Avvenire, 26-10-02
Polemiche
di CECILIA GATTO TROCCHI
Da alcuni anni si è diffusa in Italia la moda di celebrare Halloween, festa semi-carnevalesca, legata impropriamente alle streghe. Le maestre elementari fanno a gara a proporre spettri, maghi, vampiri e mostri. Ma diciamo le cose come stanno: Halloween letteralmente significa “Vigilia di Ognissanti”, eppure sull’onda della New Age si tirano fuori i Celti e si dice che il cristianesimo avrebbe trasformato la festa pagana di Samain in Ognissanti. Samain o Samuin è il nome gaelico di un mese che corrisponde più o meno a novembre: la festa è citata ma non descritta per la prima volta in un testo irlandese detto prosaicamente “La mucca grigia” del 1100. Altro che preistoria! Ognissanti è una festa cristiana, portata negli Stati Uniti dagli irlandesi e dagli scozzesi. Si ricordavano nella notte di Halloween i martiri, in una celebrazione che anticipava la festa del 2 novembre, quando ogni famiglia ricordava i propri defunti. Il cristianesimo ha rivoluzionato il rapporto coi defunti: mentre i pagani seppellivano i morti lontano dalla città, in quanto ne avevano timore e li sentivano contaminanti, i primi cristiani hanno venerato i corpi dei santi , costruendo su di essi gli altari e poi le chiese e i villaggi. Il ricordo dei defunti è stato posto dai Padri della Chiesa nel periodo autunnale, quando anche la natura sembra appesantita da un sonno mortale e i giorni si accorciano fino al solstizio d’inverno. Le tradizioni popolari collegano al periodo autunnale riti propiziatori. E certo che in ambito celtico e gallico si celebravano i defunti e si consacrava un giorno alla loro rievocazione, anche se non esistono testimonianze storiche scritte. I riti riguardavano la natura, il cosmo e la comunità dei vivi e dei morti. I bambini indossavano maschere rappresentando, nel grande dramma cosmico e sociale, la continuità della vita. Ecco il perché delle maschere spettrali: i bambini impersonano per un giorno i “poveri, pallidi morti” come dice una ballata irlandese: in nome dei defunti chiedono i dolcetti che nell’Italia centro-meridionale si chiamano espressamente “ossa di morto” o “fave di morto”. Le zucche illuminate, utilizzate fin dalla remota romanità, simboleggiano sia la fecondità (per yia dei numerosi semi, che alludono alla rinascita) sia la luce che guiderà i morti nel loro ritorno nel regno dell’Ade. In Sicilia è viva la tradizione secondo cui sono i defunti a portare regali ai bambini. Durante la “fiera dei mortù”, tra riti e celebrazioni, si vendono i dolci che i bambini troveranno ai piedi del letto il 3 novembre. Perché allora oggi si celebra Halloween in discoteche fracassone, si evocano streghe e demoni, vampiri e spettri? Si tratta di un vero e proprio processo di “desacralizzazione” che l’ambiente consumistico e materialista americano sta imponendo da vari anni . Va ricordato che il neo-protestantesimo americano nega il culto dei santi, lo combatte e lo demonizza. Nell’Ottocento, dimenticato il rapporto coi santi, obliato il ruolo delle maschere legate alla rievocazione dei defunti, resta un pasticcio neo-stregonesco, un’evocazione ambigua di forze maligne, una moda horror, sulla spinta del romanticismo deteriore. A tutto questo da almeno 10 anni si è sovrapposto il revival della magia paganeggiante, della stregoneria New Age, dell’occultismo e del satanismo. E quindi accaduto che una festa cristiana sia diventata pagana e non viceversa. Non a caso i fondatori della neo-stregonena inglese ed americana hanno “scippato” alla cristianità la festa di Ognissanti per fame una ricorrenza dei Sabbah. Si tratta di un’invenzione bella e buona, dato che in nessun testo di magia storicamente corretto risultano rituali magici eseguiti il 10 novembre. Secondo le tradizioni di moltissimi popoli primitivi, i morti vanno pacificati e mai evocati inutilmente. Ma alcune zelanti maestrine e capi-condominio fanno a gara a evocare streghe e spettri.
Adesso anche la Sisal ha inventato una lotteria legata ad Halloween. Per non parlare delle discoteche che lucrano su diavoli, streghe, fantasmi. Non a caso i satanisti celebrano i loro riti ad Halloween. La festa così concepita si configura inconsapevolmente come un sortilegio laico, una sorta di rituale di necromanzia mercantile molto kitsch. È un folklore da fast food, condito con salse piccanti e dolciastre e corredato da un mostriciattolo di plastica. È giusto chiederci: che ne sarà della salute mentale e digestiva dei nostri bambini? Non sarebbe meglio mangiare i dolci caserecci di mandorle e recitare “I Sepolcri” di Ugo Foscolo, monumento perenne alle glorie italiche?