Avvenire, 28-03-02
Ritorna il sette in condotta nelle scuole. Vi
è chi ha gridato alla restaurazione di una educazione “autoritaria e
repressiva”. Ma tutti noi sappiamo in quale pessimo stato sia la disciplina
nelle aule. Molti professori si trovano addirittura in difficoltà perché i genitori
degli alunni contestano i provvedimenti disciplinari. Purtroppo una parte
della nuova generazione è stata poco educata in quelle famiglie dove un malinteso
culto per la libertà e l’antiautoritarismo, tipico delle generazioni sessantottine,
ha provocato danni psicologici nei figli che richiederanno anni per essere
corretti. D’altronde l’indisciplina, la mancanza di senso civico, il disprezzo
per i beni della collettività sono ormai così diffusi anche fra gli adulti che
è nato un detto molto preoccupante: “ I divieti sono solo inviti: ognuno si
regoli come preferisce, secondo il suo interesse”. Per questi motivi il
ministro della Pubblica Istruzione ha dichiarato che “ l’educazione civica
comincia dal rispetto nei confronti dei propri compagni, dei docenti e dei
luoghi nel quali si staudia’. È un’osservazione ovvia, da Bouvard e Pécuchet,
ma la situazione è così preoccupante che la decisione pare persino originale,
innovativa.
Tuttavia la reintroduzione
del sette in condotta con le consegue che ne derivano non sarebbe sufficiente
se la scuola stessa non si impegnasse a rimuovere a poco a poco questa maleducazione
che ha le sue radi ci, come dicevamo, in molte
Educazione,
prevenzione e una dose sopportabile di repressione al tempo stesso; un metodo
che ha sempre dato buoni risultati là dove non ci s’illude sulla natura umana
e si sa che tutti noi siamo attraversati da pulsioni negative, talvolta
persino distruttive, e da contrastare fin dalla prima adolescenza spiegando
nello stesso tempo ai ragazzi che la espansione incontrollata del proprio io
non può non provocare un intreccio di strumentalizzazioni reciproche, di sopraffazioni
dei
Fui sconcertato da quella criptica
definizione; finché un giorno, durante la ricreazione, volli riprendere il
discorso. “Vedi,” mi rispose “per diventare una persona beneducata è
necessario un primo fondamentale passo: controllare le proprie pulsioni;
sicché un’aurea regola comanda che tutti i gesti e i comportamenti che
turbino l’armonia interiore vengano banditi e insegna anche massime come ad
esempi “Avere troppa coscienza di se stessi o considerarsi al centro del mondo
è sgradevole”