|
L’Esperanto
è un'opera giovanile. Lazar Ludwik Zamenhof aveva 19 anni quando elaborò il
suo primo progetto di lingua universale e 28 anni quando pubblicò il suo
primo opuscolo intitolato Internacia Lingvo (1887)
sotto lo pseudonimo di Doktoro Esperanto. Fin dalla più tenera età si era
familiarizzato con varie lingue nazionali ma in circostanze così dolorose che
gli facevano sentire la molteplicità di lingue come una esperienza traumatica.
lì problema linguistico prima ancora di interessare in lui l'intelligenza e la
ragione feri profondamente il suo cuore. La città di Bialystok, dove egli
nacque il 15 dicembre 1859 e che ora si trova in Polonia, era una parte
disputata e oppressa dell'impero russo, nella quale si incontravano e spesso
si combattevano parecchie etnie ed i loro influssi: era il Granducato di
Lituania, che comprendeva parte dell'attuale Lituania, il nord est della
Polonia, la Bielorussia e l'Ucraina. Zamenhof ha scritto: “Questo
luogo della mia nascita e degli anni della mia fanciullezza ha impresso il primo
corso a tutte le mie aspirazioni successive. La popolazione di Bialystok è
formata da quattro elementi: russi, polacchi, tedeschi, ebrei. Ciascuno di
questi gruppi parla una lingua diversa e ha relazioni non amichevoli con gli
altri gruppi. In tale città, più che altrove, una natura sensibile percepisce
la pesante infelicità della diversità linguistica e si convince ad ogni passo
che la diversità di lingue è la sola causa o almeno la principale che
allontana la famiglia umana e la divide in fazioni nemiche. Sono stato educato
all'idealismo; mi hanno insegnato che tutti gli uomini sono fratelli e intanto
sulla strada e nel cortile tutto a ogni passo mi ha fatto sentire che non
esistono uomini, esistono soltanto russi, polacchi, tedeschi, ebrei, ecc. Questo
ha sempre tormentato il mio animo infantile, anche se molti sorrideranno su
questo dolore per il mondo da parte di un bambino. Poiché a me allora sembrava
che i "grandi" fossero onnipotenti, mi ripetevo che quando sarei stato
grande io senz'altro avrei eliminato questo male” (lettera a Borovko 1895, da Lettere
di L. L. Zamenhof, vol 1° p.
343-4). In
famiglia parlava russo, fuori casa il polacco, come studente di ginnasio
studiava il tedesco e il francese, il latino e il greco. Sotto la guida del
padre, competente ebraista, apprese l'ebraico; è probabile che conoscesse
anche alcuni elementi del lituano. Ma il suo interessamento al problema delle
lingue non è dovuto soltanto alle sue innate capacità e al suo bagaglio
linguistico: Lettere
di L.L. Zamenhof, vol 1° p. 107). Prima
di lasciare il ginnasio, nel
1879, anno in cui comparve il Volapuk, aveva già completato il suo primo
tentativo di lingua universale. Lo lasciò nelle mani del padre quando per i
suoi studi di medicina dovette raggiungere Mosca e poi Varsavia. Suo padre,
censore della stampa ebraica, si rendeva conto dei pericoli che poteva
comportare per uno studente ebreo povero la scoperta presso di lui di
manoscritti redatti in una lingua segreta. Perciò egli distrusse quel primo
progetto del figlio. A
Varsavia, dove il giovane Zamenhof terminò gli studi di medicina,
l'antisemitismo era sollecitato in tutti gli strati sociali dal governo zarista.
Per protestare contro quella politica il giovane prese parte attiva nel
movimento sionista Hibat Sion dal 1882 al 1887. Durante questi anni di lotta, di
lavoro e di miseria, si rese conto che una comune lingua non basta per far
crollare le barriere erette tra i gruppi sociali e, mentre lavorava a un nuovo
progetto di lingua internazionale, cominciò ad elaborare un ideale di religione
universale. Ciò
che differenzia Zamenhof da tutti gli altri autori di interlingue à
l'esperienza diretta e dolorosa dei contrasti per prevalenze di natura sociale,
di razza e di religione. Egli non era un linguista che fosse privo di contatto
con i problemi originati dalla diversità linguistica e da questa espressi.
Soffriva profondamente per la divisione dell'umanità in gruppi avversi, e
perciò la creazione di una lingua internazionale era soltanto l'avviamento ad
una generale pacificazione, era dunque un'attività priva di egoismo,
umanitaria, ideale, a vantaggio né di soddisfazione personale né di
sciovinismo nazionale - come alcuni progetti minimali -ma a favore di tutti i
sofferenti e gli oppressi a causa di discriminazione linguistica. Nel
1886 si specializzò in oftalmologia e l'anno successivo cominciò ad esercitare
in Varsavia; quel 1887 fu l'anno in cui si sposò con Clara Zilbernik e pubblicò
un opuscolo col titolo di Internacia Lingvo, prima
in russo e poi in polacco, in francese, in tedesco e in inglese. lì libretto,
di 40 pagine, comprende un'ampia prefazione, la grammatica con le 16 regole, un
vocabolario di circa 900 radici ed esperimenti linguistici di traduzione e anche
di composizione originale in prosa e in poesia.
Nella
prefazione all'opuscolo suddetto, Zamenhof rileva quanto tempo, quanto denaro e
quanta fatica costi lo studio di una lingua straniera e osserva che una lingua
comune non soltanto farebbe risparmiare quegli sforzi, ma anche arricchirebbe
l'umanità attraverso le più elevate opere culturali di tutte le nazioni. Lo
studio di due lingue, quella materna e quella internazionale, permetterebbe di
dedicare più tempo all'approfondimento della prima e
di sentire il valore delle altre culture su di un livello di piena parità. Una
lingua internazionale, oltre a facilitare i rapporti fra scienziati e uomini
d'affari, farebbe scomparire quell'impressione di estraneità che separa gli
individui di lingue diverse. Tutte le pasigrafie sono finora fallite per la loro
difficoltà e le lingue costruite non hanno saputo suscitare l'interesse del
pubblico. Ciò si può capire: perché infatti sacrificare il proprio tempo per
imparare una lingua parlata soltanto dal suo inventore? Zamenhof
si prefigge perciò tre obiettivi: facilitare la lingua cosi che possa essere
imparata quasi come un gioco; renderla immediatamente utilizzabile grazie alla
logica e alla semplicità della sua struttura; trovare un sistema per stimolare
il pubblico a praticarla in modo generalizzato, Quale sistema per garantire al
lettore una ricompensa alla sua buona volontà, Zamenhof inserì alla fine del
suo libretto otto pagine formate ciascuna da quattro schede che riportavano in
forma di invito il seguente testo: "Promessa. lo sotto-scritto prometto di
imparare la lingua internazionale proposta dal dr. Esperanto, se sarà
dimostrato che dieci milioni di persone abbiano fatto pubblicamente la stessa
promessa. Nome e indirizzo". In effetti soltanto mille di queste schede gli
ritornarono compilate ed egli pubblicò questi primi mille indirizzi sotto forma
di annuario nel 1888, inaugurando così una tradizione che rimane ancora oggi
uno dei più efficaci mezzi di lavoro e di propaganda dell'organizzazione
esperantista. La
"Lingua Internazionale", malgrado la censura, si diffuse e rapidamente
diventò popolare sotto lo pseudonimo dell'inventore, anche perché il primo
giornale in Esperanto pubblicato a Norimberga il 1° settembre 1889 ebbe come
titolo La Esperantisto. Nel
1888 Zamenhof diede alle stampe il Dua Libro de l'Lingvo Internacia (lì
Secondo Libro della Lingua Internazionale, Kelter, Varsavia) contenente
un'ottimistica prefazione: "Le numerose promesse che sto ricevendo per la
maggior parte firmate ' senza condizioni ', le lettere di incoraggiamenti e di
consigli, tutto mi dimostra che la mia fede profonda nell'umanità non mi ha
ingannato. Il genio buono dell'umanità si è ridestato... viva l'umanità,
viva la fraternità tra i popoli, che vivano in eterno I" (da Originala
Verkaro p. 21). Nel
1889 apparve Aldono alla Dua Libro de l'Lingvo Internacia (Supplemento
al secondo libro della L.1.). Vi si leggono le sue ultime parole in qualità di
autore. Da allora egli considerò la lingua non come sua proprietà ma come
patrimonio di tutti. La sua evoluzione dipenderà da tutti gli amici della
"santa idea". Nell'arco di 12 anni egli spese molto tempo e denaro per
la "amata causa, se soltanto una centesima parte fosse offerta da ognuno
dei suoi sostenitori, sarebbe raggiunto in breve lo scopo prefisso. Le parole
emozionanti mostrano che fin dall'inizio Zamenhof cercò di collegare la
lingua con un ideale elevato. Secondo lui la lingua deve servire per
"destare il genio buono dell'umanità", cioè per stimolare le energie
di ognuno per giungere alla costruzione di un mondo migliore attraverso una
intensa dedizione operativa. E'
evidente perciò che la lingua internazionale deve assumere un ruolo di
stimolo della società verso il progresso e che è associata ad un umanesimo
quasi mistico che andrà manifestando si fino alla morte dell'autore e anche
oltre. Questo fatto è importante se si considera che malgrado i tentativi di
molti esperantisti, anche durante la vita di Zamenhof, di presentare l'Esperanto
come lingua indipendente da ogni sfumatura ideologica, nella sua stessa
denominazione (Esperanto significa "colui che spera") sono condensate
molte implicazioni ideologiche capaci di entusiasmare una generazione dopo
l'altra. Certamente si può anche considerare l'Esperanto secondo un punto di
vista soltanto linguistico, ma nessuna indagine puramente linguistica può far
comprendere la sua unica forza di attrazione, il suo potere stimolante e molti
aspetti della sua ricchezza. Impoverito
dalla pubblicazione dei suoi opuscoli e da sventure familiari, Zamenhof
trasferì il suo ambulatorio oculistico da una città all'altra e si stabili poi
definitivamente a Varsavia nel 1898 in un quartiere popolare. In questo periodo
di relativa miseria egli produsse gli scritti più importanti per l'avvenire
della lingua. Nel 1894 apparvero Universala Vortaro (Vocabolario
Universale) con traduzioni del lessico esperanto in 5 lingue, Ekzercaro
(Raccolta di esercizi) e nel 1903 Fundamenta
Krestomatio (Antologia fondamentale)
comprendente esercizi, articoli, discorsi, aneddoti, poesie e prose, originali e
tradotti. Nel 1905 segui il celebre Fundamenta de Esperanto, grammatica
con le 16 regole, i già menzionati esercizi e il vocabolario. Diciotto
anni dopo il primo opuscolo il Fundamento fissa
i canoni della lingua. Quando esso apparve il movimento esperantista già si
estendeva attraverso l'Europa e la lingua fu così subito riconosciuta; 180
esperantisti, prevalentemente britannici e francesi, convenuti a Calais
nell'agosto 1904, accettarono l'invito del gruppo esperantista di
Boulogne-Sur-Mer (città portuale francese sul canale della Manica) ai primo
Congresso mondiale di Esperanto che ebbe inizio in Boulogne il 5 agosto 1905 con
668 partecipanti provenienti da 20 paesi. Alcuni giorni prima Zamenhof aveva
ricevuto la Legione d'Onore dal Ministro francese della Pubblica Istruzione. Il
Congresso di Boulogne iniziò la tradizione dei congressi mondiali di Esperanto
che si susseguirono in Ginevra (1906), Cambridge (1907), Dresda (1908),
Barcellona (1909), Washington (1910), Anversa (1911>, Cracovia (1912) e Berna
(1913). Al Congresso del 1914, organizzato in Parigi, aderirono 3739 persone
che a causa della guerra non poterono partecipare. La tradizione si è rinnovata
nel 1920, ma di nuovo interrotta dal 1940 al 1947 a causa della seconda guerra
mondiale, dopodiché prosegue tuttora di anno in anno e di paese in paese.
|
Programma Multimadiale ESPERANTO realizzato nell'anno scolastico 2000/2001 dagli studenti:Di Fazio Andrea e Maurelli Francesco nuvola.bianca@tiscalinet.it - fran.mau@infinito.itPer domande o commenti su questo programma fare riferimento a:ROMA ESPERANTA JUNULAROinfo_rej@hotmail.comAggiornato nel mese di giugno 2001. |