Il Ponte di Sacco, luglio-agosto 2002
di Andrea Gasperini
Venerdì 21 giugno, presso l’auditorium della Mostra del Mobilio, a Ponsacco (Pi), per iniziativa del locale Gruppo consiliare della Casa delle Libertà, si è svolto un affollato incontro sul tema: I fini dell’azione politica — temi e valori dell’uomo e della società occidentale".
Presenti, in prevalenza, dirigenti e consiglieri di enti locali delle formazioni politiche organizzatrici. Ha trattato l’argomento, Mauro Ronco, esponente di Alleanza cattolica, docente di Diritto penale all’Università di Padova e membro del Consiglio Superiore della Magistratura.
Egli è partito ricordando come i principi della Politica classica, quella cioè elaborata dal pensiero Filosofico occidentale (Platone anzitutto) e, poi, filtrata dalla tradizione cristiana, richiamino continuamente l’esistenza di valori perenni e di un Ordine delle cose stabilito da Chi le ha create che devono costituire il fondamento della vita sociale. Tutto questo è molto diverso dalle secche in cui la Politica è stata progressivamente confinata quando si sono via via persi questi riferimenti riducendola ad arte del consenso, a mera amministrazione: come se il bene comune dipendesse soltanto dalla scelta di un sistema elettorale o da un formale bilanciamento dei poteri tra i vari organi dello Stato, tra Stato centrale e regioni ecc, Da qui la necessità per chi fa politica anche soltanto a livello locale -come era il caso dei presenti all’incontro- di mirare incessantemente ai valori di fondo di essa.
Nella seconda parte della sua breve, ma intensa, relazione, il prof. Ronco ha quindi provato ad illustrare, con l’ausilio ancora una volta dei ‘classici’ e del pensiero sociale cattolico, i fini della Politica. Ha così ricordato innanzitutto, la necessità di una crescita ordinata dell’individuo della famiglia e della società nel rispetto del diritto naturale che costituisce il fondamento della vita sociale. Ha poi illustrato l’importanza dell’esercizio dì quelle virtù - oggi dimenticate - che hanno costruito nei secoli la civiltà occidentale e cristiana: la prudenza, per esempio, che non è mero pragmatismo ma capacità di scegliere e regolare l’azione; la fortezza, con la riscoperta dello spirito dì sacrificio e dei doveri che (a differenza di quanto ha creduto di insegnare il ‘68), vengono prima dei diritti; la temperanza, per ricreare una persona completa e non vittima di tutti gli edonismi e consumismi alla moda; la giustizia, infine.
Qui, non senza qualche punta polemica derivante dall’incarico istituzionale rivestito, Ronco ha, pur pacatamente, polemizzato con quei Giudici che sembrano non comprendere il loro ruolo cioè di chi ha il compito di rendere giustizia a chi la chiede ed assicurare la certezza senza arrogarsi compiti di riforma dello Stato.
Un così intenso richiamo ai Valori dì fondo della convivenza - oggettivamente inconsueto - non poteva non coinvolgere i numerosi presenti anche perché esso esplicitava lo stato d’animo di fondo, spesso inespresso, che ne determina l’appartenenza politica. Questo ha fatto sì che le parole del prof. Ronco finissero per costituire, più che spunti di dibattito, veri e propri motivi di riflessione.