Avvenire, 26-10-02
di Fabrizio Polacco
Vorrebbero già introdurne una seconda, ma i docenti coi piedi per terra sanno bene che la prima lingua straniera è proprio l’italiano: e non per i sempre più numerosi alunni extracomunitari, ma per i figli nostrani delle playstation e del web. Chi non frequenta abitualmente le aule si domanderà stupito: “Ma se gli alunni non studiano più grammatica e sintassi, nelle ore di italiano che cosa fanno?”. Ottimo argomento per un’inchiesta. Ne parliamo dopo aver letto ieri su “Libero” un articolo in cui si parla dell’idea dell’attuale ministero di ridare più spazio allo studio della grammatica, della sintassi e dell’analisi logica nelle scuole italiane, a partire dalle elementari.
Anche la geografia, del resto, non è più da tempo lo studio fisico e politico del pianeta. E la storia, poveretta, ha ormai ben poco a che fare con il passato. Restano molte chiacchiere, un pizzico di “politicamente corretto”, tanti test cosiddetti obiettivi (del tipo: “la causa dell’affermazione del cristianesimo è la 1, la 20 la 3?”) e una moderata agitazione per i grandi problemi dell’umanità. Non credevo ai miei occhi, giorni fa, quando trai programmi della sperimentazione alle elementari ho scorto qualche chiaro accenno alle “coniugazioni verbali”. Che si voglia tornare a fare sul serio? A questo proposito vorrei ricordare che non occorre attendere i tempi lunghi della riforma o le meritorie iniziative dei parlamentari per salvare il salvabile: se qualche suo predecessore ha usato il decreto per tagliare le gambe alla cultura, non ci si indignerebbe poi tanto se uno o più decreti intervenissero a rianimarla. Soprattutto il congiuntivo mi è caro: contrariamente all’indicativo, è il modo verbale della possibilità, dell’eventualità, dell’irrealtà, del desiderio. lnsomma il modo della libertà. Si spieghi agli alunni che la principale “realtà virtuale” creata dall’uomo è stata e resta il linguaggio verbale articolato, grazie al quale si costruiscono e progettano i mondi.
Si faccia loro capire che la madre di ogni tecnologia sono pur sempre le frasi corrette; e che, se le studieranno, surclasseremo gli americani...