Avvenire, 25-09-02

EDITORIALE

Nuovi Darwin, le parentele diventano labili

di MAURIZIO BLONDET

 

Contrordine scienziati. Uomo e scimpanzé condividono solo il 95% del Dna, informa l’autorevole rivista dell’americana National Academy of Sciences (Avvenire l’ha riportato ieri). Fatto è che ci è stato sempre detto che i geni nostri e della simpatica scimmia erano uguali aI 98, secondo alcuni al 99 per cento: e da ciò si traeva la conclusione che siamo parenti stretti. Che l’uomo e lo scimpanzé si sono separati da “poco” (dieci milioni di anni) nella scala evolutiva. La nuova scoperta dice dunque il contrario? Che cioè uomo e scimpanzé sono parenti più lontani di quanto si credeva? No: dice che tutte queste elucubrazioni, basate sull’analisi comparata di alcune sequenze del Dna, non significano nulla. Per esempio: la tarantola (peloso aracnide terrestre) e il mollusco marino chiamato pettine hanno in comune il 92% del Dna, mentre il pettine e il riccio di mare condividono solo l’82% del patrimonio genetico. Ma nemmeno il più accanito evoluzionista osa suggerire che tarantola e pettine siano parenti più stretti, o che l’uno discenda dall’altro. E questo genere di fenomeni si ripete con sgradevole frequenza: il citocromo c (una proteina) di un serpente presenta, rispetto al citocromo c dell’uomo, solo 14 variazioni, mentre tra serpente e tartaruga (entrambi rettili) le variazioni della proteina sono 22. Vorrà dire che l’uomo discende dal serpente, ma non dalla tartaruga? O che i due rettili sono distanti nella scala evolutiva, più di quanto distino Leonardo e una vipera? Basta porre tali domande, per capire che di scientifico, nel significato attribuito a “somiglianze” del Dna, c’è pochissimo. Anche perché le conclusioni vengono tratte da dati paurosamente incompleti: la presunta somiglianza tra uomo e scimpanzé è stata ricavata dopo  l’esame comparato di 738mila  nucleotidi; ossia solo sullo 0,3 per mille del patrimonio genetico, visto che nel Dna umano i nucleotidi sono 3 miliardi. Da cui l’ultima domanda: esiste vita intelligente nei laboratori?

Fra scimpanzé e uomini poca parentela.

Uomo e scimpanzè sono parenti un po’ più alla lontana di quanto si credeva finora, spiega sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” il biologo Roy Britten, del California Institute of Technology. “Uomo e scimpanzè condividono solo il 95% del Dna— continua — E anche se buona parte del 5% di geni diversi sono poco importanti, sarà ora compito degli scienziati stabilire dove sono e a cosa servono, per capire meglio il processo evolutivo che ha separato le due specie”. La ricerca ha confrontato, grazie al computer, 78Omila dei 3 miliardi di coppie di basi che costituiscono l’intera catena del Dna umano, .con quello degli scimpanzè. E sono state trovate più differenze di quante supposte finora. “Almeno il 3,9% delle basi genetiche, cioè i mattoni che compongono l’elica del Dna, sono diverse — conclude Britten—. Il che significa che possiamo stimare intorno al 5% le anomalie tra le due specie”.