Avvenire, 28 giugno 2002

 

SENTENZA STORICA. Respinto il ricorso di alcuni insegnanti dell’Ohio, che ritenevano minacciata la laicità dell’istruzione con la scelta dei licei cattolici. Via libera anche ai test anti-droga nelle classi

 

Usa, la Corte Suprema dice sì ai buoni scuola

 

Da New York Elena Molinari

 

Con un pronunciamento che promette di cambiare il volto dell’istruzione americana, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato ieri pienamente legittimi i buoni scuola statali perle famiglie povere. La sentenza, arrivata poche ore prima che la code si sciogliesse per la consueta pausa estiva, stabilisce una volta per tutte che usare denaro pubblico per permettere agli studenti economicamente svantaggiati di frequentare scuole private non viola la Costituzione. I 5 giudici che hanno votato a favore dei buoni — contro i 4 dissenzienti — hanno definito l’uso dei vouchers un esercizio di «libera scelta» da parte dei genitori. Con una sentenza separata, i giudici hanno anche dato il loro sigillo d’approvazione ai test antidroga nelle scuole superiori pubbliche. Il caso sui buoni scuola esaminato dalla Corte, che d’ora in poi servirà da precedente in tutto il Paese, viene da Cleveland, in Ohio, dove il governo da 6 anni offre alle famiglie di basso reddito che desiderano trasferire i loro figli a un’istituzione privata un contributo per pagare la retta scolastica. Il fatto che oltre il 90 per cento dei bambini destinatari dei buoni di Cleveland frequentino scuole cattoliche aveva però sollevato le perplessità dì alcuni insegnanti delle scuole pubbliche. La loro convinzione, espressa in una querela contro il Dipartimento all’istruzione dell’Ohio, è che il programma valica il muro che separa Stato e Chiesa, finanziando con denaro pubblico istituzioni religiose. Una corte d’appello aveva dato loro ragione. La maggioranza dei giudici supremi invece non la pensa così: secondo loro, il fatto che i genitori di Cleveland scelgano scuole cattoliche per i loro figli non toglie infila alla validità del programma che, di per sé, «è neutrale rispetto a qualsiasi religione o credo». Il denaro, infatti, va alle famiglie e non direttamente alle scuote. La sconfitta in sede legale non ha però scoraggiato alcuni insegnanti dell’Ohio, che vogliono ora intraprendere una campagna nazionale contro i buoni scuola, a loro dire una soluzione costosa che sottrae risorse ed energie agli sforzi per migliorare le scuole pubbliche del Paese. La decisione della Corte rappresenta invece una vittoria per Bush, che già in campagna elettorale aveva sostenuto la validità dei vouchers. Il presidente di recente ha proposto di inserire nel bilancio federale per il 2003 un fondo che garantisca alle famiglie americane fino a 2500 dollari in esenzioni fiscali per ogni figlio che decidono di mandare in una scuola privata, a patto che la scuola pubblica che frequenta sia «scadente», Il segretario all’Istruzione, Rod Paige, ha sottoscritto l’idea, assicurando però di voler continuare a battersi per migliorare la qualità dell’istruzione pubblica.