Il Sole 24 Ore 16 settembre 2001

 Ratzinger: «La fede riparte dagli Usa

di Giovanni Santambrogio

 Nei giorni dell’assalto all’America è uscito l’ultimo libro del cardinale Joseph Ratzinger, teologo acuto e cardinale temuto per i poteri che esercita e per. il ruolo svolto a, lungo di prefetto del Sant’Uffizio. «Con lui si può dissentire - è stato detto - ma non si può non riconoscergli intelligenza e coraggio». Come la scelta controcorrente, maturata durante il Concilio Vaticano II, di abbandonare le fila dei progressisti, dove rivestiva un ruolo di leader, per passare con i difensori della gerarchia. Il suo pensiero è sempre originale rispetto alle idee circolanti all’interno della Chiesa.

Nel volume-intervista Dio e il mondo troviamo giudizi che potrebbero rivelarsi “profezie” simili a quella pronunciata in tempi lontani e molto contestata: «La chiesa si ridurrà di dimensioni, bisognerà ricominciare da capo». Eccoci a constatarne la caduta di proselitismo, la marginalizzazione, il pensiero debole assediato da new age e islam. Ma da dove partirà il nuovo spirito cattolico capace di reggere. i cambiamenti, le provocazioni e le sfide del mondo contemporaneo? Dall’America,. risponde Ratzinger. Sì. dove la Chiesa è maggiormente minoritaria, nel Paese che ha mostrato freddezza e ha contestato le visite del Papa, da là arriva la nuova «capacità di dirsi in questo mondo tanto mutato».

Il cardinale non ha dubbi: «Il cattolicesimo americano è oggi diventato una forza decisiva nel quadro della Chiesa mondiale» perché è molto dinamico, capace di ricollocare il fattore religioso al centro della sua vita riacquistando «il coraggio di consacrare l’intera esistenza alla fede e traendo da essa il coraggio e la forza di porsi al servizio degli altri. È una Chiesa che con il suo grande sistema educativo e sanitario, ha una responsabilità sociale molto grossa». Gli Usa diventano il terreno di prova delle nuove frontiere della bioetica, del multiculturalismo, del rapporto tra la dottrina sociale e il capitalismo più avanzato. Non a caso molte idee economiche arrivano da figure come Michael Noyack autore dell’Etica cattolica e lo spirito del capitalismo (Edizioni di Comunità) e dell’impresa come vocazione (Rubbettino).

Esiste, e Ratzinger lo sottolinea, un’ “American way of .life” dove la vita è «alimentata da valori, cattolici e non solo imbevuta di cultura americana». Il seguo distintivo risiederebbe in una forte responsabilità a farsi carico dei principi cattolici nella loro interezza. Certo, l’Europa non ha perduto le sue carte — in Germania, ad esempio, resistono spiccate potenzialità teologiche — ma viaggia con una marcia in meno.

Il libro rivela possibili cambiamenti nell’organizzazione gerarchica. In particolare Ratzinger non esclude un decentramento delle funzioni del Papa. affidabili a “Forum sovraregionali. Se queste affermazioni possono diventare notizie ghiotte per speculazioni, il libro si presenta come un rasserenante ma fermo rapporto sulla fede” dove autorevolmente vengono proposti i principi del cristianesimo e formulata una pedagogia per entrare nel cuore di Dio superando le titubanze, le paure del mistero, le apprensioni personali e comunitarie. Un libro catechetico che fa percepire Dio come presenza fisica nel quotidiano, come compagnia anche quando tutto sembrerebbe precipitare. «La lingua di Dio è sommessa — dice Ratzinger. Ma i segnali che ci lancia sono multiformi». Molte le annotazioni personali rilasciate all’intervistatore Peter Seewald, che confermano la trasparenza e la delicatezza di un uomo sempre dipinto come impenetrabile e asterro”. La realtà è diversa come si può leggere nell’autobiografia La mia vita (San, Paolo, 1997).

 

Joseph Ratzinger, «Dio e il mondo», in colloquio con Peter Seewald, Edizioni San Paolo, Ciniselio Balsa­mo 2001, pagg. 426, L. 42.000.