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Fin dall'inizio
t'ideale di Zamenhof non fu accettato da tutti, e anche i consenzienti lo
adottarono in diversa misura. Tuttavia grazie ad esso l'Esperanto è diventato,
secondo le parole di Zamenhof durante il congresso di Cracovia, non soltanto una
lingua come le altre, ma "un importante problema sociale". Confrontato
con gli altri progetti, l'Esperanto ha acquisito con quel carattere una qualità
emozionale e un notevole richiamo: "il più bel sogno dell'umanità"
si pone a fianco di tutti i miti sempre risorgenti che spingono gli uomini in
avanti, perché pongono nel futuro l'epoca aurea del mondo. Benché la
razionalità argomenti per l'accettazione di una lingua universale e molti
motivi scientifici siano a favore dell'Esperanto, tuttavia raramente avviene che
ci si avvicini all'Esperanto in relazione con cause soltanto razionali o
scientifiche. E' interessante
osservare l'evoluzione dell'idea interna in relazione con l'evoluzione
sociologica dell'esperantismo. Durante il periodo iniziale, di fondazione, che
si è esteso fino alla prima guerra mondiale, la ideologia del movimento era
fortemente influenzata da quella di Zamenhof. Tuttavia la tensione fra le
opinioni concernenti la lingua, una prevalentemente linguistica e l'altra
prevalentemente idealistica, cioè il problema se vi fosse correlazione o separazione,
obbligò Zamenhof e i prudenti responsabili a cercare un equilibrio nella
neutralità che più spesso presentava affinità con l'idea interna. Dopo la
guerra e dopo la morte del fondatore, il movimento entrò in una fase di
assestamento e di organizzazione, durante la quale si adattò alle nuove
condizioni del mondo e procurò di conseguenza di definire i suoi scopi. Più
di prima ebbe rilevanza l'ideale per la pace, ma anche tra i non esperantisti
questo si diffuse intensamente a causa delle appena trascorse sofferenze
belliche, come è rilevabile dalla costituzione della Lega delle Nazioni.
Allora la comunanza morale degli scopi della Lega e dell'esperantismo rese
necessario a quest'ultimo di definirsi in confronto della Lega con una
specificazione distintiva che era la soluzione del problema linguistico, di
cui la Lega non si occupava. Da allora il movimento esperantista esalta
quell'aspetto come sua principale funzione sociale, con l'intenzione di
dimostrare i vantaggi pratici dell'Esperanto per la pace. A seguito di analoghe
situazioni dopo la seconda guerra mondiale, le caratteristiche dell'esperantismo
manifestarono la tendenza a modificarsi dall~aspetto etico a quello
linguistico. L'istituzione nel 1954 di relazioni consultive tra l'UNESCO e
l'Associazione Universale di Esperanto avvicinò maggiormente il movimento
esperantista alle organizzazioni ufficiali aventi simili principi sociali. Poiché
l'idea interna, almeno per quanto riguardava l'ideale di giustizia e di
fraternità, era riconosciuta da quelle organizzazioni, l'esperantismo dovette
nuovamente insistere sulla sua finalità linguistica 7. Esiste attualmente una
importante tendenza nel movimento esperantista a considerare l'Esperanto come
un fenomeno indipendente da qualsiasi ideologia e senza necessario riferimento
con qualsiasi ideale morale o sociale. I rappresentanti di quella tendenza
trasferiscono l'idea interna del movimento alle istituzioni estranee al
movimento (organismi, partiti, società, leghe ecc.) e in compenso accentuano
maggiormente il valore dell' Esperanto per la comunicazione linguistica. Cosi
essi lo pongono sullo stesso livello di altre lingue e considerano l'esperantologia
un semplice settore della linguistica. Nel campo scientifico
essi hanno invero dimostrato i meriti linguistici e didattici dell'Esperanto con
metodi fissati scientificamente. Essendo diventato oggetto di ricerca,
l'Esperanto si presenta ora in vesti moderne le quali lo mostrano al pubblico
in modo più serio e gradito. Esso ha anche acquistato stima mediante eliminazione
o attenuazione di caratteri "verdi" troppo stravaganti o emozionanti.
E infine è stato opportuno informare e procurare adesioni con metodi adatti ai
mutevoli modi di pensare ed ai costumi del pubblico. Non
si deve peraltro confondere adattamento e conformismo. La sistematica
persecuzione di esperantisti da parte di alcuni dittatori durante e dopo la
seconda guerra mondiale dimostra che per quegli uomini potenti l'Esperanto non
era soltanto una lingua. Se le parole di fraternità e di giustizia sono
diventate cosi comuni nella retorica politica che non appaiono pericolose,
l'internazionalismo era un'altra cosa, specialmente dopo la costituzione delle
associazioni esperantiste dei lavoratori e dei soggetti privi di nazionalità.
Poiché quella appropriazione popolare o interpretazione dell'idea interna
coincideva con l'ascesa della lingua inglese e della potenza statunitense, gli
operatori finanziari ed economici si rivolsero sempre più all'inglese e
trascurarono di sostenere il movimento esperantista. La loro sfiducia in una
lingua internazionale popolare, aggiunta al fatto che essi avevano adottato
internazionalmente l'inglese e non sentivano bisogno di un mezzo di
comunicazione fra di loro, si manifesta nell'atteggiamento ufficiale delle
democrazie occidentali verso l'Esperanto. Mentre esso non è abbastanza forte
per imporsi all'attenzione degli enti governativi, questi lo considerano con
timore a causa della sua potenzialità peraltro rilevante. Si ricorda con dolore
fino a quale vergognoso livello alcuni esperantisti si umiliarono per acquisire
la simpatia dei nazisti, inutilmente. (U. Linz, La dangera lingvo:
Esperanto en la uragano de persekutoj, Kioto, 1973). Si può dubitare su che
cosa possa restare della lingua e del movimento se entrambi rinunciassero alla
loro originalità. Potrebbe l'Esperanto prosperare in terra straniera, cioè
senza quella idea interna che ha ispirato il suo creatore e che lo ha fatto
vivere attraverso epoche piene di eventi? Perché l'ideale di pace e di
fraternità dovrebbe essere riservato a speciali istituzioni le quali finora non
hanno adottato l'Esperanto, mentre l'Esperanto è uno dei rimedi per realizzare
la pace? Certamente gli esperantisti devono mostrarsi prudenti e con le idee
chiare per sviluppare pienamente tutto il potenziale della loro lingua; ma
essi soprattutto non devono dimenticare quel potenziale che costituisce la loro
specificità storica e sociale. |
Programma Multimadiale ESPERANTO realizzato nell'anno scolastico 2000/2001 dagli studenti:Di Fazio Andrea e Maurelli Francesco nuvola.bianca@tiscalinet.it - fran.mau@infinito.itPer domande o commenti su questo programma fare riferimento a:ROMA ESPERANTA JUNULAROinfo_rej@hotmail.comAggiornato nel mese di giugno 2001. |