Il Secolo d’Italia, 20-01-02
Prosegue la pubblicazione dei volumi curati dal Patrimonio Culturale Arabo Cristiano: la storia di Rawl al Qura
La storia di un discendente di Maometto che abbandonò
l’islamismo
di GIOVANNI CANTONI
Il lavoro procede. Con uno scopo ben
preciso. Quello di far sapere sempre più e a un sempre maggior numero di
persone che “arabo” e musulmano” non sono termini fungibili. Ma che, accanto
agli arabi musulmani. vi sono gli arabi cristiani, cioè gli arabi che non sono
passati all’islam o, addirittura, sono tornati al cristianesimo. Un modo di quest’opera d’informazione sta nel pubblicare, così rendendoli di pubblica
conoscenza, testi dal patrimonio culturale arabo cristiano. E appunto Patrimonio
Culturale Arabo Cristiano è il titolo di una collana diretta dal padre
gesuita egiziano Samir Khalil Samir, prima a Milano presso Jaca Book, poi a
Torino presso Zamorani, e curata dall' associazione Grippo di Ricerca Arabo
Cristiana. Animata dal religioso cattolico e costituita da arabisti che dal
1993 collaborano per lo studio e per la diffusione di tale patrimonio in
Italia e in Europa. Negli anni 1990 presso Jaca Book. sono stati editi un
testo del vescovo arabo Teodoro Abù Qurrah (755 ca. - 830 ca.). La difesa delle
icone, Trattato sulla venerazione delle immagini con introduzione e cura
di Paola Pizzo, nel 1995; lo studio di Mariam de Ghantuz Cubbe, I Maroniti
d'Aleppo nel XVII secolo attraverso i racconti del missionari
europei (dai documenti conservati negli archivi romani), nel 1996: la
narrazione dello storico d’Antiochia Yahyà Ibn Sa’id al-Antàki (980 ca -1066 ca), Cronache dell’Egitto fatimide e
dell’impero bizantino. 937-1033, con introduzione, note e indici a cura di
Bartolomeo Pirone, nel 1997; e l’opera polemica — probabilmente redatta
durante il regno del califfo ‘Abd AIIM aI-Marnùm (786-833) — dell’autore che
forse si nasconde sotto lo pseudonimo di ‘Abd al-MasTh al-Klndi. Apologia
del cristianesimo, con Introduzione, note e indici a cura dl Laura
Bottini, nel 1998. E nel 2001, primo titolo pubblicato presso Zamorani ha visto
la luce la Storia di Rawh al-Qurasi. Un discendente di Maometto che scelse
di divenire cristiano, (a cura di Emanuela Braida e Chiara Pelissetti
con prefazione di Fabrizio A. Pennacchietti, Silvio Zamorani Editore, Torino
2001, 15x23. pp. 152. £. 30.000, euro 15,49). “Nel colorito panorama dellagiografia orientale — scrive Pennacchietti—- soprattutto di quella In lingua
araba, la Passione di S. Antonio Neomartire ovvero dl S. Rawh al-Qurasi,
occupa un posto del tutto singolare, Primo, perché non si presenta come la
consueta leggenda edificante dall’intreccio fantastico, bensì come la cronaca
sobria ed essenziale, ma nello stesso tempo circostanziata e attendibile,
della conversione e del martirio di un personaggio della cui storicità non si
può dubitare. Secondo, per la rilevanza e I'eccezionalità del protagonista
della Passione, che è addirittura un quraisita, un rappresentante cioè della
nobile stirpe meccana a cui apparteneva lo stesso Muhammad, il profeta
dell’islam. Di S. Antonio Neomratire si tramanda infatti che fu un cugino del
califfo abbaside Harw aI-Rashid e che si convertì al cristianesimo nel 799.
Pronunciò i voti come monaco e affrontò eroicamente il martirio lo stesso
anno, venendo decapitato per ordine del suo illustre parente”.
Il volume offre dunque la prima
edizione Italiana della Passione di S. Antonio Neomartire, ricordato dalle Chiese
cattoliche in Oriente il 24 o il 28 dicembre nel libro liturgico — o sinassario
— del vescovo giacobita Rabban Sliba del secolo XV il 25 dicembre, data del
martirio, avvenuto appunto la notte di Natale dei 799 e proposto in questo
stesso libro liturgico come patrono dl tutti coloro che cadono nell’angoscia,
nella tristezza. Tradotta da due versioni in lingua araba, è accompagnata da
un’accurata ricostruzione della vicenda sotto il profilo storico geografico e
culturale, e da un’analisi critica del rapporti che intercorrono fra questo
testo e altri racconti agiografici del cristianesimo orientale.
In questo modo, sulla base
dell’accurato e prezioso lavoro filologico delle curatrici, si può fruire
della descrizione di una straordinaria avventura umana e spirituale:
il destino
del martirio di un apostata” dall’islam, cioè di chi osa lasciare la religione
di Maometto attratto dalla luce dl Cristo. E in una delle due redazioni —
mentre nell’altra è presente il passo parallelo — si legge: “Nel mezzo nella
notte gli apparve la Madonna, madre della luce, che, avvicinatosi alla sua
testa, lo svegliò; egli vide allora la più perfetta tra le donne, in piedi,
vestita dl porpora (…) lo prese per mano e gli disse: “Non essere triste,
perché io sono con te"”.