Il Giornale lunedì 16 luglio 2001
di Vittorio Sgarbi
Noi
abbiamo una grave responsabilità: conservare le memorie storiche, tramandare e
far crescere la civiltà. Talvolta passaggi epocali, traumi, cancellano una
parte della memoria, annullano la storia. Ma oggi dovremmo aver compreso che
ogni momento del passato ha una sua dignità e un suo spirito che non possiamo
disperdere. Non per questo cercheremo di impedire che la sensibilità del nostro
tempo si affermi. Noi siamo nani sulle spalle dei giganti, e talvolta ci
crediamo più grandi di quelli che ci hanno preceduto. È più difficile essere
umili che superbi. Sembra strano che debba io ricordarlo a uomini di chiesa
che, in nome di esigenze liturgiche, sembrano non sentire lo spirito della
storia e avanzano con prepotenza cancellando preziose memorie. L'arte è la
prova vivente dell'esistenza di Dio. E occorre molta delicatezza per non
disperdere l'anima e lo spirito dei luogo Dobbiamo sempre ricordare che le opere
restano e gli uomini muoiono. E che le testimonianze del nostro passaggio
parlano per noi. Non possiamo permetterci di sbagliare. Gli altari restano, i
vescovi muoiono.