Italia Oggi
5 ottobre 2001
di
Ornello
Vitali
ordinario di statistica economica alla Sapienza
Si pensi al
recepimento della direttiva Ue in materia di contratto di lavoro a tempo
determinato, al piano di emersione dell’economia sommersa, alle misure per la
detassazione degli utili reinvestiti in beni strumentali, alla legge obiettivo
per il rilancio delle infrastrutture e per la modernizzazione del sistema
industriale, alle misure per la new economy, per la semplificazione fiscale,
per la liberalizzazione delle ristrutturazioni immobiliari, alle disposizioni
per la delega al governo in materia di riforma del diritto societario.
Le vicende
parlamentari dell’ultima settimana hanno tuttavia fatto emergere alcune
criticità all’interno della maggioranza su cui è utile riflettere. Lo scorso
giovedì il governo è stato battuto due volte alla camera sul testo che introduce
norme più rigide per le rogatorie internazionali a seguito del trattato
italo-svizzero in materia giudiziaria. L’occasione è stata la votazione a
scrutinio segreto su emendamenti presentati dal centro-sinistra.
Non che
l’accaduto abbia cambiato di molto la sostanza della legge. che ha proseguito
con successo il suo iter d’approvazione, anche al Senato. Né l’incidente ha
determinato un rallentamento della legge delega di riforma del diritto
societario, a cui in qualche modo è collegata. Anzi, l’incidente è stato uno
sprone all’irrobustimento del centro-destra, che ha già varato la legge delega.
La riforma modifica il reato di falso in bilancia, riducendo la pena se soci e creditori non ricevono danni e distinguendo fra società quotate in borsa e non. Vengono inoltre eliminati i benefici fiscali per quelle cooperative che di fatto si sono trasformate in grandi imprese con fini di lucro.
Tali
sacrosanti provvedimenti, anche se avvantaggiano in parte il premier (che è
anche un imprenditore), sono in linea con la legislazione di molti altri paesi
occidentali e faranno cessare l’uso improprio fatto dalla magistratura in
questi anni del falso in bilancia, quale strumento per punire un reato di cui
non si hanno le prove”, come ha argutamente notato Franco Debenedetti, secondo
il quale «il favore reso a Berlusconi... non può sovrastare la soddisfazione
dei legittimi interessi degli operatori economici, che da anni attendevano
leggi che li proteggessero da arbitrarietà e incertezze».
Detto questo però non si possono nascondere
vari malumori all’interno della
maggioranza, emersi, a detta di alcuni, per una certa mancanza di collegialità
e condivisione delle decisioni fra compagine governativa e compagine
parlamentare. Non va peraltro trascurato neanche il disagio di viceministri e
sottosegretari che non hanno ancora ricevuto le deleghe.
Certo è che la
maggioranza deve ritrovare presto una maggiore compattezza, dando adeguato
spazio a quella che Follini ha giustamente definito “l’ossatura della Casa
delle libertà”: parlamentari, amministratori locali, dirigenti di partito. Ma
anche esponenti della società civile, intellettuali, scienziati e studiosi.
Questi ultimi,
nonostante l’ideologia catto-comunista dominante per decenni, hanno elaborato
idee vincenti e sostenuto con coraggio le posizioni culturali e sociali del
centro-destra, contribuendo all’esito delle elezioni del 13 maggio.
Certo il
governo è in carica da troppo poco tempo e deve fare i conti con una classe
dirigente di orientamento opposto, sistemata nei gangli vitali del potere dai
precedenti governi di centro-sinistra in maniera scientifica. Tuttavia è necessario
partire da subito con l’applicazione della nuova normativa sullo spoil system.
In altre parole il centro-destra non deve cadere nell’errore commesso dalla
Democrazia cristiana, che deteneva il potere politico lasciando di fatto
l’egemonia culturale e sociale al Partito comunista.
La solida
maggioranza parlamentare conquistata infatti è una condizione importante ma non
esclusiva per governare l’Italia. Per questo il centro-destra deve cominciare a
collocare i propri uomini nei gangli vitali del paese.
Coloro che
hanno contribuito, in maniera anche defunta ma sostanziale, alla vittoria della
Casa delle libertà vogliono che alla leadership politica si accompagni una leadership
culturale e sociale. Solo così la vittoria potrà essere duratura nel tempo. Le
condizioni per riuscire ci sono tutte. (riproduzione riservata)