P. STANZIALE
AL DI LÀ DELLA
PSICOANALISI
5- ICHSPALTUNG E ALIENAZIONI IN LACAN
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"....l'io dell'uomo
moderno ha assunto la propria forma
nella impasse dialettica
dell'anima bella che non riconosce
la ragione stessa del suo essere nel disordine che essa denuncia
nel mondo..." (S 258).
È questo lo stile
inconfondibile di Jacques Lacan, geniale
continuatore dell'opera freudiana, che
con le sue conferenze ha segnato i nuovi destini della
psicanalisi di là da
ogni uso americano di questa. Nelle parole di Lacan (1953, Roma) risulta evidente
la crisi della
alienata soggettività contemporanea che si
trova in
una impasse dialettica come
anima bella che non si ri-conosce
in un
denunciato dis-ordine del mondo .
Lacan vede l'individuo
costretto in una modalità comunicativa
all'interno di una enorme oggettivazione - originata dalla
scienza moderna- in cui viene a dissolversi proprio
l'individualità. Con l'ironia che
gli è propria cosi Lacan tesse la sua
tela: "Egli (il soggetto) collaborerà
efficacemente all'opera comune col suo lavoro quotidiano e ornerà
i suoi
svaghi di tutte le gradevolezze
di una cultura profusa che, tra il
romanzo giallo e
le memorie storiche,
tra le conferenze educative e
l'ortopedia delle relazioni di gruppo, gli darà di che dimenticare la sua
esistenza e la sua morte e insieme di che
misconoscere in una FALSA
COMUNICAZIONE il senso
particolare della sua vita." (S 274).
Lo
psicanalista francese nota
come in questa
falsa comunicazione, che caratterizza l'evo contemporaneo, ogni precauzione non
fa che rinforzare
lo spessore di un
verbalismo "...che non sarebbe vano misurare in
base alla somma
statisticamente determinata dei chilogrammi di
carta stampata, dei chilometri di solchi discografici, delle ore di emissione
radiofonica..." (S 251) e,
si potrebbe aggiungere, alle tonnellate di nastri magnetici
e di migliaia di ore di
televisione. È un mondo di hollow men, degli uomini vuoti ed imbottiti che si appoggiano l'un l'altro con la testa piena di paglia, secondo l'immagine che Lacan mutua da T.S. Eliot. Un
mondo in cui Lacan riscontra
una somiglianza tra
la situazione dell'individuo- nella società contemporanea-
e l'alienazione della follia ..nella misura in cui.. il soggetto vi e parlato più che non
parli (S 294).
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Ma, se questo e un quadro critico relativo al rapporto
tra l'individuo ed
il mondo contemporaneo, c'è un
rimando d'obbligo che è
quello che riguarda la costituzione
del soggetto lacaniano.
Abbastanza intrigante sarebbe
ripercorrere il periplo della
psicanalisi lacaniana rispetto al soggetto- e lo faremo
altrove- quello che non può
non interessarci ora è invece l'evidenza di una doppia alienazione
soggettiva (strutturale e strutturante) dialetticamente
operante.
Premesso che il riferimento a figurazioni
hegeliane ed heideggeriane sono presenti nel
discorso lacaniano, il luogo di queste
alienazioni- costitutive ed
originarie del soggetto- è quello in cui un bambino di sei mesi viene
messo di fronte ad uno specchio (S 87). È lo stadio dello specchio (Vedi schema) di cui parla Lacan e in cui
viene a scandirsi una dialettica
delle alienazioni in varie fasi.
In un primo tempo
il bambino vede la propria immagine
nello specchio come quella di un altro bambino, reale,
e cerca gioiosamente di
afferrarlo. In un secondo tempo il bambino capisce che quella che vede e una immagine e non
un essere reale. In un terzo tempo, infine, il bambino si rende
conto che nello specchio e
riflessa la propria immagine.
In questo processo
è in questione l'identità del soggetto
e la costituzione dell'io
freudiano e ciò avviene attraverso la
mediazione di una immagine che costituisce
anche l'avvio a
tutte le identificazioni successive.
Varie sono le significazioni connesse con lo stadio
dello specchio lacaniano: dal corpo
disgregato al masochismo
primordiale, dall'aggressività al
narcisismo che ben
rappresenta una alienazione fascinatrice
(S 92). Nello stadio dello specchio comincia la costruzione dell'io,
ma comincia anche
l'alienazione e la
scansione dell'immaginario che
precede il simbolico. È
l'affermazione di una
mediazione, quella della immagine, che
decide del rapporto
tra l'organismo e il sé (S 91). Da
questo momento l'alienazione
diviene destino. Con lo stadio
dello specchio, infine, abbiamo
l'alienazione che, nella
costituzione del soggetto è strutturale e strutturante per tutta una serie di inneschi:
un rapporto (erotico) tra il soggetto e
la sua immagine
alienata,
una tensione
verso l'oggetto del desiderio dell'Altro,
una tensione
aggressiva verso la conquista
dell'Altro (S 90)
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In seguito Lacan,
analizzando ancora la costruzione della soggettività, mostra
come il fenomeno edipico rappresenti un
secondo crocevia strutturale decisivo (Vedi Schema Stadio dello specchio ed Edipo). Nel fenomeno edipico il passaggio dalla natura
alla cultura avviene attraverso una
sequenza:
-l'in-fans desidera il genitore
di sesso opposto;
-l'altro genitore viene, cosi,
a rappresentare la proibizione, l'interdetto, l'autorità;
-l'in-fans si identifica con
questo genitore per
poter accedere al genitore che desidera.
Nel fenomeno edipico
Lacan individua tutta una
serie di funzioni
dell'immaginario ed il passaggio dall'immaginario al simbolico, alla legge. Anche
in questo caso
abbiamo alienazioni
strutturali e strutturanti,
ma soprattutto abbiamo
una sublimazione originaria del
soggetto e l'interiorizzazione
della legge del Padre (S
683).
Ma l'accesso all'ordine simbolico
significa anche inserimento nell'ordine del linguaggio: ciò che è
fondamentale per la costituzione del soggetto. Anche in questo caso troviamo una alienazione strutturante
per cui il linguaggio nasce laddove si verifica una frattura
tra il soggetto e il segno che viene a
sostituirlo. Lacan
mostra come in questo passaggio il
soggetto si costituisce come tale: "..l'io dice io.." (S 685). Si tratta di un processo
dialettico- che lascia intravedere sullo
sfondo La Fenomenologia dello Spirito-
basato sulla opposizione io-tu attraverso
la quale il soggetto si origina come tale (RL 34).
Ma l'accesso all'ordine
simbolico del linguaggio non comporta
l'affermazione del soggetto ma la
subordinazione di questi alla rete dei significanti pre-determinati.
Si tratta di una alienazione che
vede la svalutazione
dell'intuizione a vantaggio di un ordine formale e
formalizzante.
Scrive Lacan: "I simboli
avvolgono infatti la vita dell'uomo con
una rete cosi totale da congiungere prima ancora
della sua nascita coloro che lo
genereranno IN CARNE
E OSSA, da apportare alla sua
nascita insieme ai doni degli astri, se
non ai doni delle fate, il
disegno del suo destino, da dare alle
parole che lo faranno fedele o rinnegato, la legge degli atti che lo seguiranno
persino là dove non è ancora e persino al di là della sua morte, e da far si
che per mezzo loro la sua
fine trovi il suo senso nel
giudizio finale in cui il verbo assolve il suo essere o lo condanna-
salvo raggiungere la realizzazione soggettiva dell'essere-per-la-morte..". (La cifra
di questo passo riflette l'ineluttabilità della catena
simbolica quale era
già stata strutturalmente delineata
da Lévi-Strauss nonché un esito heideggeriano: due autori spessi presenti nel logos
ellittico lacaniano) (S 391).
Entrare
nell'ordine del linguaggio
significa anche partecipare ad
un simbolismo sociale
caratterizzato da regole, consuetudini,
interdetti. È questo
uno spazio articolato tra l'immaginario
e il simbolico, di rapporti sociali ri-costruiti
nel discorso, dei
feticci, delle rappresentazioni fantasmatiche (RL
138)(1).
Nell'accesso
all'ordine del linguaggio
per Lacan
vi e un percorso che comporta una
doppia spaltung, una
frattura doppia:
1- soggetto/linguaggio
2- ri-costruzione nel linguaggio.
In questo percorso la prima spaltung
(originante la prima alienazione) riguarda la distinzione
della relazione tra sé e sé (soggetto/linguaggio); la seconda spaltung (originante
la seconda alienazione)
riguarda la costruzione
della maschera, dell'io che diventa personaggio (ri-costruzione nel linguaggio) (RL
203).
Lacan afferma
che in questo alternarsi di alienazioni si genera l'inconscio in corrispondenza
dell'emergere di una apparenza e di un ruolo- il soggetto nel
verbo denuncia la sua mancanza-a-essere
(RL 131).
Viene a costruirsi
così uno scenario di alienazioni proprie del
soggetto partendo dall'accesso al logos
e sostanziando l'io di ciò che si oppone alla verità
dell'essere. A. Rifflet-Lemaire, nel suo fondamentale
libro su Lacan, sottolinea anche
il fatto che
fino a quando
la catena simbolica
viene soggettivizzata nella pienezza delle sue
referenzialità viene a confermarsi la supremazia
dell'uomo come specie, ma quando vi è
una caduta della referenzialità simbolica-
ed un isolamento
relazionale rispetto alla catena
significante- allora resta
solo L'IMMAGINE ed una alienazione come caduta in un vissuto
immaginario: alienazione che è .. il fatto
di cedere una parte di sé ad un
altro sé, di rendersi estraneo a se stesso (RL 99).
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Lacan, sulla
scorta di una notevole esperienza
clinica, è portato
ad affermare che ancora prima
di venire al
mondo l'individuo e assimilato in
una catena causale di cui
non sarà altro che un effetto.
La potenza dell'ordine sociale
e simbolico si
sviluppa in modo
tale da condizionare l'individuo fin nell'inconscio.
In una dialettica
di alienazioni- e di conflitti
per il riconoscimento di
sé- il soggetto deve
dis-conoscere la propria verità per affermare un JE decentrato
originariamente da un MOI: ciò che e
definibile come alienazione naturale.
La psicanalisi lacaniana ha mosso grandi adesioni ma
anche molti rifiuti. La complessa
macchina significante-
attraverso cui Lacan si e rivolto agli analisti -
costituisce ancora oggi un riferimento per antropologi, linguisti e filosofi
che vedono nella cifra lacaniana uno dei
tentativi più geniali di re-visione
evolutiva della psicanalisi, e ciò sia per
quanto riguarda la clinica che per quanto riguarda i rimandi filosofici . Se si
volesse parlare di una ideologia lacaniana non si
potrebbe non riprendere quanto ha
affermato Jacques- Alain Miller: "..è una sola l'ideologia di cui Lacan fa la teoria:
quella dell'IO MODERNO,
vale a dire
del SOGGETTO PARANOICO DELLA CIVILTÀ SCIENTIFICA, di cui la
psicologia aberrante teorizza il carattere immaginario a servizio della
libera impresa.." (S 901).
Quest'ultimo tema e stato
ripreso in varie occasioni
da Lacan con
accenni decisamente critici verso
il behaviorismo, verso le human relations,
i patterns
di comportamento rimodellanti, la
basic personality
structure.
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Lacan ci ha introdotto ad
alienazioni strutturali e strutturanti del
soggetto, ci ha
disegnato un ordine caratterizzato da
identificazioni
originarie, da
disconoscimenti necessitanti e
da riconoscimenti strumentali.
Nella topologia del soggetto Lacan
ha indicato:
-la supremazia del simbolico sul reale e l'immaginario;
-la determinazione dell'immaginario ad
opera del simbolico;
-la precedenza dell'immaginario sul reale;
-la produzione del reale ad opera
del simbolico;
-l'intrusione dell'immaginario
nel reale (2).
È in questo ordine di
rapporti che si
iscrivono le stereotipizzazioni strumentali dell'immaginario e le apposite offerte simboliche nella costruzione di vaste aree di
assoggettamento.
"Nell'uomo
AFFRANCATO della società
moderna ecco che questa lacerazione (una tensione soggettiva
che, nel disagio della civiltà, va a intersecare quella dell'angoscia) rivela
fino al fondo dell'essere la sua formidabile
crepa. È
la nevrosi di autopunizione,
con i sintomi isterico-ipocondriaci delle
sue inibizioni funzionali, con le forme
psicasteniche delle sue derealizzazioni dell'altro e dal mondo, con le sue sequele
sociali di scacco e di crimine.
È questa
vittima commovente, e d'altronde irresponsabile, in rotta col
bando che vota l'uomo moderno
alla più formidabile GALERA SOCIALE, che
noi raccogliamo quando viene da noi; e per questo essere di
niente che il nostro compito quotidiano
e di aprire
nuovamente la via del suo senso
in una FRATERNITÀ discreta alla cui
misura siamo sempre troppo ineguali.." (S
118).
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(1) E. Ortigues, Le discours et le symbole, Aubier, Paris 1966
E. Ortigues, L'Oedipe africain,
Plon, Paris 1966
(2) G. Contri, Trad. e indice rag. in Scritti cit.
(c) by P. Stanziale 2001