Italia Oggi 5 ottobre 2001

Il centro-destra conquisti anche la leadership culturale

di Ornello Vitali

ordinario di statistica economica alla Sapienza

 Il bilancio dei primi 100 giorni dell’esecutivo Berlusconi è di gran lunga positivo, pur in un quadro internazionale altamente critico. Spicca in particolar modo l’efficienza dell’azione di governo, che ha affrontato in così breve tempo alcune questioni chiave della società italiana (dopo anni di rinvii) con l’obiettivo dichiarato di costruire un sistema più liberale e di avvicinare l’Italia agli altri paesi sviluppati. Il riferimento è alla Finanziaria 2002, appena varata, ma soprattutto alla cosiddetta legge dei 100 giorni, attraverso cui il governo punta a sbloccare fattori determinanti per la crescita dell’economia: lavoro, capitali, infrastrutture, tecnologia.

Si pensi al recepimento della direttiva Ue in materia di contratto di lavoro a tempo determinato, al piano di emersione dell’economia sommersa, alle misure per la detassazione degli utili reinvestiti in beni strumentali, alla legge obiettivo per il rilancio delle infrastrutture e per la modernizzazione del sistema industriale, alle misure per la new economy, per la semplificazione fiscale, per la liberalizzazione delle ristrutturazioni immobiliari, alle disposizioni per la delega al governo in materia di riforma del diritto societario.

Le vicende parlamentari dell’ultima settimana hanno tuttavia fatto emergere alcune criticità all’interno della maggioranza su cui è utile riflettere. Lo scorso giovedì il governo è stato battuto due volte alla camera sul testo che introduce norme più rigide per le rogatorie internazionali a seguito del trattato italo-svizzero in materia giudiziaria. L’occasione è stata la votazione a scrutinio segreto su emendamenti presentati dal centro-sinistra.

Non che l’accaduto abbia cambiato di molto la sostanza della legge. che ha proseguito con successo il suo iter d’approvazione, anche al Senato. Né l’incidente ha determinato un rallentamento della legge delega di riforma del diritto societario, a cui in qualche modo è collegata. Anzi, l’incidente è stato uno sprone all’irrobustimento del centro-destra, che ha già varato la legge delega.

La riforma modifica il reato di falso in bilancia, riducendo la pena se soci e creditori non ricevono danni e distinguendo fra società quotate in borsa e non. Vengono inoltre eliminati i benefici fiscali per quelle cooperative che di fatto si sono trasformate in grandi imprese con fini di lucro.

Tali sacrosanti provvedimenti, anche se avvantaggiano in parte il premier (che è anche un imprenditore), sono in linea con la legislazione di molti altri paesi occidentali e faranno cessare l’uso improprio fatto dalla magistratura in questi anni del falso in bilancia, quale strumento per punire un reato di cui non si hanno le prove”, come ha argutamente notato Franco Debenedetti, secondo il quale «il favore reso a Berlusconi... non può sovrastare la soddisfazione dei legittimi interessi degli operatori economici, che da anni attendevano leggi che li proteggessero da arbitrarietà e incertezze».

 

Detto questo però non si possono nascondere vari malumori all’interno della maggioranza, emersi, a detta di alcuni, per una certa mancanza di collegialità e condivisione delle decisioni fra compagine governativa e compagine parlamentare. Non va peraltro trascurato neanche il disagio di viceministri e sottosegretari che non hanno ancora ricevuto le deleghe.

Certo è che la maggioranza deve ritrovare presto una maggiore compattezza, dando adeguato spazio a quella che Follini ha giustamente definito “l’ossatura della Casa delle libertà”: parlamentari, amministratori locali, dirigenti di partito. Ma anche esponenti della società civile, intellettuali, scienziati e studiosi.

Questi ultimi, nonostante l’ideologia catto-comunista dominante per decenni, hanno elaborato idee vincenti e sostenuto con coraggio le posizioni culturali e sociali del centro-destra, contribuendo all’esito delle elezioni del 13 maggio.

Certo il governo è in carica da troppo poco tempo e deve fare i conti con una classe dirigente di orientamento opposto, sistemata nei gangli vitali del potere dai precedenti governi di centro-sinistra in maniera scientifica. Tuttavia è necessario partire da subito con l’applicazione della nuova normativa sullo spoil system. In altre parole il centro-destra non deve cadere nell’errore commesso dalla Democrazia cristiana, che deteneva il potere politico lasciando di fatto l’egemonia culturale e sociale al Partito comunista.

La solida maggioranza parlamentare conquistata infatti è una condizione importante ma non esclusiva per governare l’Italia. Per questo il centro-destra deve cominciare a collocare i propri uomini nei gangli vitali del paese.

Coloro che hanno contribuito, in maniera anche defunta ma sostanziale, alla vittoria della Casa delle libertà vogliono che alla leadership politica si accompagni una leadership culturale e sociale. Solo così la vittoria potrà essere duratura nel tempo. Le condizioni per riuscire ci sono tutte. (riproduzione riservata)