Il Corriere della Sera, 18-02-02
di Margherita De Bac
ROMA — “Pesanti o leggere sono sempre droghe, perché inducono la dipendenza. Il principio è lo stesso. Vanno vietate entrambe, non può esserne consentito il libero spaccio”, non fa distinzione Girolamo Sirchia. ministro della Salute, in linea Con il pensiero del Polo delle Libertà. Un no che arriva a due giorni dall’intesa sulla flessibilità del lavoro firmata da Berlusconi e Blair.
Quando si tratta di droghe leggere non vi trovate in sintonia col premier inglese?
“No, saremmo assolutamente contrari a una scelta che preveda l’apertura alla cannabis, come sembra suggerisca la commissione parlamentare incaricata da Downing Street di dare un parere. Assumere Questa sostanza diventa una dipendenza e la dipendenza è di per sé una malattia vera e propria. All’inizio è una malattia psichica, poi anche fisica”.
Dunque?
“Qualunque tipo di liberalizzazione e legalizzazione andrebbe contro il principio di dover salvaguardare la salute dell’individuo. Non c’è differenza tra droghe pesanti e leggere, cambia soltanto il danno che producono. E poi le sostanze cosiddette leggere non lo sono più come un tempo”.
C’è qualche elemento in più contro lo spinello?
“La percentuale di principio attivo nella cannabis è molto più elevato rispetto a 10-15 anni fa. Si è passati al 18% contro il 4% e non Io dico io ma i centri tossicologici che hanno svolto le analisi, La cannabis oggi è molto più vicina ad una droga pesante per quanto riguarda l’effetto allucinogeno, il senso di ottundimento che produce. Lasciare spazio alla marijuana sarebbe un errore gravissimo”.
La Commissione parlamentare raccomanda inoltre al governo di far retrocedere l’ecstasy dalla classe A alla B.
“Spero che il suggerimento non venga raccolto. Tutte le sostanze di sintesi, come l’ecstasy, sono pericolose anche perché incontrollabili.
Il no al metadone espresso nel piano triennale del governo italiano contro la droga è totale e senza appello?
“Il metadone è utile in fase acuta, invece come terapia di mantenimento rende il tossicodipendente drogato di un’altra droga. La somministrazione ha un senso se è scalare e quindi rappresenta un tentativo di recupero del paziente che piano piano viene sottratto alla dipendenza, in attesa della riabilitazione. Tanti anni fa il metadone aveva una sua funzione, ma l’ha persa completamente”.
Il metadone sopravviverà oltre la fase acuta?
“Non solo, è probabile che uno zoccolo duro di eroinomani debbano continuare a prenderlo per sempre, come terapia cronica. L’errore da non commettere è quello di non tentare mai la riabilitazione e di non applicare una somministrazione ragionata”.
Tra gli altri punti chiave del piano, viene introdotta la par condicio tra Sert e comunità terapeutiche per quanto riguarda la certificazione di tossicodipendenza necessaria per avviare un processo di riabilitazione.
“Il cittadino avrà libera scelta e potrà recarsi direttamente in comunità, cosa che oggi non è possibile perché obbligatorio il passaggio attraverso il Sert, che non aveva senso”.