|
Seconda lezioneCome in Italiano, così in Esperanto, le parole sono formate da radicali, desinenze e affissi. Se noi prendiamo le seguenti parole italiane scrivendole una sotto l'altra: prov-are ap-prov-are ri-prov-are dis.ap.prov-are prov-ando Prov è la radice o radicale; a, are, ando sono le finali o desinenze che ci dicono se si tratta di un aggettivo, di un sostantivo o di un verbo; le particelle messe innanzi alla radice sono affissi che modificano il significato del radicale. Nelle lingue naturali la composizione delle parole con radicali, affissi e desinenze non è così semplice; in Esperanto tutto è ridotto alla massima semplicità: 17 sono le che studieremo in questa lezione e si distinguono in desinenze sostantive, aggettive, avverbiali e verbali. 29 sono gli affissi che si distinguono in suffissi se messi dopo i radicali, prefissi se messi davanti. Alcuni sono comuni alla lingua italiana. 4000 circa i radicali che combinati con le suaccennate desinenze ed affissi, o anche unendosi insieme due o più radicali tra loro, dànno origine ad un vocabolario più ricco di quello di una lingua naturale. I radicali sono stati scelti per quanto è stato possibile tra quelli che erano comuni a più lingue europee parlate. Da ciò ne è risultato che più del 70 per cento sono di origine latina e quindi noti a noi italiani. Questi radicali, secondo il loro senso, si dividono in: 1. radicali sostantivi, indicanti entità come: hom, spac, tabl, (uomo, spazio, tavola); 2. radicali aggettivi , indicanti qualità come: bel, bon, grand, (bello, buono, grande); 3. radicali verbali , indicanti azioni o stato come: skrib, am, mangx (scrivere, amare, mangiare). 4. radicali avverbiali, come morgaux, baldaux, (domani, presto).
Si ha in Esperanto un solo articolo definito invariabile: la, che significa il, lo, la, i, gli, le. La tablo, la tavola La patrino, la madre La patroj, i padri La arboj, gli alberi La busxoj, le bocche Per rendere il nostro articolo indefinito un, uno, una, si usa il nome senza articolo: Roso estas floro, Una rosa è un fiore. L'articolo definito non è usato davanti ai nomi propri: Tutti i nomi di persone, cose o animali terminano in o Frat-o, fratello Libr-o, libro Sun-o, sole Fraulin-o, signorina Parol-o, parola La terminazione o introduce nel senso della parola l'idea generale di entità;questa entità può essere una persona, un essere vivente, un'entità astratta, materiale, ecc. Il plurale di forma aggiungendo un j; Parol-o-j, parole Kat-o-.j, gatti Fraulin-o-j, signorine. In Esperanto il genere è quello naturale; quindi non vi è un genere grammaticale come in italiano. Gli animali sono maschili o femminili a seconda del loro sesso. Il sesso femminile si indica intercalando il suffisso in fra il radicale e la finale o . Frat-o, fratello, Frat-in-o, sorella Vir-o, uomo Vir-in-o, donna. I nomi delle cose non hanno genere, quindi restano invariati. La ter-o, la terra La tabl-o, la tavola La plum-o, la penna. Per chi non è troppo familiarizzato con la grammatica italiana, occorre richiamare l'idea di complemento oggetto. La patro è il soggetto. Amas è il verbo che indica l'azione che il soggetto fa o riceve: La patro amas la filon La filon è il complemento oggetto , cioè l'oggetto che riceve l'azione fatta dal soggetto. Questo oggetto risponde alla domanda chi? che cosa? Quando dopo il verbo si risponda alla domanda chi? che cosa? in Esperanto si aggiunge al nome che subisce l'azione (il complemento oggetto), la lettera n, che si dirà il segno dell'oggetto. A questo modo si evita di dare una regola speciale di sintassi sulla disposizione delle parti del discorso; noi saremo liberi di dire: La patro amas la filon, - La patro la filon amas, - La filon la patro amas, e sempre l'n aggiunta ci farà distinguere l'oggetto dal soggetto. Gli aggettivi (ossia quelle parole che aggiunte al nome qualificano, indicano, mostrano la cosa o la persona o l'animale significato) od i participi usati come aggettivi terminano in a. Patr-a, paterno Grand-a, grande Parol-a, verbale Fort-a, forte La finale a introduce nel senso della parola l'idea generale di qualità o di relativo a... L'aggettivo può precedere o seguire il nome a seconda che suona meglio: L'aggettivo concorda in numero e caso, e perciò forma il plurale aggiungendo un j. Si declina come il sostantivo e quindi prende l'n al caso oggettivo: Gli avverbi sono caratterizzati dalla finale e: parol-e, verbalmente grand-e, grandemente fort-e, fortemente Alcuni avverbi non hanno la finale caratteristica e; essi sono avverbi radicali. Si indicheranno più avanti. La finale e introduce nel senso della parola l'idea generale di maniera, quindi diremo: radicali che di per sé non siano avverbiali, con la finale e prendono un significato avverbiale. I verbi sono caratterizzati all'infinito dalla finale i parol-i, parlare skrib-i, scrivere mort-i, morire am-i, amare leg-i, leggere fum-i, fumare La finale i insieme con le altre finali o desinenze verbali introducono nel senso della parola l'dea generale di azione e di stato. Il verbo è invariabile per persona e numero, quindi la sua coniugazione è ridotta alla massima semplicità. L'indicativo ha tre soli tempi semplici: presente, passato e futuro che sono caratterizzati: il passato dalla finale is il futuro dalla finale os il condizionale dalla finale us l'imperativo dalla finale u il congiuntivo alla finale u (ke ...u) La infano estas bona -Il ragazzo è buono La patrino amas la filon - La madre ama il figlio La suno brilis - Il sole brillava Amu la infanojn - Amate i bambini Riepilogando: da una parte della parola chiamata radicale, che resta invariabile, con l'aggiunta delle finali caratteristiche delle singole parti del discorso (desinenze) si può ottemnere tutta una serie di parole. Di qui la semplicità della lingua e la facilità del suo diziomnario. Conoscendo il significato della radicale parol (parola, favella) possiamo senz'altro ottenere: parol-o (parola, favella) parol-a (verbale) parol-e (verbalmente) parol-i (parlare) parol-as (parlo, parla, parliamo ecc) parol-is ((parlai) parolos (parlerò) parol-us (parlerei) parol-u (parla!) E così pure, per quanto si è detto sopra riguardo al plurale degli aggettivi e sostantivi, alla formazione del femminile e degli avverbi, dalla radicale patr (padre) si ottiene: la patr-o - il padre la patro-j - la madre patr-a - paterno- paterna patr-a-j - paterni-paterne patr-e - paternamente la patr-in-o . la madre la patr-in-o-j - le madri patr-in-a - materno-materna patr-in-a-j - materni-materne patr-in-e - maternamente
|
Programma Multimadiale ESPERANTO realizzato nell'anno scolastico 2000/2001 dagli studenti:Di Fazio Andrea e Maurelli Francesco nuvola.bianca@tiscalinet.it - fran.mau@infinito.itPer domande o commenti su questo programma fare riferimento a:ROMA ESPERANTA JUNULAROinfo_rej@hotmail.comAggiornato nel mese di giugno 2001. |