Il Corriere del Sud, 01-15/07/02

 

Uno strumento utile per comprendete una realtà religiosa diffusa

I Testimoni di Geova oggi

Un attualissimo studio di Introvigne per la ElleDiCi

di Fabrizio Canosa

 

Un utilissimo strumento per conoscere e comprendere, così com’è al giorno d’oggi, una realtà religiosa diffusa — circa 400 mila aderenti in Italia secondo alcune stime—, fonte di interrogativi e problemi per le comunità cattoliche sia per quanto concerne la pratica dell’ecumenismo che della Nuova Evangelizzazione. “I Testimoni di Geova: già e non ancora” che Massimo Introvigne, direttore del CESNUR (www.cesnur.org) ha curato per la Elledici Leumann (Torino) 2002, (pagine 144, euro

9,00), è il risultato di una lunga ricerca e di anni di continua osservazione dei Testimoni di Geova, in uno studio dove non mancano le novità e le sorprese: la dottrina e la vita quotidiana non sempre sono presentate correttamente nelIe opere divulgative correnti, e Introvigne apporta utili correttivi. Soprattutto, una serie di modifiche dottrinali e organizzative degli anni 1990 - che hanno visto, tra l’altro, l’invito nel 1995 a non calcolare più date precise per la fine di questo mondo - rendono “datati” molti studi pubblicati negli anni precedenti. Introvigne mostra, inoltre, come la crescita internazionale dei TdG si situi al cuore del dibattito sugli scenari religiosi contemporanei - fra sostenitori e avversari delle teorie della secolarizzazione — e, come l’interpretazione di questa crescita si riveli decisiva per rispondere alla domanda su ruolo e futuro delle religioni nelle società occidentali del XXI secolo.

Per Introvigne che, ricordiamo, è uno dei maggiori specialisti a livello internazionale di religioni e nuove forme di religiosità “Lo scopo del libro (31° titolo delIa collana “Religioni e Movimenti”)  è quello di esaminare -prendendo spunto da un caso concreto i TdG - anche in Italia-, il dibattito fra modello della ‘rational choice’ e modello della secolarizzazione, in sociologia delle religioni. Il successo dei TdG - ma anche la diminuzione della crescita in Italia in anni recenti - conferma che il modello della “rational choice” è uno strumento di previsione più affidabile rispetto a quello della secolarizzazione. In effetti esso prevede che: - movimenti “stretti” dal punto di vista soprattutto morale, ma non “troppo” hanno maggiori possibilità di successo rispetto a movimenti lassisti o liberal nella società contemporanea; - iI monopolio legale, di diritto o di fatto, di una religione favorisce la crescita di movimenti “stretti” considerati marginali, di frangia o “settari”; - il pluralismo legale rende più difficile per i movimenti considerati marginali continuare a crescere. In effetti in Italia i TdG sono cresciuti, in modo spettacolare in situazione di (pratico) monopolio della religione cattolica e sono cresciuti meno quando si è affermato un sia pur relativo pluralismo: intese, 8 per 1000 anche ai non cattolici.

Clero e laicato cattolico hanno dunque di che meditare (e studiare) per adeguare alla realtà odierna una risposta pastorale ormai datata.