Addio


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L'addio

L'addio agli amici intimi e ai Wailers Marley lo da il pomeriggio dell'ultimo show a Pittsburg. Raduna la band e, senza dire una parola, attacca il ritornello di "I got to keep on moving" da Rude Boy. Lo canta ininterrottamente per 45 minuti, fino a quando i vecchi compagni lasciano il palco in lacrime, a uno a uno. Morirà per una infezione al piede che poi gli manderà in cancrena tutto il corpo. Avrebbe potuto salvarsi, se solo avesse voluto farsi amputare la gamba, ma, per rispettare la filosofia rasta contraria a ogni tipo di cura, si lasciò morire. Ora riposa da Rasta Cristiano (la moglie lo fece battezzare poco prima di morire) in una capanna nella sua amata Giamaica.
Il linguaggio di Bob Marley non si può capire in un giorno, è una cosa che viene a poco a poco, perché atipico, capace di cambiare ogni qual volta ce ne fosse bisogno. Ma non si deve pensare ai testi di Marley come troppo ermetici o chiusi. Anzi, il problema casomai è opposto; a volte è troppo esplicito, diretto e semplice perché si possa credere che nei suoi testi ci siano messaggi di redenzione, lotta e libertà.
L'apertura di un museo a Kingston dedicato al cantautore giamaicano è stata l'unica iniziativa che ha attirato simpatie sulla moglie Rita. Ambientato nella sua prima residenza, raccoglie scritti, foto e memorabilia assortiti, graffiti e disegni di sconosciuti artisti e una gigantesca pianta di marijuana, altro punto cardine del rastapensiero: "Io non prendo droghe, fumo erba. L'erba va parallelamente a Jah per la salvezza della nazione; è importante per imparare a conoscerti meglio, a migliorare la tua percezione"; "Molta gente usa male i mezzi che Jah ci da per capirlo, utilizzando droghe per il semplice piacere dello sballo o peggio ancora utilizzando droghe chimiche".
Chi ha una risposta alla mia domanda: in questi dieci anni senza Bob Marley siamo tornati indietro, siamo rimasti fermi o siamo andati avanti? A mio parere la risposta giusta è la prima, in quanto, nonostante le molte illusioni, nessuno meglio di Bob Marley ha saputo incarnare, mediante la musica, il desiderio di ribellione e la voglia di lottare contro un sistema oppressivo come quello consumistico.