Il Foglio 18-11-02

L’avanzata dello strano cristiano che fa paura a Ezio Mauro

Volevo dedicare alla differenza antropologica destra-sinistra questo corsivetto che esce di lunedì, quando i barbieri fanno festa. Volevo spiegare che la sinistra scalpitante è ormai così saccente, così maleducata, così atrocemente speziata del suo proprio isterismo da rovesciare il canone che la voleva seducente e desiderabile: insomma volevo fare l’elenco di quelli di sinistra ai quali ho in animo di imporre di togliermi il saluto, perché non ho la pazienza della Santanchè e con certi pendagli da moralismo non ho più voglia di condividere nemmeno due uova fritte. Poi ho letto il fondo di Ezio Mauro su Repubblica di sabato, e ho cambiato idea.

Facciamoci due uova in camicia con il direttore del giornale che coccola e vezzeggia questa insalata di cretinate snobistiche a cui si è ridotta la grande tradizione laica, antifascista e repubblicana d’antan, ma che è riuscito a non istupidirsi malgrado anni di direzione di giornale (a noi certi miracoli non riescono). Nel suo articolo parla dello “strano cristiano che s’avanza” come una volta s’avanzava lo strano soldato detto “guardia rossa”, quello senza pennacchi e galloni dorati, le man callose ed il volto abbronzato, insomma “il più glorioso di tutti i guerrieri”. Mauro ritrae Antonio Socci con la sua Madonna, il suo papismo, la sua Sindone; oppure Pietrangelo Buttafuoco, eroe della scrittura civile che tutto risolve in grottesca allegoria del moderno; oppure Camillo Langone, sommo puttaniere del Papa-re in un mondo di puttanieri senza Papa e senza re. Ma non li cita, gli strani soldati cristiani. Trova più comodo parlare del per niente strano Roberto Formigoni, che è un capace politico democristiano, niente di meno niente di più; e di Gianni Baget Bozzo, che è un venerabile prete e molto stravagante e anche geniale e anche un poco eretico di scuola siriana antipapista, un fondamentalista della politica miscredente di volta in volta impegnato nel socialismo terzomondista (quando scriveva su Repubblica) o nelle crociate antislamiche e antiresistenziali. Comodo, ma sbagliato.

Gli “altri” di cui Mauro esorta il suo gregge a “non avere paura”, citando con raffinatezza le parole del Papa, sono quei primi tre, non gli ultimi due. La loro caratteristica “altra” è che conoscono le biblioteche ,ma non il chiacchiericcio delle case editrici. Accettano la politica, se li cerca perché ha sete, ma si dissetano con altre bevande. Sono moralisti dell’eleganza o della passione pessimista, non cinciallegre della illegalità. Sono altri non perché esclusi, ma perché appartati o militanti a dispetto, brava gente da marciapiede. Non sono una spremuta di rancori da palcoscenico,come Biechissima, bensì un distillato di cattiverie intellettuali e di ironie strapaesane. Sono il nuovo, ma eterno partito della seduzione intellettuale. Sono quelli che stanno facendo capire, ma così, giusto per dovere di certificazione anagrafica, quanto sono brutti i filosofi bellàtre dell’establishment da recita scolastica. Mostrano a dito quanta follia e rumore ci siano tra cielo e terra che la composta orda del potere laico e civile non in grado di intercettare. Mauro, che è intelligente e svelto in ogni sua mossa, li ha capiti e ne ha timore, per questo invita l’esercito a non averne paura. E li rispetta, comportamento da persona seria e sicura di sé, anche se tenta un po’ di contaminarli. Ci prova con una sola frasetta interpolabile dal suo articolo, ma è quella che conta: dice il direttore che questi strani soldati cristiani che avanzano con i loro tradizionalismi estetizzanti o con i loro credo letterali o simbolici, ma. peccano perché lo fanno accanto all’indifferentismo etico di Berlusconi, l’uomo nero degli affari e dei soldi. Mauro li vorrebbe c6n sé, da buon cattolico comunista che da sempre lavora per gli annessionismi dell’ideologia sabauda, e sa di non poterli avere perché “non la bevono”. Dunque con quella frasetta, il dìrettore stanco di dover pubblicare le solite menate del moderno e del semiologico, invece di tranquille o fervorose provocazioni del cristianesimo gestuale, cerca di bloccare l’avanzata dello stimo cristiano. Potrebbe anche riuscirci, un domani. A  patto di dimostrare che la sua armata laica e di sinistra spara la sua ideologia quotidiana in un clima di responsabilizzazione etica,di coinvolgimento morale privo di relativismo lontana nel suo perbenismo dal cattivo mondo degli affari e della politica. Vaste programme.