
smerciar i sò piton; se
un amich passa de lì per
fatal combinazion non
la scapola mai netta da
una qualche barzelletta. Oggi
parla de Pimpon e doman del vecc Galich, de Filis, de Bocalon, de Pipin e de Borich; personaggi
d’occasion del
temp nov e dell’antich, bele macie in verità gloria
e vanto dla gadà. E
così scherzosament fra
le burle e le storiele vero
specc del cor content, schizzand d’occ
a le putele compra
e vend allegrament polpe,
grepole e budele e
assai spesso bagolando studia
el verbo "ganaviando". Vero
tipo popolar, noto
come la betonica, l'ho
sentì perfin citar dal
bon popol de Felonica; el banchier e el
macelar, l'arsipret e fin la monica quand incontren
'sto putlett el salutnen
con rispett. Sempr'attivo e intraprendent
lu sa far dei gran mester e
travaglia onestament per
el ben de sò moier, che
in compenso debolment ne
l'idea de fagh piaser ghi ha fìccade
fora bele una
mucia de putele. Da
l'Augusta cominciando a
l'Ernesta pur venendo chi
lavora ricamando, chi
le vesti sta cucendo, c'è
chi insegna e chi studiando qualche
cosa va facendo ed
in viver sì giocondo lor
non han fastidi al mondo. I
fastidi ghi han i spos, che
vedì così content, che
compagn de du moros quand fa bel, quand
tira el vent quand gh'è
i bianch e quand gh'è i ross a
governo de la gent s’amen
sempr’a la follia a dispett dla gelosia. E volive semper ben, bon
Roberto e bona Ernesta, fassa Dio ch'el
bel seren splenda
su la vostra testa per
cent'anni amen, amen, da
'sto gioren che fem
festa; con
i auguri ai chì present de
allegria e cor content. Così
per chiudere invito
unanimi i
lieti comiti a
vuotar rapidi le
tazze ancor; gridiamo
intrepidi amici
amabili, gli
sposi vivano viva
il bicchier: a
me... da ber! |
Bando,
bando al malumore, stiamo
ben lieti in cuore, mettiamo
da parte i dispiaceri, i
malanni, i brutti pensieri, e
le lotte dreifusiane se
ne stiano per un po' lontane. I
commendatori disonesti, i
soprusi dei questori, Fortis,
Nasi, i due zucconi quasi
morti d'indigestione; il
disarmo generale confinato
nel regno delle favole, lotte,
guerre, stati d'assedio, tutto
ciò che è senza rimedio! Si
davvero che in tanto casino per
fortificare cuore e cervello sarà
meglio, ne son ben certo festeggiare
il buon Roberto che
con Ester, sua moglie, senza
darsi gran pensiero fra
la gioia ed il buon siman
(auspicio) festeggiano
le nozze d’argento. Me
lo vedo lì dietro il suo banco sempre
allegro e soddisfatto dalle
sette fin a mezzogiorno a
vendere i suoi tacchini; se
un amico passa di lì per
puro caso non
riesce a sfuggire a
qualche barzelletta. Oggi
parla di Pimpon e
domani del vecchio Galich, di Filis, di Bocalon, di Pipin e di Borich; personaggi
occasionali dei
tempi attuali e del passato, belle
macchiette in verità gloria
e vanto della gadà
(tradizione). E
così scherzosamente fra
le burle e le storielle vero
specchio del cuore contento, facendo
l’occhiolino alle ragazze compra
e vende allegramente polpa,
ciccioli ed interiora e
assai spesso chiacchierando studia
il verbo "ganaviando"
(imbrogliando). Vero
esemplare del popolo, famoso
come la bettonica, l'ho
sentito perfino citare dalla
buona gente di Felonica; il
banchiere e il macellaio, l'arciprete
e perfino la suora quando
incontrano questo ragazzo lo
salutano con rispetto. Sempre
attivo e intraprendente lui
sa far molti mestieri e
lavora onestamente per
il bene di sua moglie, che
in compenso debolmente con
l'idea di fargli piacere gli
ha messo al mondo tante
belle bambine. Cominciando
dall'Augusta e
arrivando all'Ernesta c’è
chi lavora ricamando, chi
sta cucendo vestiti, c'è
chi insegna e chi mentre studia fa
anche qualche cosa e
vivendo in modo così lieto loro
non hanno problemi di sorta. I
problemi li hanno gli sposi, che
vedete così contenti, che
come due fidanzati quando
fa bel tempo, quando soffia il vento quando
ci sono i bianchi e quando ci sono i rossi al
governo del popolo si
amano sempre alla follia nonostante
la gelosia. E vogliatevi
sempre bene, buon
Roberto e buona Ernesta, voglia
Dio che il sereno splenda
su di voi per
cent'anni amen, amen (così sia), da
questo giorno che festeggiamo; con
gli auguri a chi è qui presente di
allegria e cuore contento. Così
per chiudere invito
unanimi i
lieti commensali a
vuotare rapidamente ancora
una volta le tazze; gridiamo
intrepidi amici
amabili, viva
gli sposi viva
il bicchiere: a
me... da bere! |