Rassegnina giovani

Commento a “A destra s’avanza uno strano cristiano”, la Repubblica di Ezio Mauro, 16-11-2002

Dopo due trasmissioni, due, di Socci, le quali a loro volta vengono dopo un diluvio “santoriano”,”sostanziano”, “bigiano”,etc…, il direttore di Repubblica Ezio Mauro, si allarma. L’ampia attenzione prestata alla Madonna di Medjugorje, al Papa, alla Sindone, insieme a qualche frase degli intervistati, lo inducono a richiamare enfaticamente: non abbiate paura. Secondo Mauro, all’orizzonte un nuovo pericolo:un cattolico originario e primitivo, che ci crede e ci crede a tal punto da usare “integralmente” di tutto – politica,economia e soprattutto Rai (che per i salotti è più tutto di tutto) – al fine di esprimere quello che pensa. Il direttore de la Repubblica accusa il colpo di questa realtà che ammira ,tanto che scrive: “Ritengono di aver incontrato Dio. Ma non tramite l’adesione ad una dottrina o ad una filosofia religiosa, bensì attraverso quell’ “avvenimento” che è la concreta, fisica nascita del cristianesimo duemila anni fa”. Però un istante dopo cade nella logica chiusa degli schieramenti: quella realtà è  giudicata ora irrimediabilmente tradizionalista e di destra,quindi potenzialmente eversiva,perché non riconosce quel moderno “tutto” che è lo Stato. Di più: copre Berlusconi che è notoriamente un incolto, ma se ne frega: dentro la Chiesa fa quello che gli pare, alla faccia di quel cattolicesimo, democratico e progressista, con cui era così bello dialogare. Anche perché con quei cattolici, in fondo la sinistra parlava con se stessa. Lo osserva Giuliano Ferrara su Il Foglio ( L’avanzata di uno strano cristiano che fa paura ad Ezio Mauro, Il Foglio 18 nov.): ”Mauro,che è intelligente e svelto in ogni sua mossa, li ha capiti e ne ha timore, per questo invita l’esercito a non averne paura…cerca di bloccare l’avanzata dello strano cristiano”. Ma consultandoci con i compagni di filosofia, abbiamo compreso: è la logica di Hegel. Il mondo, la vita civile – almeno nell’Occidente – sono costituiti dal tutto che è lo Stato e, all’interno di questo, dalla dialettica tra destra e sinistra. Non esiste altro. In queste condizioni, l’unico problema, che si sente acutissimo nell’articolo di Mauro, è il potere e il modo per accaparrarselo. Questione,questa,che nonostante la retorica degli ideali, attanaglia la sinistra nostrana, così inconcludente, antiquata e divisa. Noi, come riconosce involontariamente lo stesso Mauro non siamo così: non siamo così interessati al numero;non siamo schiavi del potere, anche se ne comprendiamo l’utilità; siamo invece amanti della vita, della verità che può dare la felicità all’uomo. Questa è la nostra stranezza: “siamo cresciuti nella Repubblica” (come riconosce Mauro), rispettando scrupolosamente lo Stato (anche se non è tutto come riconoscono i riformisti di sinistra), costruendo ovunque possibile (opere,cultura e politica), resistendo a un continuo tentativo di ostracismo intellettuale (non riuscito), secondo il quale l’altro è irrimediabilmente il nemico cui contrapporsi, Hegelianamente.