Appello alle parrocchie e ai monasteri di clausura: 33 vescovi e preti arrestati, alcuni scomparsi

 

Cina: preghiamo per i cattolici perseguitati

 

 

Li Hongye è stato arrestato nel 2001. Ha 81 anni. Giacomo Su Zhimin invece dovrebbe averne 70. Dovrebbe. E stato arrestato nel 1996. Da allora se ne sono perse le tracce. Missing. Stessa sorte per Francesco An Shuxin, 52 anni, svanito nel nulla dal 1997. Cosma Shi Enxiang, 81 anni, è stato arrestato il 13 aprile 2001. Ma dietro le sbarre c’era già stato: per 30 anni.

Chi sono? Quattro vescovi cinesi. Solo i primi di una lista di 33 presuli e sacerdoti della Chiesa cattolica clandestina” perseguitati dal regime comunista. La lista l’ha compilata l’agenzia internazionali Fides. Che lancia una proposta alle comunità cristiane ai monasteri di clausura: durante la Quaresima preghiamo ogni giorno per uno di loro. Per la loro incolumità, Ma anche per la libertà religiosa della Chiesa in Cina» e «perché lo Spirito apra il cuore dei governanti cinesi a valorizzare la libertà religiosa come uno degli elementi fondamentali per lo sviluppo umano e tecnico di questo grande Paese».

La lista di Fides contiene 33 nomi e altrettante storie (al sito www.fides.org ). Si tratta di preti e vescovi ai quali è impedito di svolgere il ministero pastorale perché sotto il controllo della polizia o agli arresti domiciliari. Alcuni, invece dopo l’arresto - senza alcuna accusa - sono addirittura scomparsi, Ma la lista potrebbe essere più lunga di altri venti casi” non si è nemmeno riusciti a risalire al nome.

In tutti i casi affermano le testimonianze raccolte da fides - si tratta di membri della Chiesa clandestina, cattolici rimasti fedeli alla Chiesa cattolica e al Papa che non hanno aderito all’Associazione Patriottica controllata dal governo e dal partito. Il loro destino: prigione, lavori forzati, «sessioni di rieducazione per convincerli a passare dalla comunione con Roma all’obbedienza verso il regime di Pechino. Repressione dura, Impedimento sistematico a svolgere l’opera pastorale. Negazione d’ogni libertà. Tutto questo nella Cina ormai accolta nel grande club del Wto (l’Organizzazione mondiale del commercio), oggetto di un’interessata simpatia da parte degli Stati Uniti e dall’Europa sia per il suo enorme mercato sia per averla al fianco nella lotta al terrorismo internazionale.

Mary Robinson, direttore della Commissione Onu per i diritti umani, ha messo in guardia Pechino dallo sfruttare il clima post-11 settembre per soffocare ogni opposizione interna non violenta, I risultati? La Cina - spiega Fides - s’è rimboccata le maniche per ripulire il cortile interno» da tutti i problemi: tibetani, uiguri, Falun Gong, sette protestanti, e cattolici «sotterranei». Nel giro di vite vescovi di 70 - anni, preti e laici che non hanno mai ammesso violenze o «comportamenti anti-sociali», ma che, al contrario, « in molte zone della Cina offrono una grande testimonianza di carità attraverso orfanotrofi, scuole, dispensari».

In un discorso del dicembre scorso, ricorda Fides, il presidente cinese Jiang Zemin sottolineò il valore delle religioni - sul piano della moralità, dei valori, dell’impegno per il progesso sociale - ma senza alcuna apertura ad una vera libertà religiosa. «Nella prospettiva di possibili rapporti diplomatici con il Vaticano - afferma un documento segreto del partito comunista del 16 agosto1999 - dobbiamo accrescere il controllo sulle comunità e potenziare l’Associazione Patriottica». È quanto sta drammaticamente avvenendo.