Vita Nova – Toscana Oggi 16 giugno 2002
L’opinione del professor Marco Tangheroni
di Tommaso Strambi
Dopo l’attacco dell'11 settembre alle Twin Towers di New York, si è acceso il dibattito intontorno al conflitto tra Occidente e Oriente. Dibattito che ha avuto quale protagonista principale la giornalista e scrittrice Oriana Fallacci e il suo «La rabbia e l’orgoglio». Uno sfogo ed un atto d’accusa che molto ha fatto discutere e molto continua a far discutere. Ma che certamente, al di là della validità delle tesi in esso contenute, ha avuto il merito di suscitare in molti - studiosi e intellettuali, insegnanti e studenti, professionisti e non, credenti e non credenti - il desiderio di confrontarsi e interrogarsi. E, proprio per questo motivo, a distanza di qualche mese dall’intervento di Oriana Fallaci il consiglio di circoscrizione del litorale ha promosso, al Cinema Teatro «Don Bosco» di Marina di Pisa, un incontro sul terna «Le radici storiche dell’Occidente», a cui è intervenuto il professor Marco Tangheroni, ordinario di storia medievale all’università di Pisa. «Questa sollecitazione a riflettere sull’occidente mi è parsa - ha esordito il professor Tangheroni -particolarmente interessante. Pensiamo al periodo precedente la caduta del muro di Berlino (1989): in che senso, allora, parlavamo di Occidente? Lo usavamo in contrapposizione all’Occidente. ma quella contrapposizione - fisicamente rappresentata da un muro - era non tanto geografica quanto politica. Volete un altro esempio? L’Australia e Cuba... una era considerata occidentale, l’altra, forse, orientale... Dunque, innanzitutto, consideravamo l’occidente in contrapposizione all’oriente in termini politici. Evidentemente la caduta del muro di Berlino, come evento - simbolo di implosione dell’impero sovietico ha fatto venire meno questa contrapposizione.
Che il termine Occidente viva in qualche modo di contrapposizioni è evidente: anche nel suo significato letterale si contrappone all’Oriente (l’Oriente è il luogo dove nasce il sole e l’Occidente il luogo nel quale declina, scompare)».
Il professor Tangheroni ha fatto un rapido excursus nel passato. andando a ricercare le radici storiche dell’Occidente, e contestualmente anche dell’Oriente. «L’Oriente è il luogo verso cui, nel Medioevo, si orientavano i cristiani - ha commentato il professor Marco Tangheroni prendendo ad esempio come, allora, venivano progettate le chiese -. Ma anche l’Occidente, nel Medioevo, trova alcuni richiami. Intanto, i grandi pellegrinaggi medievali avevano tre poli di attrazione e uno di questi era ovviamente Roma, il centro della Cristianità dove c’erano le tombe di San Pietro e San Paolo - gli altri due Gerusalemme (a Oriente) e Santiago, il più misterioso da spiegare. Oltre c’era Capo Finis Terrae».
Tangheroni ha richiamato saggi storico-filosofici del pensatore cattolico Augusto Del Noce, ma anche di altri studiosi come Plinio Correa de Oliveira, Franco Cardini. Marcuse e Gomes Davila.
Un lungo ragionamento in cui il docente ha messo in evidenza come tutta la storia dell’Occidente affondi le radici nel Medioevo. «anche se oggi - ha spiegato - nel momento in cui a trionfare è il “pensiero debole”», si cerca di rimuovere l’importanza che tale periodo ha avuto per la nostra storia. «Esempio più significativo di questo percorso di oblio - ha aggiunto Tangheroni - è l’Istituto Universitario Europeo di Fiesole, dove si forma la futura classe dirigente d’Europa. Ebbene, in tale Istituto lo studio della storia comincia dal Cinquecento, perché si afferma, in maniera esplicita, l’Europa dell’Unione Europea è l’Europa nata nel Cinquecento».
Ma allora che cos’è questo Occidente?
«E’ una civiltà, una cultura - ha concluso il professor Tangheroni - che ha avuto e che ha una storia comune e che a partire da un certo momento ha seguito nelle idee e poi, anche, nelle realizzazioni storiche un certo itinerario di rinnegamento del proprio passato. Un mondo, comunque, a cui apparteniamo»